Tra arte e architettura al Maxxi di Roma

Una visita Fuori Porta al Museo nazionale delle arti del XXI secolo, tra mostre e collezioni permanenti

Numerose le opportunità al Maxxi Museo nazionale delle arti del XXI secolo, la cui sede si trova nel quartiere Flaminio di Roma all’interno della grande opera architettonica progettata da Zaha Hadid. Due realtà coesistono e si compenetrano reciprocamente: il Maxxi Architettura e il Maxxi Arte. Entrambi ospitano numerose mostre, ma anche collezioni permanenti. Di seguito un excursus sulle principali mostre a cavallo tra il 2012 e il 2013.

L’Italia di Le Corbusier a cura di Marida Talamona. Siamo alle soglie di una rivoluzione architettonica, l’urbanistica contemporanea è alle porte e Le Corbusier ne è il portavoce. Oltre seicento disegni, schizzi, fotografie e acquerelli, attraverso cui ripercorrere il lavoro di questo personaggio eclettico. Testimonianze di viaggi, scambi culturali, che documentano la complessa formazione “italiana”. Una chiave di lettura che palesa sfumature meno note e restituisce un’arte che si articola secondo un pensiero grafico, come dimostrano i numerosi carnets d’études.
Particolare attenzione è dedicata al legame di Le Corbusier con la pittura, in alcune opere, infatti, emerge una consonanza visiva con la pittura di Cezanne, sia per il taglio prospettico dal basso verso l’alto, sia per l’utilizzo del cromatismo. I dipinti degli anni del purismo, vengono poi messi a confronto con i quadri di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Severini.

Modelli Models a cura del Maxxi Architettura. In un’epoca di smaterializzazione del disegno, il modello si pone come medium tra progetto e opera, è una prima verifica dell’invenzione spaziale, “drawing follow models” come direbbe Le Corbusier. Numerosi gli autori che hanno segnato la storia dell’architettura dal Novecento a oggi. Di seguito alcuni esempi.
Enrico Del Nebbio, architetto noto per la progettazione del Foro Italico, l’ingegnere Pier Luigi Nervi a cui dobbiamo lo Stadio Comunale di Firenze, il Cinema Teatro Augusteo di Napoli, Massimiliano Fuksas, per le Twin Tower a Vienna e la sede UNESCO a Parigi. Alessandro Anselmi fondatore del GRAV nel 1962, ossia il gruppo romano di architetti urbanisti, l’architetto Aldo Rossi per il Teatro del Mondo per la Biennale di Venezia 1979/81.

Proiezioni installazioni dalle collezioni del Maxxi Arte a cura di Monia Trombetta. Si tratta di una selezione di opere realizzate mediante l’uso di media complessi e che privilegiano la commistione di linguaggi artistici.
Spazi e volumi immateriali, vengono costruiti attraverso l’utilizzo della luce, creando opere che si adattano a ogni ambiente, come “Aurora” di Maurizio Mochetti. Un altro artista di rilievo è Mario Airò, il quale propone spazi di sospensione sottratti ai rumori di fondo della contemporaneità, con installazioni sonore e proiezioni colorate che si intrecciano a citazioni filosofiche.

A proposito di Marisa Merz a cura del Maxxi Arte. La mostra recupera la trama leggera che ha legato tra loro esperienze eterogenee, evidente nell’utilizzo di tecniche e materiali diversi per arrivare alla forma primordiale degli oggetti. “Etna Project”, di Claudia Losi, chiama a raccolta donne di varia nazionalità, a cui chiede di tessere attraverso l’arte del cucito, un’identità comune. Elisabetta Benassi propone, invece, “Alfa Romeo GT Veloce”. L’auto è lo stesso modello guidato da Pier Paolo Pasolini la notte in cui fu assassinato.
L’artista vuole richiamare l’episodio attraverso i fari accesi che rompono il buio silenzioso. Un abbaglio, che ha il sapore del lampo della presa di coscienza dopo il necessario percorso interiore individuale.

Vertical Thinking – William Kentridge, a cura di Giulia Ferracci. Ci troviamo di fronte alla messa in discussione di una sincronizzazione del tempo convenzionale che, nel XX secolo, porta l’umanità ai blocchi di partenza. La mostra ruota intorno all’opera The refusal of time frutto del progetto nato dall’incontro con Peter Galison, realizzato nel 2012 a Kassel in occasione della rassegna Documenta 13, con il compositore Philip Miller e Catherine Meyburgh, video editor.
Allo spettatore, privato della consueta dimensione temporale, non rimane che assumere il ticchettio delle opere e muoversi all’interno di spazi tradizionali. Ad aprire un varco nella perpendicolarità uomo-superficie, un teatrino in miniatura con disegni e proiezioni che reinterpretano il Flauto Magico di Mozart al Teatro della Monnaie di Bruxelles. Un’implosione di musica, ombre e luci, attraverso cui l’artista porta il mondo del teatro all’interno del proprio studio.

Per ulteriori informazioni: www.fondazionemaxxi.it

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