
Per gli amanti delle tele più “floreali” del pittore che battezzò il movimento impressionista, la mostra ospitata dal 19 ottobre all’11 febbraio al Vittoriano di Roma, non può che rivelarsi un vero paradiso per gli occhi. Il tema dell’esposizione infatti, che offre alla visione del pubblico capitolino alcune fra le più belle opere di Monet, è quello della natura, i fiori, le ninfee su tutti e il giardino privato che l’artista francese ritrasse ossessivamente negli ultimi anni della sua attività. I capolavori provenienti dal museo Marmottan sono perle rare, alcune mai esposte in Italia, come le tre enormi tele rettangolari di gladioli e ninfee nella sala centrale che da sole meritano una tappa a Roma, così come l’ultima, una tela perduta in un incendio e interamente ricostruita con tecniche all’avanguardia.

Menzione speciale per questa mostra forse minuta in termini numerici ma straordinaria forse proprio per il suo stile raccolto, i due tunnel in mapping, quello d’ingresso che ricostruisce il ponticello sul lago di ninfee e il secondo poco prima dell’uscita, un vero e proprio passaggio sull’acqua, dove piedi e mani dei visitatori sfiorando le pareti riproducono i cerchi concentrici dello specchio lacustre, mentre coloratissime water lilies scivolano languide qui e lì.
Un bel progetto insomma, interamente dedicato a quella luce morbida studiata da Monet in ogni ora del giorno, nei suoi mille riflessi paesaggistici, una chicca per appassionati ma anche un approccio innovativo per i curiosi dell’opera di questo pittore straordinario, di cui fra l’altro è possibile ammirare anche la magica tela con la pipa e gli occhiali divenuti celeberrimi. Approvata e consigliata dunque la mostra, che restituisce in pieno lo spirito mistico di quegli orizzonti a pennellate dense, che pure non riproducendo il dettaglio instillano emozioni delicate, rimandando ai confusi eppure densi di significato paesaggi del sogno.