La fabbrica dei cattivi di Diego Agostini

Edito da Giunti Editore
Il male non cresce mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé Karl Kraus

“Solo in quel momento mi sono accorto che le dita di Mara avevano cercato le mie perché le nostre mani potessero intrecciarsi in una promessa silenziosa.” Entriamo subito nella dimensione amorosa che tiene le maglie del romanzo serrate le une alle altre. La giovane coppia, protagonista della sventura americana, Alex e Mara, ha dalla sua la forza dell’unione. I due sono in vacanza in Florida, quando rimangono vittime del sistema giudiziario americano.

Senza rendersene conto, infrangono la legge e sperimentano un meccanismo che schiaccia e punisce chi esce fuori dal gregge, “keep the line”, direbbe Kelly, l’amica californiana. Emerge un vivere secondo una libertà apparente, dettata da regole che qualcun altro ha deciso per te.

L’America, vista come il paese dove tutto funziona e le persone sono corrette, si trasforma in una morsa che punisce buoni e cattivi in nome della giustizia. È così che mano a mano prende forma la perversa “fabbrica dei cattivi”, dove i poliziotti cercano capri espiatori da incastrare, per cederli poi a bravi avvocati a cui riempire le tasche.

La verosimiglianza della storia, narrata da Alex in prima persona, appare sconcertante e delinea un paese dalle molteplici sfaccettature, mostrandone il lato più contorto. Pochi minuti e tutto cambia, la coppia si trova in arresto e rischia di perdere l’affidamento dei propri figli, Lorenzo e Giulia. Due le tensioni che percorrono tutto il romanzo, l’amore e la fiducia dei due genitori, o semplicemente la loro innocenza, e l’attesa estenuante del verdetto finale.

Una storia che porta a una riflessione profonda sulle categorie che spesso si attribuiscono con facilità, il male contrapposto al bene, giusto e sbagliato, libero o prigioniero. I protagonisti si spoglieranno per indossare la ruvida tuta arancione con scritto “County Jail” e diventano subito criminali pericolosi. Nel giro di poche ore sperimentano cosa vuol dire stare dall’altra parte delle sbarre e identificarsi con il reato commesso ancora prima che col proprio nome.

Quello di Agostini è un romanzo che scuote e mostra come, in nome della giustizia, si possa commettere in realtà un reato.

@Neri_Noemi

4 COMMENTI

  1. Concordo con questa chiave di interpretazione, anch’io ho visto nel rapporto tra Alex e Mara il punto di forza dell’intera vicenda. Splendide riflessioni.

  2. Ho letto il libro e ne sono rimasta colpita, storia verosimile perche’ scritta con estremo realismo. Ma non solo. La descrizione del meccanismo con il quale la forza di polizia ha bisogno di cattivi e’ agghiacciante. Alla fine mi sono messa in profonda discussione. Quante volte ho giudicato con troppa facilita’… Forse qualcuno mi ha indotto a farlo, sbattendo il mostro in prima pagina. Dobbiamo sviluppare un senso critico, sospendere il giudizio, stare attenti a non etichettare facilmente chi viene indicato come un criminale, perche’ la fabbrica dei cattivi potrebbe essere all’opera. E, infine, dobbiamo stare molto attenti a non importare nel nostro paese il modello di una giustizia di questo genere. Del resto, i cattivi sono tali quando li creano loro… Se un loro cittadino viene da noi e ammazza, quello e’ un buono.

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