
Dal 9 novembre 2013 al 29 marzo 2014 prende il via la nuova Stagione del Teatro Dante di Campi Bisenzio, un teatro che assume le sembianze di una ‘lampada di Aladino’ per realizzare i desideri della comunità, diventando luogo d’arte per tutti. È la suggestione grafica che lancia ed esemplifica gli intenti della nuova stagione di eventi del Teatro che proporrà otto spettacoli di prosa, lirica, jazz, classica e danza, tra prime nazionali e nuove produzioni, con i grandi nomi della scena artistica internazionale, da Sandro Querci a Milena Vukotic.
Il teatro, diretto dall’Accademia dei Perseveranti, sperimenta un nuovo percorso, in sinergia con alcune delle eccellenze dell’associazionismo culturale del territorio, con cui il Dante collabora da tempo, in una condivisione di qualità di visione artistica.
Lo slogan scelto ai fini promozionali è ‘Il Dante partecipato, un genio di Teatro’: la presentazione della stagione si situa all’interno dell’iniziativa ‘AnDante’, curata dal Comune di Campi Bisenzio, che interroga la comunità, accettando suggerimenti, su come far diventare il Dante “Un luogo e un bene comune, un luogo ‘d’uso’ non separato dal resto della città”, come spiegato da Emiliano Fossi, Sindaco di Campi Bisenzio, oggi in conferenza stampa – Ci immaginiamo un percorso partecipato dai cittadini a cui nei prossimi mesi chiederemo di darci idee, progetti e proposte per l’utilizzo del teatro e per i contenuti che dovrà avere. Questo percorso prende il nome simbolico di ‘AnDante’ ”.
“Questa è una stagione di passaggio ma non per questo meno bella o meno importante. Il cartellone 2013/2014 oltre a mettere in scena spettacoli di profilo nazionale, offre anche spettacoli propri delle associazioni del territorio. Vogliamo un teatro affermato sul piano regionale ma anche un teatro di comunità, un teatro dei cittadini”.
Ad aprire il programma, sabato 9 novembre, alle ore 21, sarà la prima esecuzione del ‘Barbiere di Siviglia’, celebre capolavoro rossiniano all’apice della tradizione del genere buffo. La nuova messa in scena avrà la direzione di Alan Freiles Magnatta, e la regia di Guglielmo e Nicola Visibelli; tra i protagonisti, ad interpretare Rosina sarà il mezzosoprano Elena Belfiore mentre il Conte d’Almaviva sarà il tenore Alejandro Escobar.
Secondo appuntamento, sabato 16 novembre, con un’altra prima nazionale, ‘Il cappello di paglia di Firenze’, commedia musicale a cura di PFC produzioni di Barbara Gualtieri e Sandro Querci, che anticiperà l’apertura della mostra dedicato al cappello di paglia, da novembre alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti (in collaborazione con il Consorzio del cappello di paglia di Firenze). È la riproposizione del testo comico del drammaturgo francese Eugene Labiche, andato in scena per la prima volta nel 1851, e animato dai tempi della commedia dell’arte e dal gioco dell’equivoco. Il soggetto tratta della ricerca spasmodica da parte di Francesco Leoni, futuro sposo, di un cappello di paglia fabbricato a Firenze. Per la regia di Sandro Querci, ad interpretarlo ci sarà un cast d’eccellenza, con otto tra i migliori performer del mondo del musical: oltre a Querci, Francesca Taverni, Emiliano Geppetti, Stefania Fratepietro, Camillo Grassi, Fabrizio Checcacci, Claudia Cecchini, Piero Di Blasio ed Elena Talenti. Le coreografie saranno curate da Riccardo Borsini, caposaldo della Compagnia della Rancia; protagonisti saranno i celebri cappelli di paglia di Firenze, presenti nella filmografia di tutti i tempi, da ‘A qualcuno piace caldo’ a ‘Camera con vista’. Ad intervallare il testo, ci saranno i temi da Oscar autorizzati dal M° Riz Ortolani, come ‘I giorni dell’ira’, ‘Cercando te’, ‘Most off all there’s you’, nonché la celebre ‘More’, primo tema italiano della storia della musica ad avere nomination all’Oscar e vincitore del Golden Globe. Insieme a questi, capolavori musicali del ‘900 quali ‘Il cappello di paglia di Firenze’, ‘La vie en rose’, ‘Non ti scordar di me’, ‘Voglio vivere così’, ‘Donkey serenade’, ‘Verde luna’.
Terzo appuntamento, venerdì 6 dicembre, con la danza contemporanea. Sarà in scena ‘Corruption’, della Oniin Dance Company, compagnia stabile di danza del Teatro delle Celebrazioni di Bologna. Ispirata al tema della corruzione, più che mai attuale, con le coreografie e la regia di Daniela Rapisarda e Alessandro Vacca, lo spettacolo nasce come denuncia del momento socio-culturale che il paese sta subendo, tra immoralità, conformismo indotto, massificazione di pensiero, repressione della difformità e promozione di canoni e stereotipi universali. Sarà un percorso a ritroso che scandaglierà le fasi dello sviluppo dell’uomo, fin dal grembo materno. Sul palco ci saranno sette corpi danzanti che romperanno gli schemi tradizionali, in una simbiosi tra movimento, suoni, luci ed effetti scenografici.
Cambio di registro, venerdì 20 dicembre, per il quarto appuntamento, con il ‘Sacred concert –Duke Ellington’, omaggio alla leggenda del jazz da parte della Sunrise Jazz Orchestra di Campi Bisenzio, del coro Animae Voces di Bagno a Ripoli e del coro Sesto in-Canto di Sesto Fiorentino. Il concerto, diretto dal M° Stefano Rapicavoli (il M° dei cori sarà Edoardo Materassi) è un estratto dei tre concerti sacri che Ellington scrisse tra il 1965 e il 1963, un genere sacro nel quale lo swing tipico del jazz si mescola con una coralità che, nelle parti a cappella, arriva sino a ricordare la polifonia quattrocentesca. Sul palco, un vasto organico: oltre la Big Band, e i due cori citati, sarà la voce solista di Maria Loscerbo a disegnare il fulcro della composizione, che nei suoi dieci numeri diviene una sorta di oratorio jazz senza struttura narrativa, nel quale si fondono la danza e la preghiera, la fisicità e la spiritualità del gospel nero.
Quinto spettacolo, il 24 gennaio, con il grande attore Franco Castellano che interpreterà la commedia ‘Uscirò dalla tua vita in taxi’ dei drammaturgi inglesi Hall e Waterhouse; con ironia pungente, ‘stile british’, metterà in scena la paura di amare e di essere amati (per la regia di Pino Ammendola, con lui sul palco Maria Letizia Gorga, Maximilian Nisi, Ketti Roselli).
Sabato 8 febbraio sarà in scena la grande classica, con il concerto ‘Geza & the bohemian virtuosi’, ideato e diretto dal violinista Geza Hosszu-Legocky (candidato a due Grammy Awards nel 2005, collaboratore di musicisti del calibro di Martha Argerich, Maxim Vengerov, Lilya Zilberstein e Gabriela Montero). Il musicista sarà accompagnato dal suo ensemble composto da undici archi e un pianista: Geza ha investito molto del suo tempo per realizzare l’ensemble, composto da giovani talenti della sua città natale, Budapest, nato con l’obiettivo di aiutare i giovani talenti dell’Europa orientale ad esprimersi, fronteggiando le difficoltà finanziarie. La prima dell’evento è stata a Lugano in Svizzera, nel giugno 2011, nell’ambito del progetto di fama internazione Martha Argerich Festival.
Filippo Nigro e la Compagnia Gli Ipocriti (Fabrizia Sacchi, Paolo Briguglia, Dajana Roncione) saranno invece gli interpreti, il 28 febbraio, del settimo evento in cartellone, ‘Pretty – Un motivo per essere carini’ del drammaturgo statunitense Neil LaBute, feroce ed esilarante commedia sull’ossessione della bellezza nei rapporti personali, in un mondo in cui spesso le apparenze si rivelano marchio di successo (la regia dello spettacolo è di Fabrizio Arcuri).
La stagione del Teatro Dante si chiuderà sabato 29 marzo con un altro appuntamento d’eccezione: Milena Vukotic, raffinata attrice di teatro e cinema, vestirà i panni della grande stilista Coco Chanel in ‘C come Chanel’ di Valeria Moretti. Per la regia di Roberto Piana, sarà il ritratto ‘da dentro’ di un’icona inquieta e immortale, colei che ha influenzato il concetto di femminilità dagli anni Venti del secolo scorso al secondo Dopoguerra e oltre, arrivando ai nostri giorni. Con lei, sul palco, ci sarà l’attore David Sebasti. Lo spettacolo, oltre ad offrire una grande prova d’attore, intende rendere omaggio ad un’icona assoluta, sottolineandone la modernità e ricostruendo i molteplici rapporti intessuti con i protagonisti culturali di quell’epoca esaltante ed effervescente, da Picasso a Jean Cocteau, da Stravinskji fino a Misia Sert.
La stagione 2013/2014 del Teatro Dante è diretta dall’Accademia dei Perseveranti, in collaborazione con Comune di Campi Bisenzio, Associazione Campi Lirica, Accademia di Danza Hidron diretta da Lara Favi, Filarmonica Michelangiolo Paoli e Scuola di musica di Campi Bisenzio diretta da Massimo Barsotti. Nel coinvolgimento del territorio, anche gli sponsor tecnici della stagione 2013/2014, che sono Unicoop Firenze – Sezione Soci di Campi Bisenzio, Firenze Flora, West Florence Hotel, Ristorante La Fontana.
Ecco tutto il programma “Teatro Dante – Nuova stagione eventi’ | 9 novembre 2013 – 29 marzo 2014
Sabato 9 novembre ore 21 e domenica 10 novembre ore 16.30
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Associazione O.M.E.G.A. – Associazione Campi Lirica
di Gioacchino Rossini
direzione Alan Freiles Magnatta
scene Nicola Visibelli
regia Guglielmo e Nicola Visibelli
Interpreti principali Figaro: Andrea Zaupa,
Rosina: Elena Belfiore, Conte d’Almaviva: Alejandro Escobar
in collaborazione con Accademia dei Perseveranti
Il barbiere di Siviglia è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia “Le Barbier de Séville ou la Précaution inutile” di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais. Il libretto era conosciuto perché era già stato musicato da Francesco Morlacchi e, prima di lui, da Giovanni Paisiello che aveva messo in scena il suo Barbiere di Siviglia nel 1782.
L’opera è composta da due atti e narra le vicende del Conte d’Almaviva, un uomo spagnolo ricco e potente, che si innamora di Rosina, una giovane orfana sivigliana, di cui il tutore Bartolo è innamorato e intenzionato a sposarla, soprattutto per potere accedere alla sua ricca dote.
In aiuto di Almaviva giunge Figaro, factotum e barbiere della città, il quale suggerisce al conte di presentarsi in casa di Bartolo travestito da soldato sotto il falso nome di Lindoro.
Venuto a conoscenza della presenza di Almaviva in città, Bartolo ricorre alle armi della calunnia e dello scandalo per liberarsi del rivale. Nulla può tuttavia contro le astuzie di Figaro e del conte, il quale torna a corteggiare Rosina nei panni di un maestro di musica in sostituzione di don Basilio. Lo stratagemma riesce, ma quando i due innamorati stanno per fuggire ecco che don Bartolo, insospettito, decide di accelerare i tempi sposando Rosina. All’arrivo del notaio per la stipula del contratto di nozze, le parti improvvisamente si invertono anche grazie all’aiuto di don Basilio e alla destrezza di Figaro, cosicché Almaviva sposa Rosina prima che don Bartolo faccia ritorno.
Con il Barbiere rossiniano siamo di fronte all’apice della tradizione del genere buffo e ai vertici dello stile di Rossini, il quale grazie alla sua reinvenzione s’imporrà definitivamente all’attenzione della scena musicale europea.
Sabato 16 novembre ore 21
IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE
PFC produzioni di Barbara Gualtieri e Sandro Querci
di Eugene Labiche
adattamento di Sandro Querci
con Sandro Querci, Francesca Taverni, Emiliano Geppetti, Stefania Fratepietro, Camillo Grassi, Fabrizio Checcacci, Claudia Cecchini, Piero Di Blasio ed Elena Talenti
regia Sandro Querci
Nel 1851 andò in scena per la prima volta uno dei testi comici che hanno fatto la storia del teatro mondiale, “Un cappello di paglia di Firenze”. Testo meraviglioso, con i tempi comici della commedia dell’arte e col gioco dell’equivoco che di lì a seguire sarà mutuato da i più grandi autori del ‘900.
Il soggetto tratta della ricerca spasmodica da parte di Francesco Leoni, futuro sposo novello, di un cappello di paglia fabbricato a Firenze. La prima versione ha delle arie (dell’epoca) musicali assai gradevoli, tuttavia è stata principalmente messa in scena nella sola versione di prosa. A metà ‘900 Nino Rota ne farà una delle opere liriche più rappresentate al mondo; anche ad oggi.
Come da “percorso artistico-cultural-letterario” che svolge da anni Sandro Querci (vedi “Da Malaparte in poi”, “La paura e la musa” di Luca Scarlini e “L’acqua cheta il musical”) in detta operazione si ha una virata forte ed incisiva, nondimeno facendo rimanere intatto il testo di prosa con i suoi malintesi e tempi serrati ed aggiungendone brani musicali strepitosi del ‘900 di compositori di livello mondiale, come ad esempio: “Vivere”, “Il cappello di paglia di Firenze”, “La vie en rose”, “Incantesimo”, “Voglio vivere così”, “Donkey serenade”, “Verde luna”, ecc… In più temi da “Oscar” del Maestro Riz Ortolani, come: “I giorni dell’ira”, “Cercando te”, “Most off all there’s you”, nonché la celeberrima “More” primo tema italiano della storia della musica ad avere nomination all’Oscar e vincitore del Golden Globe.
Venerdì 6 dicembre ore 21
CORRUPTION
Oniin Dance Company
coreografie Daniela Rapisarda e Alessandro Vacca
regia Daniela Rapisarda
“Corruzione”, tema più che mai contemporaneo. In TV, sui giornali, nella vita di ogni giorno riecheggia incessante l’eco della degradazione morale e spirituale dei costumi della nostra società.
Corruption nasce come denuncia al momento socio-culturale che il paese sta subendo, immoralità, conformismo indotto, massificazione di pensiero, repressione della difformità e promozione di canoni e stereotipi universali. Un percorso a ritroso che scandaglia le fasi dello sviluppo fin dal grembo materno.
Alla nascita la vita ci omaggia con il candore della purezza, ma presto l’uomo imbratta questa bianca tela con colori stonati, spenti, disordinati, snatura la sua essenza in maniera distruttiva per saziare una società sempre più ingorda di interessi, dando vita ad un affresco caotico in cui spesso il candore originale fatica ad emergere. La conclusione del ciclo incita a colorare l’affresco della propria vita tuffandosi liberamente in essa, prendendo a modello coloro i quali l’hanno saputa percorrere senza contaminarsi.
I coreografi Daniela Rapisarda e Alessandro Vacca daranno voce a sette corpi danzanti che hanno voglia di gridare attraverso il movimento, un movimento ricavato dall’alternanza di tecnica e stile che, pur rompendo gli schemi tradizionali, non perde di sinuosità e armonia regalando suggestive emozioni, in un equilibrio perfetto tra movimento suoni luci colori ed effetti scenografici.
Venerdì 20 dicembre ore 21
SACRED CONCERT – DUKE ELLINGTON
Sunrise Jazz Orchestra – Animae Voices – Sesto in Canto
conduce il maestro Stefano Rapicavoli
Voce solista Maria Loscerbo
Mestro dei cori Edoardo Materassi
Dice Stefano Rapicavoli: “La collaborazione tra la Sunrise Jazz Orchestra di Campi Bisenzio, il coro Animae Voces di Bagno a Ripoli e il coro Sesto in-canto di Sesto Fiorentino è nata nella primavera del 2011, quando Edoardo Materassi, che conosco da una ventina d’anni, mi propose di unire i cori da lui diretti, alla mia Big Band per allestire questo concerto, che è una sorta di estratto dei tre Concerti Sacri che Duke Ellington scrisse tra il 1965 e il 1973. Un genere sacro nel quale lo swing tipico del jazz si mischia in maniera disinvolta con una coralità che, nelle parti a cappella, arriva sino a ricordare la polifonia quattrocentesca e che si avvale di un vasto organico: oltre la Big Band, e i due cori già citati, sarà la voce solista di Maria Loscerbo a disegnare il cuore della composizione che nei suoi dieci numeri diviene una sorta di oratorio jazz senza struttura narrativa, nel quale si fondono la danza e la preghiera, la fisicità e la spiritualità del gospel nero. I tre Concerti sono qui presentati in una sorta di antologia, riarrangiata nella scrittura corale e in numerosi dettagli dagli svedesi John Hoybye e Peter Petersen sulla base dei dischi originali. Anche in forma non filologica, questa musica è la prova dell’ampiezza dello spettro espressivo del mondo di Ellington e al contempo della ricca, eterodossa e sublime creativa spiritualità afroamericana”.
Stefano Zenni su Ellington: “Duke Ellington aveva una visione del mondo ricca e onnicomprensiva, in cui si incontravano sacro e profano: la mitologia pagana del Fiume e del Treno, simboli dell’origine del mondo e della sua crescita verso il progresso, la figura della Donna, incarnazione di ogni delizia della vita, la giungla e l’Africa quali metafore del mondo: e infine Dio, quale idea suprema della creatività, misura dell’Assoluto e dell’Unità, dispensatore di genio e artista irraggiungibile, riferimento morale e garante della coerenza interiore. Ellington scrisse tra il 1965 e il 1973, tre Concerti Sacri, raccolte di brani per solisti, coro e orchestra che rappresentano la summa della sua scrittura drammatica, sorta di oratorio jazz senza struttura narrativa, ma con robuste invenzioni musicali in cui si fondono ancora sacro e profano, la danza e la preghiera, la fisicità e la spiritualità. Sebbene di carattere assai diverso, i tre Concerti non possiedono una forte unitarietà interna, per cui è del tutto legittimo presentarne, come si fa in questo concerto, una sorta di antologia, riarrangiata nella scrittura corale e in numerosi dettagli dagli svedesi John Hoybye e Peter Petersen sulla base dei dischi originali. Anche in forma non originale, questa musica è la prova dell’ampiezza dello spettro espressivo del mondo di Ellington e al contempo della ricca, eterodossa e sublimante creativa spiritualità afroamericana”.
Venerdì 24 gennaio ore 21
USCIRO’ DALLA TUA VITA IN TAXI
Mariano Anagni per la Quantum s.r.l.
di K. Waterhouse e W. Hall
con Franco Castellano, Maria Letizia Gorga,
Maximilian Nisi, Ketti Roselli
adattamento e regia Pino Ammendola
Questa commedia comica di W. Hall e K. Waterhouse è stato un grande successo internazionale e nelle rare messe in scena italiane ha sempre realizzato il tutto esaurito. Divertente storia di tradimenti coniugali veri o presunti. Davide è sposato con Sara, ma viene continuamente accusato di tradimento. Sara, all’insaputa del marito, affitta l’appartamento ogni venerdì all’amica Valeria, che invece finge di essere moglie di Davide per fare l’adultera con Giacomo, uomo a sua volta felicemente sposato. L’ironia pungente della commedia mette in rilievo le nostre paure d’amare e di essere amati, evidenziando come possa essere facile complicarsi da soli la vita per paura di comunicare agli altri le nostre emozioni e i nostri sentimenti, il tutto attraverso una ironia pungente di gusto tipicamente inglese. La commedia si snoda brillantemente tra telefonate incrociate, equivoci e dialoghi scoppiettanti, a volte persino surreali come spesso si rivela anche il nostro vivere quotidiano senza che noi ce ne accorgiamo.
Un cast di provata solidità e la mano di un autore comico di successo alla regia garantiranno un adeguamento al gusto e alla risata italiana.
Sabato 8 febbraio ore 21
GEZA & THE BOHEMIAN VIRTUOSI
Concerto ideato e diretto da Geza Hosszu-Legocky
Acclamato dal pubblico, dai musicisti e dai critici musicali come il nascente “tour de force” della scena musicale, i consensi per Géza Hosszu-Legocky sono culminati con la candidatura a due Grammy Awards nel 2005, come migliore album di musica classica e come migliore registrazione di musica da camera per la sua Sonata per violino in A minore di Schumann e per altri lavori pubblicati dalle Emi Classics nel 2004 e realizzati con musicisti del calibro di Martha Argerich, Maxim Vengerov, Lilya Zilberstein e Gabriela Montero.
A partire da maggio 2011 Geza ha investito molto del suo tempo per realizzare uno dei suoi grandi sogni nel cassetto: creare un’orchestra di giovani talenti nella sua città natale, Budapest. L’idea è quella di creare una fondazione con l’obiettivo di aiutare i giovani talenti dell’Europa orientale, di fronte alle incombenti difficoltà finanziarie e di potersi esprimere all’interno di un gruppo. E’ stato a Lugano in Svizzera, nel giugno 2011, nell’ambito del Martha Argerich Festival, progetto di fama internazionale che Geza ha presentato il suo nuovo ensemble: “The Bohemian Virtuosi”. Questo gruppo, capitanato dal giovane violinista Geza Hosszu-Legocky e costituito da undici archi e un pianista – tutti virtuosi alla loro prima apparizione su un palcoscenico internazionale, ha immediatamente sedotto un pubblico particolarmente esigente. Dopo solo poche settimane dalla creazione di questo ensemble ungherese, “The Bohemian Virtuosi” con energia raggiante, hanno aperto la serata del festival Liszt alla presenza della leggenda vivente del pianoforte, Martha Argerich, che è rimasta impressionata dal talento e qualità musicali di questi giovani musicisti.
Venerdì 28 febbraio ore 21
PRETTY – Un motivo per essere carini
Compagnia Gli Ipocriti
di Neil LaBute
traduzione Lorenzo Amato
con Filippo Nigro, Fabrizia Sacchi,
Paolo Briguglia, Dajana Roncione
Regia Fabrizio Arcuri
Due coppie di amici – Greg/Steph e Kent/Carly – compongono un complicato quadro e tutto ruota intorno al tema della bellezza. La commedia inizia con un furibondo litigio tra Steph e Greg colpevole di aver dichiarato, in una conversazione con il suo amico e collega Kent, che la sua fidanzata è “normale” ma che non la cambierebbe per nulla al mondo. Ad ascoltare, per caso, questa conversazione è Carly che la riferisce parzialmente alla sua amica Steph; ne scaturiscono gravi conseguenze perché Steph, dal carattere irascibile e polemico, non sopporta di stare con un uomo che non la considera bella sebbene lei stessa lo pensi e tronca la relazione con Greg. Anche il rapporto tra Kent e Carly subisce degli scossoni. Kent, nonostante sia orgoglioso di avere una compagna bella, non rinuncia ad una tresca con una nuova collega sexy e molto provocante. Carly vive il dramma della bellezza in altro modo perché sa di essere attraente e di piacere agli uomini da cui riceve molte attenzioni e sa che da ciò ne deriva il potere di “manipolare” le persone; però, vive costantemente nel timore che Kent la tradisca. La commedia ci porta ad esprimere il nostro vero pensiero; vengono trattate chiacchiere e incomprensioni così come fiducia e amore – fondamenti delle relazioni umane. Reasons to be pretty è l’ultima parte di una trilogia di Neil LaBute cominciata nel 2001 con The Shape of Things (La forma delle cose) proseguita nel 2004 con Fat Pig (Grasso come un maiale) ed è una feroce ed esilarante commedia sull’ossessione della bellezza nei rapporti personali. L’autore ci pone dinanzi a degli interrogativi: in un mondo in cui le apparenze diventano fondamentali come marchio di successo o come parametro di giudizio su chi o com’è un’altra persona, quanto conta la bellezza? e soprattutto quanto è importante nella relazione uomo-donna dal momento che, sempre a giudizio dell’autore, gli elementi predominanti di unione della coppia sono proprio la bellezza e l’attrazione fisica?
Sabato 29 marzo
C COME CHANEL
E20inscena di Stefano Mascagni
di Valeria Moretti
con Milena Vukotic e David Sebasti
regia Roberto Piana
Raffinate personalità a confronto. Milena Vukotic dà voce e corpo a Coco Chanel, stilista e non solo. La sua personalità ha influenzato, dagli anni Venti del secolo scorso al secondo dopoguerra, il concetto di femminilità nei costumi ma anche negli usi, andando a vestire la donna del ventesimo secolo, un nuovo modello di dolce metà che usciva dalle cucine e da ruoli comprimari per andare a lavorare e sentirsi liberi in tutti i sensi.
Non è una biografia, ma la sistemazione al loro posto di tanti frammenti di un delicato mosaico che andranno a comporre l’identità di un personaggio complesso, una donna che ha intrecciato la propria vita con la storia e con la cronaca, lasciando un segno in un periodo di grande vivacità artistica e sociale.
Grazie al testo di Valeria Moretti costruito come un puzzle il più possibile fedele alla cifra di Mademoiselle, una sorta di mosaico, talvolta drammatico talvolta ironico ma mai banale, lo spettacolo rappresenta innanzitutto una straordinaria prova d’attore per due grandi interpreti. Coco Chanel attraversa un secolo intero che ha conosciuto il dramma della Prima guerra mondiale, l’effervescenza degli Anni Folli fino al periodo pieno di speranza del dopoguerra. Impossibile racchiudere un personaggio, già di per sé così poliedrico e sfaccettato ed un’epoca così ricca di eventi e di trasformazioni, dentro un unico contenitore. Si è pensato di procedere su una strada non solo biografica ma legata ad emozioni, suggestioni, fantasie, “visioni” tanto sceniche quanto letterarie seppur con un occhio attento alle avanguardie artistiche del momento storico raccontato. Lo spettacolo è un originale progetto che, oltre ad offrire una grande prova d’attore, intende rendere omaggio ad un’icona assoluta del nostro tempo sottolineandone la modernità e ricostruendo i molteplici rapporti intessuti con i protagonisti culturali di quell’epoca esaltante ed effervescente, da Picasso a Jean Cocteau, da Stravinskji fino a Misia Sert.
Dice il regista, Roberto Piana: “Le contraddizioni di un carattere forte ma affamato d’amore, la tenacia e l’ambizione unite ad una grande intelligenza creativa fanno di Coco Chanel una figura unica e di grande modernità che, nel segno dello stile e del rinnovamento, ha contribuito all’indipendenza ed all’emancipazione del costume e delle donne di tutto il mondo, compiendo una rivoluzione in bianco e nero, colori simbolo delle sue collezioni. Lo spettacolo si allontana dalla scelta di un percorso strettamente biografico per privilegiare invece l’aspetto intimo della protagonista, seppur sempre connettendolo al clima storico, sociale e culturale dell’epoca vissuta e non disdegnando di tratteggiare quadri onirici e visionari di forte suggestione scenica. I costumi di Alessandro Lai e le scenografie di Guido Caodaglio contribuiscono a creare uno spettacolo raffinato, talvolta ironico talvolta drammatico, di grande coinvolgimento ed originalità”.
Maggiori informazioni www.teatrodante.it; tel. 055.8979403