Là dove le pietre parlano: l’anima esoterica di Angelo Branduardi

[rating=4] Terzo anno, numero perfetto, nella città che ‘di Torri si corona’, per l’atteso cantautore Angelo Branduardi: una scelta ottima per festeggiare i 25 anni della Festa Medievale di Monteriggioni.

Nel piccolo e suggestivo borgo senese, completamente immerso nel XIII e XIV secolo, tra cavalieri, dame, giullari, artigiani, armati e poeti itineranti, nella penombra di fiaccole e giochi di fuoco, sorseggiando vini speziati in boccali di terracotta, l’attesa è calda per l’artista e poeta di Cuggiono.

Il suo ingresso, seguito da un accogliente scroscio di applausi, è teso all’arte oratoria: il filosofo menestrello descrive con voce profonda le due sezioni in cui si snoderà il concerto, la prima dedita al ritmo, che scandisce l’intercedere dei mesi e degli anni, la seconda alla civiltà dell’anima che procede per sottrazione, creando come un senso di spaesamento ed estasi attraverso la melodia. L’anima e l’esoterismo si legano al di là dell’essere grazie alla musica, la visione più perfetta, la sola capace di conciliare agnelli e lupi. “Mi auguro che tutto lieviti finché non si sappia più chi siamo né dove siamo. Divertitevi”.

Un auspicio profetico per questa nuova tappa del tour “Camminando Camminando” che ci guida in un turbinio passionale tra i suoi ‘cavalli di battaglia’ per restare in tema di giostre e duelli: Si può fare accende i fuochi, ed il viaggio al passo di ancestrali colpi di tamburo di un tempo che fu trascina il pubblico tra i brani più noti di “Futuro Antico I”, “Il dito e la luna”, “L’infinitamente piccolo”, “Altro e altrove”, “Senza spina” e “Così è se mi pare”.

Vita e arte si fondono, mentre scivolano aneddoti sulla creazione di ‘Infinitamente piccolo’: alla domanda di Branduardi ai Francescani “Perché avete scelto proprio me, un grande peccatore, per questo lavoro?”, essi risposero: “Dio sceglie sempre i peggiori”. Dopo le danze de Il Sultano di Babilonia e la prostituta e Ballo in fa diesis minore si torna alle origini con Confessioni di un malandrino, la prima canzone del Maestro, scritta a diciotto anni.

Nel vortice di vibrazioni, Branduardi regala una virtuosistica cadenza al violino, quindi l’amata Lord Franklin e Cogli la prima mela. In uno scambio simbolico, Monteriggioni lo omaggia con il saluto dei suoi tamburoni. All’appello manca solo Alla fiera dell’Est ma il Maestro sopperisce salutandoci con una romantica canzone d’amore.

Infine ringrazia emozionato il pubblico entusiasta. Un abbraccio sonoro simbiotico per una serata all’insegna nostalgica di un grande cantautorato italiano.

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