
Il 26 aprile 1943 è nato a Basilea Peter Zumthor, architetto e accademico svizzero. Formatosi come falegname alla Kunstgewerbeschule di Basilea e, successivamente, alla Facoltà di architettura e design del Pratt Institute di New York, la sua architettura si contraddistingue per la qualità scultorea e l’attenzione rivolta alla matericità delle superfici, modellate grazie all’uso sapiente della luce.
La sua ricerca muove dalla consapevolezza che la qualità di un’architettura passa dalla capacità di plasmare e caricare la materia di significati e suggestioni che la trascendano, nel tentativo di cogliere e restituire nelle forme architettoniche una dimensione poetica fatta di atmosfere, capace di toccare emotivamente l’animo umano e suscitare particolari sensazioni.
Insignito di vari riconoscimenti internazionali, tra i quali ricordiamo il Premio Imperiale (2008) e il Premio Prizker (2009) – il più importante riconoscimento al mondo nel campo dell’architettura -, non ha mai rinunciato alla dimensione privata della sua quotidianità, vissuta lontano dai riflettori, in compagnia degli affetti più cari e di pochi, fidati collaboratori, tra le suggestive montagne di Haldenstein.
“(…) esiste anche un modo di sedurre, di indurre a lasciarsi andare, a muoversi liberamente, e questa capacità è nelle mani degli architetti.
(P. ZUMTHOR, Atmosfere. Ambienti architettonici. Le cose che ci circondano, Mondadori Electa, Verona, 2015)