Come vivevano i felici di Massimiliano Governi

Edito da Giunti Editore
Dedicato a Irene, a Pietro e in memoria di M.M.

Nel suo libro, Massimiliano Governi prova a ricostruire la storia di Bernard Madoff, uno dei più grandi cirminali statunitensi accusato di frode finanziaria.

La storia, in cui non compare mai un nome, ci proietta in una dimensione talmente intima e familiare, che a tratti fa dimenticare la crudezza e la tragicità della vicenda narrata. Lo stesso criterio temporale non lineare, porta a vagare nel tessuto del passato attraverso i flashback, delineando pian piano la figura di Madoff. La voce scelta da Governi è quella del figlio Mark, trovato morto a Manahattan nel 2010, impiccato con il guinzaglio del cane.

Lo scrittore descrive con abilità la dimensione sociale che investe la famiglia Madoff, attraverso continue minacce e insulti nei confronti anche di moglie e figli, e la dimensione individuale  realtiva a ogni membro del nucleo familiare. Emergono le personalità fragili dei due fratelli, che nonostante capiscano la gravità della truffa messa in piedi dalla “Rambo Investimenti”, davanti a sé quello che vedono è sempre un padre. È proprio attraverso i piccoli episodi che pressano e incombono sulle vite di tutti, come il biglietto nella cassetta della posta con il disegno di un pupazzetto sgozzato, le telefonate, gli interminabili commenti su internet, che Governi mostra il lato umano della vicenda e dell’uomo incriminato.

La società di Madoff si è rivelata come un grande schema di Ponzi, sistema che prende il nome da un italiano immigrato all’inizio del novecento, anche per questo motivo, è interessante che a recuperare le vicissitudini dell’uomo, sia un italiano. In fondo, “errare” non ha nazionalità e Madoff, che cercherà di salvare i figli facendosi denunciare, pagherà i suoi sbagli proprio attraverso di essi.

Bernard Madoff  è stato condannato nel 2009 a 150 anni di prigione, adesso ha 75 anni.

Massimiliano Governi vive a Roma. Ha già pubblicato Il calciatore, L’uomo che brucia, Parassiti e Chi scrive muore.

@Neri_Noemi

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