Fra Diavolo è il bandito ricercato nell’opéra-comique diretta da Giorgio Barberio Corsetti

Fino al 6 ottobre a Roma al Teatro dell’Opera.

Un rullo di tamburo e squilli di tromba, grazie alla magistrale bacchetta d’orchestra di Rory Macdonald, siamo in scena. Una sagoma d’auto con tanto di Lord Rocburg e Lady Pamela, egli al volante, dopo una passeggiata per colline e valli, in una messa in scena che proietta sulla scenografia del Teatro dell’Opera, in rotazione bellissimi paesaggi, si ferma alla locanda dove si svolge la nostra vicenda.

Un brigante e capo militare itrano realmente esistito, ispira libretto di Scribe e il testo “La Caverne ou le Repentir”, donde il melodramma di Daniel Auber, un continuo alternarsi tra brani musicali e recitato. Echi di Rossini e Vivaldi in una musica a partitura veramente interessante e bella. Ed eccoci in una piazzetta antistante le locanda con tavoli e proiezioni di fumetti sulla facciata della stessa. Un po’ cartoon la messa in scena ma funzionale e accattivante nell’intento di mostrare una sequenza di eventi abbastanza rocamboleschi e divertenti al contempo.

Qui l’avvenente locandiera Zerlina, l’incredibile soprano Anna Maria Sarra, figlia di un oste di Terracina, è innamorata di Lorenzo, un povero brigadiere dei gendarmi, mentre il padre vuole di lei che vada in moglie a Francesco, più grande, ma benestante. E sul cantato “…in battaglia il vino da forza al soldato” parte la ricerca di Fra Diavolo da parte del primo. Arriva travestito da Marchese di San Marco, marsina color petrolio e baveri neri, centro palco dopo aver derubato i due viaggiatori inglesi, Lord e Lady. Ma il brigadiere riesce e recuperare parte della refurtiva e la ricompensa della Rocburg, un’avvenente Sonia Ganassi, tutta in fucsia, che donna e voce in una stessa persona per il fascino della scena, di10 mila scudi, andrà ad integrazione della dote di Zerlina.

Le immagini proiettate in rotazione trasformano la facciata della locanda in barca e qui i turisti inglesi sono in balìa delle onde, ovvero di Fra Diavolo e i suoi due complici Giacomo e Beppo. La locanda nel retro mostra le stanze, una sorta di “gioco dei nove” di vecchia memoria: insomma la scena è cambiata e durante la notte i tre lestofanti si intrufolano nella camera di Zerlina per rubarle la dote. E per eludere il gendarme sopraggiunto,  il marchese riesce a farsi credere suo rivale in amore. Quindi il duello e le pistole fumettisticamente movimentano di ombre nere minacciose la vicenda.

Altro cambio scena affascinante: siamo in una distesa di panni al sole in attesa di asciugarsi e su immagini di case, ivi proiettate, il nostro brigante a centro scena, John Osborn, impareggiabile maître e tenore canta, le sue vicende e le sue intenzioni, mentre si preparano le nozze tra Francesco e  Zerlina, ormai priva della dote e abbandonata da Lorenzo. Questi e i suoi gendarmi colgono in flagrante i due complici e smascherano il marchese e la sua vera identità di Fra Diavolo, e al grido di “Diavolo, Diavolo, Diavolo” ecco le nozze della locandiera e Lorenzo, finalmente in porto, e l’applauso del pubblico per la cattura del bandito e una piacevole chiosa. Bello spettacolo, ottima la regia di Giorgio Barberio Corsetti, ma di dubbio gusto per chi all’opera aspetta il ben amato classico.