
[rating=4] Per una sera il Teatro della Pergola di Firenze diventa palcoscenico del fascino della voce esplorativa di Ute Lemper. Nell’ambito della Stagione Concertistica 2010/2011 degli Amici della Musica, un graditissimo fuori programma ha ospitato l’ammaliante versatilità di Ute Lemper, una delle migliori interpreti a livello mondiale di Kurt Weill ma anche del kabarett berlinese e degli chansonniers francesi. La strepitosa cantante, considerata l’erede della grande tradizione del cabaret tedesco, ha proposto al pubblico debordante in sala un viaggio nel mondo della canzone, fra la sua terra natale e la sua terra adottiva, la Germania e la Francia, Berlino e Parigi, dai grandi successi di Kurt Weill passando per Jacques Brel ed Edith Piaf.
Un concerto in alcuni sensi che ha dell’autobiografico, infatti come spiega la Lemper: «Vivere a Parigi negli anni Ottanta mi ha permesso di guardare al mio Paese con occhi differenti. I francesi nutrono ancora molti pregiudizi e sentimenti contrastanti, spesso non buoni, riguardo i tedeschi. Ogni situazione è buona per sbatterci in faccia l’ indecoroso passato della Germania. Ma, al di là di questo, ai francesi ho sempre invidiato l’arroganza, l’orgoglio, quel nazionalismo che ancora provoca in me uno shock. Io non ho mai provato sentimenti del genere».
Ute Lemper possiede una voce straordinaria e ne fa uso con delicatezza e classe, indagandone le risonanze attraverso una variopinta scala di timbri e di effetti. Durante l’esibizione gioca con la sua voce e con il canto a tratti tagliente e spigoloso, ovattato e appassionato, fino a raggiunge una forte tensione emotiva in un filo diretto con il pubblico.
Ma è grazie alle movenze sinuose del suo corpo che l’artista rende uniche le sue interpretazioni, in una teatralità che oltre a definire un’immagine, incarna il personaggio di una vera e propria femme fatale, icona della contemporaneità pronta a nutrirsi di fantasmi del passato: dalla gloriosa Marlene Dietrich alla tenera Edith Piaf, soffermandosi sull’intensa “erre” di Jacques Brel.
Dal canto dell’artista tedesca riemergono, come dalla nebbia di un vecchio film in bianco e nero, gli esotismi dell’art nouveau, il mondo dei marinai e dei bordelli, delle ballerine del Moulin Rouge, che fecero da anticamera all’Opera da tre soldi di Brecht.
Quello che stupisce della Lemper è la capacità di compiere un viaggio attraverso i suoni: basta una sola mossa, un gesto seguito dalla voce con cui mette in scena le parole, per far riaffiorare frammenti di storia e di pensieri, così da consegnarli nuovamente ai nostri frenetici tempi moderni.
La Lemper ha dimostrato grande spessore in tutte le canzoni proposte contornate da melodie immortali come Die Moritat von Mecky Messer, Lilli Marlene, Ne me quitte pas e Milord.
Il viaggio di Ute Lemper è stato accompagnato egregiamente dal pianista jazz Vana Gierig e il bandoneonista Tino Castro, che insieme hanno dato accento alla passionalità della performance.
Il pubblico degli Amici della Musica è rimasto sedotto dalla bravura della Lemper, dalle sue movenze sinuose, dalla sua teatralità vitale. Una pioggia di applausi l’ha costretta ad un graditissimo bis sul lied di Milord.