
Si apre il prossimo ottobre la Stagione 2013/2014 del Teatro Storchi e del Teatro delle Passioni di Modena, interamente dedicata a Massimo Castri come sottolinea Pietro Valenti, direttore di ERT: “uno dei più grandi registi dei nostri tempi scomparso lo scorso 21 gennaio che ha lavorato a lungo per il Teatro Storchi, teatro che amava moltissimo, e che ha prodotto per ERT La ragione degli altri, Così è se vi pare, La presidentessa e l’ultimo nonché indimenticabile per regia e interpretazione Finale di partita, con cui Castri si è avvicinato per la prima volta a Beckett“.
Ben 13 i titoli del cartellone del Teatro Storchi e 14 quelli del Teatro delle Passioni: sarà proprio questa sala ad inaugurare il prossimo 22 ottobre la nuova Stagione con A.H., uno degli ultimi allestimenti di Antonio Latella che torna ospite a Modena con un monologo crudo, essenziale interpretato magistralmente da Francesco Manetti. La pièce indaga sull’origine e le ragioni della nascita del male fino ad arrivare a scandagliare i motivi che hanno portato Hitler a insediarsi al potere. Continua la collaborazione del regista con Emilia Romagna Teatro, che dopo il successo del pluripremiato Un tram che si chiama desiderio, allestisce sul palcoscenico del Teatro Storchi dal 12 al 18 dicembre Il servitore di due padroni, una riscrittura di Ken Ponzio da Carlo Goldoni.
La Stagione prosegue il 7 novembre sul palco del Teatro delle Passioni con la prima assoluta di Un ballo: già assistente negli ultimi due anni di Marco Plini, Andrea De Rosa e Pascal Rambert, Thea Dellavalle firma la regia di quest’allestimento ispirato al romanzo della scrittrice francese Irène Némirovsky. Una pièce dalla trama semplice e spietata che pone al suo centro temi dalla forte valenza archetipica come il desiderio, l’insoddisfazione, la voracità e la fragilità dell’età contemporanea. Dopo il successo di Karamazov, il regista argentino César Brie, che ormai da anni lavora e collabora con lo stabile modenese, torna sul palcoscenico del Teatro delle Passioni dal 13 al 17 novembre con Viva l’Italia, Le morti di Fausto e Iaio. Il testo di Roberto Scarpetti procede per monologhi che si intrecciano fino a ricostruire gli ultimi istanti di vita di Fausto e Iaio, due diciottenni milanesi frequentatori del centro sociale Leoncavallo uccisi a colpi di pistola la sera del 18 marzo 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro.
Lo stesso César Brie collabora con Marco Paolini per l’allestimento di Verdi, narrar cantando in scena al Teatro Storchi dal 28 novembre al 1 dicembre: in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, il pubblico in sala verrà invitato a cantare e ripercorrere parti d’aria e opere per rendere omaggio alla figura di Verdi. Si prosegue poi con un fuori abbonamento il 5 dicembre: Serena Dandini porterà in scena Ferite a morte, un allestimento il cui intento è quello di dare voce alle vittime di femminicidio. Un cast tutto femminile, fra cui spicca il nome di Lella Costa, ripercorrerà le storie di chi in vita è stato poco ascoltato non ha avuto il coraggio di parlare nel segno di una forte denuncia.
Un grande ritorno quello dei Babilonia Teatri, una delle compagnie più premiate fra quelle del panorama di ricerca teatrale italiano che dopo Pinocchio porterà in scena dal 5 al 7 dicembre sul palco del Teatro delle Passioni Lolita, spettacolo che a partire dal celebre romanzo di Nabokov indagherà il nostro rapporto con la sessualità. La figura di Lolita sarà pretesto e punto di partenza per esplorare il rapporto della donna con il suo corpo e l’immagine di questo nella società odierna.
Il cartellone del Teatro Storchi annovera anche grandi nomi del cinema e del teatro italiano come Filippo Timi che dal 9 al 12 gennaio allestirà Il Don Giovanni, Vivere è un abuso, mai un diritto; Mario Martone, insignito lo scorso giugno del Premio Flaiano per il Teatro, che firma la regia di un’altra riuscita sfida teatrale Operette morali, tratto dal capolavoro della letteratura italiana di Giacomo Leopardi in scena dal 27 al 30 marzo; o ancora Toni Servillo che torna sul palcoscenico del Teatro Storchi dal 6 al 9 febbraio con una commedia di Eduardo De Filippo Le voci di dentro, affiancato in scena dal fratello Peppe Servillo. Una commedia scritta nel 1948 ma dal forte sapore profetico, capace di evocare la realtà di oggi: ne emerge un affresco corrosivo della nostra società, in cui l’odio e l’invidia sono i convitati di una cena che si consuma ogni giorno tra ipocrisia e corruzione morale.
Dal 16 al 18 gennaio il Teatro delle Passioni ospiterà Himmelweg –La via del cielo dal testo del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga per la regia di Marco Plini: un punto di vista inedito e innovativo sulla tragedia dei campi di concentramento per un pubblico di giovani, che si riferisce ormai alla Shoah come un evento storico lontano nel tempo e irrepetibile. Sul palco del Teatro Storchi non mancano anche grandi classici del teatro italiano come Luigi Pirandello di cui Federico Tiezzi allestirà dal 23 al 26 gennaio Non si sa come, uno dei drammi più feroci e stanzianti di Pirandello che ritrae la claustrofobia dei salotti, delle chiacchiere mondane, dei triangoli amorosi di una borghesia meridionale in decadenza.
Dal 30 gennaio al 2 febbraio torna al Teatro delle Passioni Studio sul Simposio di Platone: Andrea De Rosa dirige qui un gruppo di giovani attori che si confronterà in modo estremamente graffiante e conturbante sul tema di Eros e della sessualità.
Socìetas Raffaello Sanzio e Teatro delle Albe / Ravenna Teatro saranno in scena il 14 e 15 febbraio al Teatro delle Passioni con Poco lontano da qui: Chiara Guidi e Ermanna Montanari, due attrici delle compagnie italiane più in vista del panorama teatrale di ricerca, si aprono una al lavoro artistico dell’altra, fondendo corpo e voce nel percorso sonoro ideato da Giuseppe Ielasi. Si prosegue poi dal 18 al 23 febbraio con Educazione Siberiana, testo che ha segnato l’esordio letterario di Nicolai Lilin, reso celebre dalla riduzione cinematografica di Gabriele Salvatores e interpretata da John Malkovich. Nell’adattamento teatrale di Giuseppe Miale Di Mauro emerge il conflitto fra due fratelli, gli ultimi due discendenti di una stirpe “guerriera”: per i due, la scuola della strada è l’unica educazione che vale e diventa metafora non solo di un conflitto tipico del periodo post sovietico, ma della società intera più in generale. Dal 20 al 23 febbraio il Teatro Storchi ospiterà l’ultima regia di Massimo Castri realizzata in collaborazione con Marco Plini, La cantatrice calva di Eugène Ionesco. Due anonime coppie che costituiscono l’archetipo della borghesia inglese dialogano in un tipico salotto portando avanti una conversazione priva di senso in cui le parole perdono il loro contenuto e si svuotano di significato. Il risultato è una commedia comico grottesca che saprà divertire il pubblico.
L’1 e 2 marzo la compagnia ravennate Teatro delle Albe sarà ospite dello Storchi con Pantani: attorno alla figura di Tonina e Paolo, i genitori del ciclista che ancora oggi chiedono giustizia per la memoria infangata del figlio, Marco Martinelli metterà in scena una veglia funebre e onirica, affollata di personaggi, che come un rito antico ripercorrerà le imprese dell’eroe. Dal 5 al 7 marzo Leonardo Capuano, che il pubblico di Modena ricorderà a fianco di Umberto Orsini in Molly Sweeney, porterà in scena La sofferenza inutile, liberamente tratto dal capitolo “La rivolta” del romanzo “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij. In un linguaggio visionario e denso di simboli, Capuano si interrogherà sulle ingiustizie e le sofferenze inferte ai bambini. Dal 13 al 16 marzo al Teatro Storchi Gabriele Lavia dirigerà in veste di interprete e regista I pilastri della società di Ibsen, un testo di forte denuncia della corruzione, ipocrisia e malesseri della società borghese. Luca Micheletti, che il pubblico di Modena ricorderà ne La resistibile ascesa di Arturo Ui diretto da Claudio Longhi a fianco di Umberto Orsini, presenterà al pubblico del Teatro delle Passioni dal 18 al 30 marzo La Metamorfosi, lavoro tratto dal celebre racconto di Kafka. Un altro grande attesissimo ritorno è quello di Laura Marinoni, recentemente insignita del premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista in Un tram che si chiama desiderio, sarà qui diretta il 20 e 21 marzo al Teatro Storchi da Valter Malosti in Quartett, Le relazioni pericolose di Heiner Müller.
Fausto Russo Alesi sarà impegnato in veste di unico interprete e regista in Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo, in scena al Teatro delle Passioni dal’1 al 6 aprile. Un testo popolare, familiare, umano e realistico ma soprattutto metaforico che, mutuando dal linguaggio musicale, si fa spartito e vibrante veicolo di comunicazione. Il 4 aprile il Teatro Storchi ospiterà fuori abbonamento Angela Finocchiaro in Open Day: a fianco di Michele Di Mauro, la celebre attrice interpreterà il ruolo di genitore separato alle prese con l’iscrizione della figlia quattordicenne alla scuola media superiore. Tensioni, speranze e sorprese si intrecciano in un episodio apparentemente banale ma denso di contenuti e sottotesti. Si prosegue il 10 aprile con La discesa di Orfeo in scena al Teatro Storchi fino al 13 aprile. Elio De Capitani dirigerà il testo di Tennesse Williams, inedito in Italia, portando in scena un cast di undici attori e una chitarrista muovendosi fra realismo e aperture oniriche. Ritorna al Teatro delle Passioni dal 22 al 27 aprile dopo il successo del debutto nella scorsa stagione, la versione italiana di Clôture de l’amour del francese Pascal Rambert che vede protagonisti in scena Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi. Due lunghi monologhi che non arriveranno mai a farsi dialogo, per interrogarsi sulle ragioni della fine loro amore: due sguardi, due silenzi per raccontare la violenza di un amore che muore. Dopo una tournèe di grande successo, arriva al Teatro delle Passioni dal 7 al 10 maggio una straordinaria Maria Paiato diretta da Pierpaolo Sepe in Anna Cappelli, Uno studio: dalla figura della donna che negli anni ’50 si trasferisce da Orvieto a Latina alla ricerca di un occupazione emergerà l’ossessione e la nevrosi data dall’accumulo e possessione di oggetti e beni materiali. Sarà infine Roberto Latini, già in scena ne Il servitore di due padroni di Latella, vincitore di numerosi premi e fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro, a chiudere la stagione del Teatro delle Passioni dal 14 al 16 maggio con Noosfera Museum, terzo movimento del progetto Noosfera che sfida la sintassi di ogni forma di rappresentazione scenica.
Maggiori informazioni: www.emiliaromagnateatro.com