
In mostra alla Pinacoteca di Brera di Milano un allestimento vero gioiello di collezionismo d’arte, ovvero Brera incontra il Puškin. Collezionismo russo tra Renoir a Matisse, visitabile fino al 5 febbraio 2012.
Ecco allora che in occasione di queste festività consiglio vivamente una visita fuori porta all’esposizione milanese che in occasione dell’Anno della Cultura Italia-Russia celebra lo straordinario incontro tra due grandi musei, ovvero la stessa Pinacoteca ed il Museo Statale di Belle Arti “A. S. Puškin” di Mosca.
Si tratta di opere prestigiose di enorme valore provenienti dalle collezioni dei noti industriali e mecenati Sergej Šcukin e Ivan Morozov, collezionisti-innovatori moscoviti la cui passione li ha resi testimoni e protagonisti del vivace spirito culturale dell’epoca. La ricerca di nuovi fenomeni artistici ed il loro acuto senso per il nuovo e l’autentico, li condussero nella sfavillante Parigi alla ricerca del dernier cri , ovvero le ultime conquiste dell’arte contemporanea.
All’interno di un intimo percorso circolare che avvolge il visitatore, ecco comparire diciassette capolavori, preziose meraviglie che avvolgono di luce e colore. Tra di loro troviamo le Ninfee bianche di Claude Monet , poetico tappeto di ninfee immerso nel silenzio della natura che scorre eraclitamente, citando le parole dello stesso autore: “Seguo la natura senza poterla afferrare; questo fiume scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente”.
Si aleggia quindi nella fantasia naif della Veduta del ponte di Sèvres di Henri Rousseau tra casette, chiatte, alberi, un pallone aerostatico, un biplano e uno zeppelin rosa, veri simboli del secolo, per poi immergersi nell’atmosfera giocosa e fugace dove il colore scandisce la narrazione de Au Jardin du Moulin de la Galette di Pierre-August Renoir , dove le figure vibrano nello spazio ben diversamente dalla posa dinamica e lo sguardo plastico e inanimato di quei “concetti assoluti” di Paul Cézanne ne Pierrot e Arlecchino .
Il viaggio prosegue tra il brulicare di persone nell’alone malinconico di Avenue de l’Opéra a Parigi. Effetto della neve. Mattino di Camille Pissarro ed il calar della sera fuso nell’illuminazione a gas dell’umida atmosfera del Boulevard Saint-Michel di Jean-François Raffaëlli , fino al senso di oppressione claustrofobica impregnata di solitudine de La ronda dei carcerati di Vincent Van Gogh , circolo chiuso senza possibilità d’uscita. La liberazione si torna a respirare con gli accesi colori di Henri Matisse nella nota dissonante dei Pesci rossi , dove veniamo sommersi da una prospettiva inversa, tra echi orientali che si trasformano in esotici nell’arte “rivoluzionaria” di Paul Gauguin tra la voluttà leggiadra e animalesca di due figure femminili, campiture omogenee di colore puro immerso nell’abbagliante sole tropicale di Aha Oe Feii? . L’affascinante percorso termina con “l’armonia nascosta” del Ritratto di Ambroise Vollard di Pablo Ruiz Picasso , l’unico quadro picassiano della fase conclusiva del cubismo analitico nel quale l’artista ha impiegato il metodo della pittura figurativa tradizionale, tra minutissimi “mattoncini” vibranti di realismo ed emotività.
Percorso dunque altamente suggestivo allestito tra la sala XIV ed il corridoio Jesi della Pinacoteca: un’occasione unica per riscoprire la bellezza di uno dei maggiori musei statali italiani di rilievo internazionale unita alla preziosità di questa piccola mostra da non perdere.