La Febbre del Sabato Sera tra attentati e non solo…. nella New York del 1977

Fino al 19 febbraio 2017 al Teatro Olimpico di Roma firmata da Claudio Insegno

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Sulle note di “Stayin’ Alive” Giuseppe Verzicca nei panni di Tony Manero, scende le scale in una scenografia tutta video e proiezioni disegnata da Roberto e Andrea Comotti,  sotto le quali il saluto andrà a Pauline con la quali si erano già incontrati,  una delle sue fiamme. Alla vista di una camicia nera molto costosa inizia il sogno e ci si ritrova nel negozio di vernici dove lavora, ma tocca fare gli straordinari: per soddisfare il suo desiderio non basta l’esiguo guadagno che gli viene corrisposto.

A casa, nei sobborghi di New York, in questa rappresentazione, rivisitati attraverso i suoni di un pugliese stretto,  simpatico e convincente lo aspettano i genitori che gli rimproverano il solito ritardo,  poco compiacenti al suo stile ancheggiante, alle sue bravate,  ai suoi locali in confronto al fratello Padre Frank Junior, il cui solo nome crea il segno della croce nella mamma, tipico sia della tradizione newyorkese, che di quella meridionale italiana.

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Tocca entrare in discoteca per conoscere le ragazze e lì si balla e ci si sballa ed allora pantaloni a zampa, fascianti, segnati dagli elastici degli strettissimi slip, stivaletti con il tacchetto, giubbotti di pelle e camicie con colli a punta, e siamo all’Odissey 2001 in perfetto stile anni ’70 con i costumi di Graziella Pera, il cui studio attento all’epoca di rappresentazione, merita un doveroso plauso. Quando si esce il ponte di Brooklyn è il luogo delle  bravate di bulli in genere di basso livello,  ma anche di alto, vista la situazione, quando tocca dare sfogo agl’intimi istinti fisiologici maschili, a chi lo fa sul primo natante che capiti sotto.

Il sabato si balla e nella solito disco l’iscrizione alla gara di balla che presto si terrà crea il mood della storia e dello spettacolo. La partner di Tony Manero, potrebbe essere l’amica e fiamma Annette, la brava Giada D’Auria, ma tocca provare ed allora eccoci in sala prova. Qui Stephanie Mangano, la strepitosa Anna Foria, inarrivabile ed elegante, diviene preferita per far coppia in gara. Egli. passi da discoteca, ed ella, passi eleganti di danza, creano quel quid che potrebbe arridergli il trofeo. E allora è giusto vivere l’ambient di discoteca. Un altro sabato qui, ma questa volta balla anche Frank ormai non più padre, con grande disappunto e pena per i genitori pugliesi tra riso ed ilarità.

Ci ritroviamo all’Odissey 2001, e qui i vocalist e resident la coppia Candy, notevole e la sua versione di “ Disco Inferno”, e Dj Monty entrambi con i parrucconi dei cantanti di colori, tipici dell’epoca, accolgono la gara. Belle voci potenti, bellissime coreografie, quelle di Valeriano Longoni, hip hop adattato al Travoltino style, tra luci psichedeliche, fluo disegnate da Valerio Tiberi,  sfere per effetti strobo, tra una coppia di colore, una di portoricani e quella di Tony Manero e Stephanie Mangano,  le esibizioni, garantiranno a quest’ultimi la vittoria.

 Lo spettacolo è una carrellata di brani quali “Night Fever”, “More than a Woman”, “You Should Be Dancing”, dalla bellezza senza tempo, quelli dei Bee Gees della pellicola Saturday Night Fever, in occasione del 40° anniversario. Seppure Stephanie sia una meta ambita. sia per condizione sociale che per carattere, sulle note di “How Deep Is Your Love”, e musica sempre e rigorosamente tutta dal vivo,  la vittoria in amore del re della pista chiuderà il musical, con tutto il pubblico del Teatro Olimpico a ballare sotto il palco in questa regia davvero coinvolgente di Claudio Insegno.