
Nuovo contest Fermati & Vinci! con in palio 4 biglietti omaggio offerti dal Teatro Cantiere Florida, per lo spettacolo Utoya, un testo di Edoardo Erba, per la regia Serena Sinigaglia in scena il 21 e 22 gennaio al Teatro Cantiere Florida di Firenze alle ore 21. Per partecipare vedi sotto.
UTOYA
un testo di Edoardo Erba
con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti
regia Serena Sinigaglia
scene Maria Spazzi
luci Roberto Innocenti
con Arianna Scommegna, Mattia Fabris
produzione Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Teatro Ringhiera ATIR
con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia
Norvegia, 22 luglio 2011: un criminale di estrema destra uccide a fucilate 69 ragazzi pacificamente radunati in un campeggio del partito socialista. Raccontandoci la vita di tre coppie sfiorate dalla tragedia, Utoya ci fa rivivere l’atroce episodio in una emozionante serata di teatro.
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Ecco i nomi dei vincitori per n.2 biglietti a testa: Stefano Lucchesi e Ornella Ceccarelli.
«È il 22 luglio 2011: in Norvegia, Anders Behring Breivik, “il mostro”, scatena l’inferno. Otto morti con un’autobomba a Oslo, un diversivo e poi il vero obiettivo: 69 ragazzi laburisti uccisi uno a uno nell’isola di Utøya, il “paradiso nordico”, sede storica dei campeggi estivi dei giovani socialisti di tutto il mondo. Utoya è il tentativo di fare memoria e denuncia senza fare “teatro civile”, è a pieno titolo una tragedia contemporanea. Guardare a essa è come guardare a Medea, a Edipo, a Baccanti, con la sola differenza che quanto qui viene narrato è accaduto davvero. E, forse, potrebbe ancora accadere se non facciamo attenzione a chi siamo, a quale società stiamo contribuendo a costruire, al mondo che vogliamo lasciare in mano ai nostri figli». Serena Sinigaglia
«Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utoya, in Norvegia, nel 2011 è un’impresa impegnativa. Il Teatro non è il luogo della documentazione e dell’informazione in primis, è la sede di una riflessione. E la riflessione su un avvenimento del genere sconcerta: non è un gesto di follia, ma contemporaneamente lo è. Non è cospirazione politica, ma contemporaneamente la è. Non è un esempio di inefficienza dei sistemi di difesa, e tuttavia lo è. Non è un caso di occultamento dell’informazione, però lo è. Quando ero un ragazzo e aprivo il giornale avevo una griglia, forse un po’ rozza ma funzionale, per classificare quel che succedeva. Pareva che in tutto il mondo alcune semplici categorie bastassero per inquadrare un avvenimento, e dessero la possibilità alle persone di trovare un modo per reagire. Ma dopo il 1989 il mondo è diventato un posto molto più complicato da interpretare, e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto. Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti. Così con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione, che se non ci da tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia». Edoardo Erba