Priscilla la travolgente avventura di tre amici ritorna al Teatro Brancaccio

Fino al 31 marzo a Roma per la regia di Matteo Gastaldo.

Tratto dall’omonimo film cult “Le Avventure di Priscilla La Regina del Deserto” – vincitore di un Premio Oscar e del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannestrona nei migliori teatri di in Italia nella versione musical e a Roma è al Teatro Brancaccio. Ad apertura sipario tre muse o parche o angeli propiziatori calano dall’alto e con le loro voci sulle incontenibili note di “It’s raining men” danno il via allo spettacolo e on stage uomini in completo giacche e pantaloni di tutti colori, il rainbow che l’evento sin dal suo nascere in versione pictures piuttosto che musical rappresenta ballano e caricano il parterre e i palchi di energia trasgressiva e trangender.

Dalla quinta a pioggia e lamé blu mare un drag emula Tina Turner e altre “botta” al pubblico arriva con “What’s love got to do with it” e a questo punto i caratteri della rappresentazione sono chiari, ma la storia accompagnata da costumi e musiche ammalianti non può che vincere su tutto lo sfavillio che ne conseguirà. Se un figlio chiede del padre, la madre non puo che accontentarlo e chiamarlo e Tick, molto più bravo in questa edizione 2019 ovvero Cristian Ruiz, risponde in camerino e a Sydney e la mamma lo rivela al ragazzino e gli dice che si sta preparando per andare in scena. Qui l’invito di quella a questi a portare in scena lo spettacolo de “Le Girls” al Casinò di Alice Springs.

L’altra compagna d’avventura Bernadette vestita mirabilmente con classe ed eleganza di donna quale si sente, dal grande ballerino e attore Manuel Frattini è in lutto per la morte del suo compagno Tromba un cognome e una realtà ed ecco in stile Priscilla il funerale e le note di Aretha Franklin “I say a little prayer” lo portano sul palco con la nostra lady seduta su una bara in versione dubbiamente supplice. Se c’è una ”preghiera” c’è anche una “madonna” ed ecco il terzo protagonista che sulle note di “Material girl” di Madonna appunto lo rappresenterà l’imponente scenicamente e fisicamente Mirko Ranù nei panni di Felicia. Tre amici su un vecchio autobus rosa denominato appunto Priscilla si avventurano nel deserto australiano e sulle note di “Go West” dei Pet Shop Boys inizia il viaggio da Sidney ad Alice

La prima tappa è in villaggio di energumeni laddove paillettes lustrini e zatteroni non sono adatti: no assolutamente fuori luogo. Questi cercano solo vere donne e i personaggi del nostro viaggio diventano oggetto di epiteti e linciaggi verbali se non fisici cui i nostri eroi prima tra loro la cara e brava Bernadette non possono che rispondere piccati ma senza altri esiti sperati e suscitati! Bisogna ripartire il prima possibile e la seconda tappa è per una ruota bucata e chi di loro tre è in grado di ripararla? Nessuna Bernadette al volante e Felicia piuttosto che Mizzy/Tick animatori del van non possono che sperare in una “botta” di fortuna, nessun altra ”botta” visto i pub e i frequentatori degli stessi,

E anche se chi si offre per riparare l’auto Bob il bravo Stefano De Bernardin, conosce “Le Girls” ed offre loro di esibirsi in uno dei loro pub, ne riceveranno un’altra bruta “botta”. Qui ha successo non chi è brava ma chi le sue vere rotondità le mette ad uso e consumo dei frequentatori dei locali. Quindi neanche una “botta” di successo. Qui parte la storia a base di champagne tra Bernadette e il benvenuto. Il viaggio è finito i tre sono finalmente arrivati al Casinò e ….come rivelare la propria identità al figlio?

E qui Tick si raccomanda a Marion di mettere a letto il ragazzino prima che vada in scena il loro show. Bellissimo e toccante l’incontro tra padre e figlio, il quale troppo felice di rivedere il genitore assiste alla fantasmagorica rappresentazione delle drag, a sua insaputa, e le trova più “ah…ah,,,,ah,,,,ah” che ridicole e poco se ne importa di cosa facciano e felice del papa e di quello che è, gli chiede di accompagnarlo a letto e di fargli Elvis Presley, invece delle solite favole. Bellissimo epilogo!

E se il musical australiano di maggior successo di tutti i tempi, visto da più di 6 milioni di spettatori ed anche in Italia vanta 350.000 spettatori il motivo è una regia ineccepibile quella di Matteo Gastaldo; il team creativo Stephan Elliot, Allan Scott, nonché i costumi le musiche e le coreografie che creano un finale con una carrellata di paillettes, parrucconi effetti, lustrini, boa cui nessuno, realmente nessuno riesce resistere del pubblico senza esserne corrotto e rapito. Farsi trascinare è d’obbligo!