
Correva l’anno 1997 quando arrivò nelle sale cinematografiche un film inglese destinato, caso più unico che raro, a mettere rapidamente d’accordo pubblico e critica: si trattava di The Full Monty del semi sconosciuto Peter Cattaneo, film che gli valse una caterva di nomination e premi tra cui l’ Oscar per la miglior colonna sonora.
Un tale successo non poteva passare inosservato dalle parti di Broadway: non a caso, nel 2000, la storia degli operai di Sheffield in cerca di riscatto sbarcò, tra li applausi, sul palco musicarello più famoso del mondo.
Qualche anno dopo è la volta di Massimo Romeo Piparo, uno dei nostri più prolifici registi di musical, cogliere l’occasione di adattare per gli italici palcoscenici un simile bloackbuster cine-teatrale, ambientandolo nella nostra Sheffield ossia Torino.
La città della Mole, infatti, nonostante il 1997 sia temporalmente lontano, sta vivendo le medesime tribolazioni post-industriali che la cittadinia inglese ha vissuto più di 20 anni fa.
Proprio su questo sfondo desolato si muovono le vite dei cinque protagonisti, alla ricerca di una nuova identità dopo la chiusura della fabbrica per la quale lavoravano, identità che Giorgio Lucariello (Paolo Conticini) cerca di (ri)trovare improvvissandosi spogliarellista e coinvolgendo l’ amico di sempre Davide (Gianni Fantoni) ed altri compagni di (dis)avventura interpretati da Luca Ward, Nicolas Vaporidis e Jonis Bascir.
Ovviamente trattandosi di un musical e non di un servizio di Piazza Pulita sulle periferie, la cifra stilistica dello spettacolo è caratterizzata dalla comicità, anche se in due ore di canzoni e battute non mancano i momenti introspettivi per ciascuno dei protagonisti, ognuno dei quali ha i suoi demoni interiori da affrontare e possibilmente vincere.
Il risultato finale è uno spettacolo che ben bilancia le sue varie anime, a partire dal cast dove c’è chi sa cantare (Conticini), chi sa recitare (Ward), chi ha il ritmo nel sangue (Bascir) e chi ha la battuta sempre pronta (Fantoni). A completarlo c’ è poi anche una caratteristica di rango come Palia Pavese a cui è affidato il ruolo della stralunata Jeanette.
Per quanto riguarda l’ impianto scenico, sicuramente è degno di nota il sapiente utilizzo degli spazi grazie ad una scenografia mobile con cui, alla bisogna, vengono ricreati contemporanemente varia piani di azione; buone anche le luci, soprattutto nell’ iconica scena finale.
Di sicuro, però, il plus dell’edizione di The Full Monty prodotta da PeepArrow è l’orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello, indispensabile a rendere lo spettacolo degno di fregiarsi dell’impegnativo blasone di “musical”.