Dal pennello all’avatar, la recrudescenza dell’uomo che crea se stesso

Abbiamo assistito all’interno del Festival Fabbrica Europa alla versione di 30 minuti della performance E l’Uomo creò Se stesso di e con Leonardo Diana, già finalista del Premio Equilibrio Roma 2011.

Il progetto ancora in fase di evidente sviluppo nasce dall’incontro tra il danzatore Leonardo Diana e il pittore Ronnie Orroz, dal quale i due artisti decidono di presentare una performance nella quale il pittore dipinge su una tela di 2x4mt e il danzatore, in relazione al tratto e alla dinamica del gesto pittorico, interagisce da dietro con la proiezione della propria ombra sulla tela dipinta.

Il progetto drammaturgico atto alla creazione di uno spettacolo viene infine completato con l’inserimento di altri elementi in un organico mirato alla multidisciplinarietà della performance e all’idea di approfondire l’interazione tra le diverse arti: danza, pittura, musica, video e luci.

Dal segno materico della pittura e dalle ombre, all’avatar intangibile del digitale, il corpo del danzatore finisce col perdere consistenza nel mondo astratto del virtuale sancendo così la propria scomparsa.

I movimenti corporei e la danza del bravo Leonardo Diana, proiettano tutta la lancinante frenesia e l’angoscia dell’uomo moderno, che crea se stesso nella caotica realtà digitale.

La performance giunge allo spettatore in modo chiaro e in alcuni punti fin troppo didascalico, mostrando ampie possibilità di crescita. Efficace l’apporto dei video e delle luci, che si amalgamano alle musiche, al disegno iniziale e alla danza, trasmettendo tutta la recrudescenza dell’essere umano.