
[rating=4] Grande prova d’attrice per la Guerritore, semmai vi fosse ancora bisogno di confermarne lo straordinario appeal scenico, nel musical scritto da Peter Quilter e prodotto dal teatro Sistina per la regia di Juan Diego Puerta Lopez, dall’emblematico titolo “End of the Rainbow”. Ed in effetti di fine si parla, il triste e rovinoso epilogo di una vita costellata da successi, di una voce unica, prematuramente strappata alla gloria di quei palchi tiranni e amici che tante volte aveva solcato.
Monica Guerritore interpreta la Judy Garland quasi cinquantenne, che si avvia verso il declino di una carriera alimentata già dai primordi da massicce dosi di farmaci e alcool, quegli stessi che la stroncheranno a Londra durante un’ultima drammatica tournée voluta dal giovane fidanzato Mickey Deans (Alessandro Riceci). Ad accompagnarla fino alla fine l’amico pianista omosessuale Anthony, magistralmente interpretato da Aldo Gentileschi, magnifico ibrido fra il Truman Capote di Hoffman e Stanley Tucci ne Il diavolo veste Prada, fidato confidente e collega, legato a lei da un profondo sentimento di devozione, tanto da spingerlo a chiederle di non sposarsi di nuovo e di fuggire piuttosto con lui, lontano per sempre dalle luci della ribalta.
Ma l’ex enfant prodige usignolo, si lascia consumare da quella voce indimenticabile che aveva intonato le note di Over the rainbow, il pezzo che l’aveva consacrata a icona nelle vesti della piccola Dorothy de Il mago di Oz. Eccola allora la fine dell’arcobaleno, quello che tutto sommato non aveva mai davvero illuminato la sua strada di diva bambina che doveva cantare a comando per la gioia dei suoi innumerevoli ammiratori. I picchi vocalici non saranno quelli della vera Garland, ma la presenza scenica e la perizia canora nel sostenere certi pezzi non facili meritano tutti gli appalusi della gremitissima platea romana, la Guerritore incanta e strega gli spettatori col suo talento, in uno spettacolo che non è un vero musical, ma che sembra quasi rappresentarne l’anima nera, quella dei retroscena più imbarazzanti e infidi, proprio quelli che si adattano così bene a restituirci l’immagine di una donna distrutta dalla cirrosi e dalle anfetamine.
Bella la scena-camera d’albergo di Carmelo Giammello che si trasforma a occorrenza nel music hall londinese, con le acrobazie musicali dal vivo della band composta da Vincenzo Meloccaro, Stefano Napoli e Gino Binchi, tutti bravissimi; curato anche il disegno luci coi toni sprizzanti del verde e fucsia da night club alternati alla calda luce barocca dell’hotel-prigione, ottima anche la scelta degli abiti (Walter Azzini), fedeli a quelli indossati realmente dalla Garland, azzeccatissimi gli arrangiamenti calibrati e cuciti ad arte sulla Guerritore da Marcello Sirignano, Nicki Nicolai e Stefano di Battista con il chiaramente insostituibile apporto della vocal coach Lisa Angelillo, così come i movimenti scenici di Gino Landi. Bell’inizio di stagione davvero per il Sistina.
Gentile Fabiana,
grazie per la bella recensione, sapere che stiamo dando emozioni a chi ci guarda è una delle ragioni del nostro lavoro. L’unico appunto che vorrei segnalarti (e che non tocca il tuo articolo) è che le foto scelte non ritraggono me ma il precedente attore! 🙂
Un abbraccio
Aldo Gentileschi
Provvederemo ad aggiornare le foto al più presto. Grazie a voi e allo splendido lavoro che avete fatto, soprattutto la tua prova d’attore è stata davvero unica!
Judy, non Giudy please!
Refuso Corretto.
Abbiamo provveduto a correggere, grazie della segnalazione!