
Un’enorme coperta termica, presa dalla discarica presente in scena, si gonfia lentamente al centro del palco, pulsando come un organismo vivo. La superficie riflette tutt’intorno bagliori quasi sacrali, mentre la musica ne amplifica il respiro, trasformandolo in una presenza magnetica e inquietante; si libra nell’aria per poi precipitare. L’immagine colpisce lo sguardo: l’enorme cuore dorato – o è una nuvola? – si forma lì, davanti ai nostri occhi, concreto e palpabile. E allora la domanda s’insinua con urgenza: che cos’è davvero l’amore? Perché continuiamo a inseguirlo come il miraggio di El Dorado, che promette senso, ricchezza, salvezza? Si può tracciare una storia di questo sentimento, cartografarne le tracce? È un cammino, oppure forse un luogo in cui ci perdiamo e ci ritroviamo?
Con Historia del Amor / History of Love, la compagnia catalana Agrupación Señor Serrano conferma la propria vocazione a un teatro d’immagini, di dispositivi – digitali e analogici – e di riflessioni stratificate. Fondata a Barcellona nel 2006 da Àlex Serrano, la compagnia ha costruito negli anni un linguaggio scenico inconfondibile: un ibrido tra performance, cinema dal vivo e installazione visiva che esplora le contraddizioni della contemporaneità con lucidità e ironia.

Negli ultimi anni, la compagnia ha proposto lavori come The Mountain (2020) e Una Isla (2023), continuando la propria ricerca sul rapporto tra realtà, artificio e rappresentazione. Historia del Amor, su questa traccia, aggiunge un tassello più intimo ma sempre concettualmente lucidissimo. Da ottobre 2025, la compagnia è in tournée con lo spettacolo in diverse città italiane — da Torino a Udine, da Genova a Roma — offrendo al pubblico la possibilità di entrare in contatto diretto con una delle esperienze più originali del teatro europeo contemporaneo.
Lo spettacolo si presenta come un flusso visivo e sonoro in cui il corpo, gli oggetti e le proiezioni dialogano costantemente. Ogni elemento scenico è calibrato con precisione: la luce, le miniature, le videocamere in diretta, la musica e l’uso poetico dello spazio costruiscono un universo di forte impatto estetico. In questo senso, Historia del Amor è prima di tutto un’esperienza formale e sensoriale, più che narrativa, un racconto che affida la propria forza alla composizione delle immagini.

L’attrice in scena — Anna Pérez Moya, bravissima per intensità e controllo — diventa il centro magnetico di questo dispositivo. Con un lavoro sottile, coreografico, dà corpo a una figura umana fragile e potente, capace di incarnare la tensione tra intimità e rappresentazione, tra sentimento e astrazione, dialogando abilmente con le immagini in morphing in diretta.
Eppure, proprio nella dimensione emotiva e drammaturgica lo spettacolo lascia un’impronta meno incisiva. La costruzione visiva, per quanto affascinante, tende talvolta a prevalere sulla possibilità di un coinvolgimento affettivo più profondo. Si ammira il segno artistico, ma si partecipa meno al suo battito emotivo. È un limite e al tempo stesso una cifra poetica: quella distanza che l’Agrupación Señor Serrano coltiva consapevolmente, scegliendo di parlare più alle idee che ai sentimenti.
Le domande sull’amore, alla fine, restano senza risposta; ma rimane forte la sensazione di aver assistito a un’opera coerente e rigorosa, in cui la forma è sostanza e la visione è linguaggio. Historia del Amor non cerca di commuovere, ma di far pensare: un teatro che si muove tra schermo e corpo, tra miniatura e realtà, e che ancora una volta conferma l’Agrupación Señor Serrano come un laboratorio poetico di rara coerenza e intelligenza visiva.














