“Adagio” debutta al Teatro della Tosse di Genova

Al Teatro della Tosse di Genova debutta in Prima Nazionale il 25 marzo, con repliche fino al 6 aprile, lo spettacolo Adagio, nuova Produzione del Teatro della Tosse.
Adagio è un testo inedito della drammaturga svizzero-francese Emanuelle delle Piane, il debutto  al Teatro della Tosse costituisce la prima rappresentazione assoluta di una sua opera in ItaliaAdagio è composto da nove “drammetti” ispirati ad altrettanti adagio musicali per analizzare, sdrammatizzare ed esorcizzare la morte.

Lo spettacolo è diretto da tre diversi registi: Elisa D’Andrea, Yuri D’Agostino ed Elisabetta Granara, che hanno alle spalle storie molto diverse tra loro.

Ogni regista dirigerà tre “drammetti” guidando l’interpretazione dei quattro attori, Sara Cianfriglia, Mauro Lamantia, Aldo Ottobrino e Sarah Pesca, che saranno impegnati sul palco per l’intera durata del testo. Nasce così uno spettacolo unico con tre punti di vista originali e personali.

Dell’amore e della morte è il titolo che comprende le produzioni del Teatro della Tosse per la stagione 2013/2014 di cui fa parte anche Adagio.

Dopo Antigone, Sogno in una notte d’estate e The wedding singers, tutti spettacoli legati ai due eventi, che più di tutti incidono sulla vita di un uomo: la morte e l’amore; ora è il turno di Adagio e del suo originale punto di vista su questi temi.

Adagio - Foto Andrea Corbetta

Il filo rosso che lega i diversi drammi è la morte, evento preso a pretesto per parlare di rapporti umani, dinamiche di coppia e altri avvenimenti legati all’esistenza umana come appunto, l’amore.

In questi nove episodi si parla delle miserie e delle virtù dell’essere umano, delle aspettative, delle delusioni e dei rapporti intimi, che costellano l’esistenza di ogni uomo fino al confronto finale con la morte.

Il registro utilizzato in questi “quadri” cambia, influenzato dalle scelte dettate dalle diverse  sensibilità dei registi e passa dai toni più realistici a quelli più surreali.

I personaggi sono sempre in bilico tra la concretezza della realtà, espressa dalla parte più razionale delle loro esistenze a l’assurdità e il grottesco dei loro pensieri e sogni più nascosti.

Per i quattro attori di Adagio, sarà una sfida nella sfida entrare in sintonia con il gusto e le diverse sensibilità dei registi.

Gli attori daranno vita di volta in volta ai personaggi che si avvicenderanno sul palco alternando registri interpretativi diversi che vanno dalla prosa al varietà. Incontreremo la coppia innamorata davanti alla tomba dei genitori di lui, le rockstar Madonna e Michael Jackson icone della spensieratezza pop, qui in vesti di fantasmi invadenti, oltre a citazioni cinematografiche come quella del ballo caraibico di Jim Carrey e Cameron Diaz in The Mask o altri legati alla tradizione delle commedia italiana.

Si analizzeranno le dinamiche sociali e come dinanzi alla morte, gli squilibri e i rancori del quotidiano spesso vengono allo scoperto rivelando il lato peggiore delle persone.

Il testo di Emanuelle Delle Piane parla di morte, che allegria! Viene da pensare. Ma se della morte non si può ridere almeno si potrà sorriderne.

Adagio - Foto Andrea Corbetta

Si parla della propria morte, o di quella di conoscenti o persone care. È l’evento a cui pensiamo spesso. Quello di cui si parla qualche volta, spesso sì, spesso no. Anche troppo. La morte. Lei, l’intrigante che per mille piccoli motivi, tormenta o semplicemente inquieta i coraggiosi ancor belli vivi. La morte è di lei, la misteriosa, di cui ci si interrogherà in ciascuna storia.

La morte che tormenta, preoccupa, che fa discutere o semplicemente arriva. Alla morte c’è chi si prepara, chi l’aspetta, chi la riceve volontariamente.

C’è anche chi la organizza con metodo quando è ancora vivo e vegeto.

Il drammetto – scrive l’autrice – è una parola che non esiste (in francese), ma che ho inventato per l’occasione.
In drammetto c’è la parola dramma, ovviamente a cui è stato aggiunto “etto”;  la serietà che molto spesso avvolge questo temine , è attenuata da questi stessi aspetti patetici o tragici a cui sono legati. Più chiaramente, il drammetto è un dramma che deve essere preso alla lontana”.

Questi drammetti sono stati elaborati in base alla musicalità dei differenti adagio, e di quello che mi hanno suggerito per la stesura del testo, ma in nessun caso, sono una prerogativa per la messa in scena.

L’autrice sottolinea anche che “Adagio è un termine musicale correntemente usato per indicare un movimento lento, “adagio” che in fatti significa “con calma”, lento. Il tempo, da solo, non è un elemento che basta a (determinare) il carattere generale di un pezzo. Un adagio può essere, calmo o sereno, mosso o profondo. Può essere una dimensione davvero sinfonica come un movimento estratto da un’opera più importante, o un pezzo che basta a se stesso, come… un pezzo della scena di una performance teatrale”

INCONTRO CON L’AUTRICE

Venerdì 21 marzo alle ore 18.30 presso la libreria Falso Demetrio di Via San Bernardo si terrà l’incontro Fra storia e fantasia. I personaggi di un’autrice europea con Emanuelle Delle Piane autrice di Adagio.
All’incontro coordinato dal critico e studioso teatrale Gianni Poli parteciperanno anche Yuri D’Agostino, Elisa D’Andrea e Elisabetta Granara i tre registi dello spettacolo in scena al Teatro della Tosse.

L’incontro è incentrato sul teatro di Emanuelle Delle Piane e sulla prima messa in scena nel nostro paese di una sua opera. Entrata libera.

Note di regia

Yuri D’Agostino
“La Morte è un’amante paziente, che sa farsi desiderare e che sa aspettare. Non ha fretta. A volte ha foga, ma fretta mai. Ha un posto nel suo cuore per ognuno di noi e, a volte, trova posto nel nostro. Lavorare su questi ‘drammetti’ per me è stato come vedere la nostra vita dal Suo lato dello specchio: un breve ironico intervallo prima e dopo l’eternità”

Elisa D’Andrea
“I nove “drammetti” che compongono Adagio trattano tutti il tema della morte. Lo fanno in modo ironico, a volte assurdo e grottesco, con il gusto di certe commedie di genere francesi, strizzando l’occhio qua e là alla commedia all’italiana.

A me la morte non ha mai fatto ridere, ed ho sempre assecondato una vena personale piuttosto cupa e pesante riguardo l’argomento, quindi l’opportunità di lavorare su questo testo mi ha costretta a fare un grande sforzo per cancellare tutto quello che mi ero immaginata avrei fatto e scritto, essendo anche autrice, se mai avessi toccato questo tema. Il risultato è stato che abbiamo riso moltissimo, come si fa spesso per l’imbarazzo di essere ancora vivi, concedendoci attimi di follia puramente visiva, e ci siamo raccolti, passando dall’intima riflessione, alla presa di coscienza che alla fine rimaniamo sempre soli e nudi di fronte alla morte. A fare i conti, con noi stessi.”

Elisabetta Granara
“A scuola ci avevano insegnato a dipingere i sassi. Il bello non era tanto colorare la pietra, ma piuttosto cercare nella sua forma l’oggetto che sarebbe diventata. Fu una specie di educazione primaria all’interpretazione. Per “Adagio”, io che di solito scrivo, recito e dirigo i miei spettacoli, ho seguito lo stesso procedimento: c’è un testo già scritto, ci sono degli attori che non conosco. In quello che loro sono, devo cercare quello che diventeranno e dipingerlo con i miei colori. 

La morte non mi fa ridere. Col mio sasso dipinto voglio ricordarci che noi umani, di fronte alla morte, come in tante altre circostanze, possiamo essere molto paurosi, apertamente avidi, inconsapevolmente anaffettivi e palesemente stronzi”.

Maggiori informazioni: www.teatrodellatosse.it

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