
[rating=4] In un piccolo studio, affacciato su una splendida terrazza naturale, nel Vicolo Cieco del borgo toscano di Pienza è possibile visitare la personale di Enrico Paolucci, artista locale attivo dal 1996 in Italia e all’estero, da Pienza al The River Elast Art Center di Chicago passando per Siena, Barberino di Mugello, Firenze, Castelfiorentino, Roma, Milano, Montalcino, Padova, Herning (Danimarca), Reggio Emilia, Parigi (Francia), Sommerhausen (Germania).
La mostra ha titolo “Pittosculture” ed è costituita da una quarantina di opere che possono essere raggruppate tematicamente per serie: quella delle sculture di animali – nella quale spiccano civette e pesci –, quella dei pannelli di figure umane, quella dedicata alla Val d’Orcia, quella dei pannelli di animali – che vede ricorrere la figura del cinghiale e del galletto –, quella dei pesci (la serie principale e portante della mostra).
Elemento base delle realizzazioni scultoree e pittoriche di Paolucci è la cartapesta, sia che si tratti di tele sia che si tratti di sculture vere e proprie. A seconda del soggetto rappresentato Paolucci adotta diverse scelte coloristiche, la cartapesta è dipinta ora con tempere ora con colori ad olio, per poi essere ora verniciata, ora lucidata, ora lasciata grezza ed opaca.
Colori vivaci, dagli azzurri agli aranci, ai verdi, ai gialli, all’oro, contraddistinguono le sculture e le pitture della serie dei pesci, impreziositi da luminosi contrasti e accostamenti di tonalità,ora calde ora fredde, che ci trasportano in un mondo surreale, dove la fantasia conduce la creazione.
Nelle pitture che hanno per soggetto il galletto e il cinghiale, Paolucci utilizza un disegno elementare, quasi infantile e primitivo, che cattura, in un primo momento, l’attenzione dell’osservatore per la sua semplicità formale, per poi condurlo in quel mondo fantastico, oltre il reale, alla ricerca di memorie, corrispondenze, intuizioni che siano in grado di far apprezzare la bellezza del soggetto rappresentato.
Fra le sculture il soggetto dominante è quello delle civette, le civette simbolo della chiaroveggenza, della comprensione, evocanti l’oscurità ma, con quello sguardo, ben enfatizzato da Paolucci, penetrante il buio, personificando la luce come uscita dalle tenebre, indicandone la rivelazione. Le civette esposte sono caratterizzate da colori chiari; il volto, spesso bianco, contrasta con i grandi occhi e il becco neri e oro; il petto è dorato e le ali, ora aperte ora chiuse, accostano fasce di colori caldi e chiari, dal giallo ocra, al rosa, all’arancio.
Un omaggio alle terre di Siena e della Val d’Orcia sono i pannelli che ne riproducono i paesaggi, le colline e le vallate di viti e olivi. Fasce di tenui colori si intrecciano a descrivere questa parte di territorio toscano e, come sottolineato dalla grande penna di Mario Luzi, Enrico «è proprio l’artista ideale per celebrare questi paesaggi, queste terre, queste atmosfere, queste luminosità».
Una personale originale e interessante che valorizza un artista locale di livello internazionale, impegnato nella ricerca delle estreme possibilità artistiche offerte dalla cartapesta.