
La vegetariana è un romanzo del 2007 della scrittrice sudcoreana Han Kang, vincintrice del premio Nobel per la Letteratura 2024, divenuto nell’ultimo anno un caso letterario anche in Italia.
Daria Deflorian, attrice italiana e tra le voci più originali del teatro in Italia e in Europa, ha scelto di confrontarsi con questo testo in uno spettacolo teatrale andato in scena dal 27 al 29 novembre al Teatro della Triennale di Milano.
Il testo originale di Han Kang racconta la bizzarra storia di Yeong-hye, una donna che ha sempre condotto una vita estremamente ordinaria ma che a un certo punto, a causa di un inquietante sogno che ha per protagonisti degli animali uccisi, decide di diventare vegetariana. La scelta della donna, in un paese come la Corea del Sud in cui il consumo di carne è tutt’ora altissimo, viene visto dalla famiglia come una stranezza inaccettabile.
Dopo una violenta lite tra Yeong-hye e il padre durante un pranzo di famiglia, la donna viene lasciata dal marito e inizia una nuova fase della sua vita.
Il percorso della vegetariana è da questo momento un percorso di liberazione dalle imposizioni della società, il tentativo di assecondare una forza interna quanto mai vitale; tuttavia la sorella e chi le sta intorno percepisce la situazione come il sintomo di un impazzimento e Yeong-hye viene messa in manicomio.

La versione teatrale di La vegetariana di Deflorian è privata di questa spinta vitalistica, a partire dalla scelta scenografica monotonale: tutto è grigio e spoglio, anche quando Yeong-hye si libera da quel grigiore. La regista e attrice ha compiuto la scelta di ridurre all’osso i dialoghi presenti nel libro, già scarsi, e di mettere in scena sotto forma quasi di reading le parti narrate facendo “declamare” dai personaggi interessati da quella parte della narrazione. L’espediente però non funziona, appiattisce la messa in scena e rende il testo cupo e monocorde; i passi scelti poi danno una lettura dell’opera molto angosciante, sanguinolenta e catastrofica laddove invece il libro di Han Kang è un’esplosione animale di ricerca della libertà.
La vegetariana di Deflorian è una vittima della società e degli uomini in particolare, quella di Han Kang è una donna forte, eterea, collegata alla natura, che è “oltre” le piccolezze quotidiane, il suo nutrirsi di frutta e verdura non è sintomo di una malattia quanto di una rinascita.
Non convince perciò questa intepretazione de La vegetariana data dalla regista e nel complesso la messa in scena finisce con annoiare il pubblico.