“Sabato, domenica e lunedì” torna in scena al Teatro Argentina di Roma

Un grande omaggio alla tradizione teatrale partenopea, incarnata da Eduardo De Filippo, rivisitata da Luca De Fusco

Sabato, domenica e lunedì ph Tommaso Le Pera
Sabato, domenica e lunedì ph Tommaso Le Pera

Il capolavoro assoluto di Eduardo De Filippo, “Sabato, domenica e lunedì”, torna dopo oltre vent’anni lontano dalle scene, in prima nazionale fino al 4 gennaio nella splendida cornice del Teatro Argentina.  Scritta nel 1959, è la commedia di Eduardo più interessata a entrare nelle dinamiche e nelle contraddizioni del tempo presente ed è ambientata non nella Napoli affamata del primo dopoguerra, ma in quella borghese ormai alla vigilia del boom economico.

In equilibrio perfetto tra acuta ironia e crescente conflittualità, viene rappresentata una tragicommedia domestica, che vede come protagonista la famiglia Priore, una famiglia borghese composta da due coniugi, Peppino e Rosa, che quasi non si sopportano più, con figli grandi che affrontano i problemi e i malesseri della loro età; in essa convivono tre generazioni, apparentemente senza contrasti, che si trovano alle prese con una serie di situazioni che ne metteranno a rischio la serenità.

La commedia si svolge nei tre giorni del titolo: il sabato Rosa prepara il  suo leggendario ragù per il grande pranzo della domenica, per lei quel ragù è un dono che lei fa alla famiglia, per esprimere il suo amore, quando si ritrovano tutti insieme intorno alla tavola imbandita. Ma in questo clima di apparente convivialità basta poco per far esplodere le incomprensioni: Peppino si sente trascurato dalla moglie e nutre per lei, che pure è avanti negli anni, una morbosa quanto immotivata gelosia. Gli sembra infatti che Luigi, loro vicino di casa e amico di famiglia, usi troppe cortesie nei confronti di Rosa. Il pranzo domenicale è rovinato dalla sua scenata, il litigio diventa corale e la commedia si trasforma in una tragicommedia.

Le tensioni che sembrano far naufragare la famiglia saranno però l’occasione chiarire tante cose lasciate irrisolte. E’ Giulianella, la figlia di Rosa e Peppino, ad aprire gli occhi al padre, dimostrandogli che fra lui e Rosa non vi è mai stata in effetti una vera comunicazione; ognuno di loro i “rospi” se li è sempre tenuti dentro ed ognuno dei due ha mal interpretato gli atteggiamenti dell’altro. Insomma, fra ragù e tavola imbandita, perché famiglia e tradizioni sono sacre, si consuma un piccolo dramma domestico che origina proprio dalla mancanza di dialogo.

Ecco, allora, che il lunedì, diventa il giorno della pace: tra Peppino e Luigi e tra Peppino e Rosa, che tornano a parlarsi; il passato li unisce ancora con la forza e la tenerezza dei ricordi, forti della “lezione” del vero ragù che insegna la pazienza la cura l’attenzione. Il lunedì, quindi, la vita torna in apparenza alla normalità e ciascuno riprende a fare ciò che ha sempre fatto.

Sabato, domenica e lunedì”, pur appartenendo a una dimensione corale, è una commedia intimista che invita a riflettere sugli effetti devastanti di certi silenzi stagnanti tra le mura domestiche e intende portare avanti fino ai giorni nostri il tema dell’evoluzione dei rapporti familiari. Non è, in definitiva, una semplice rivisitazione dell’opera di Eduardo, ma una vera e propria rilettura attualizzata del ruolo della famiglia che ha smesso da tempo di essere quel rifugio che, forse, non è mai veramente stata. Mai come ai giorni nostri, infatti, la famiglia si è trasformata in un insieme di “cose”, più che in un nucleo di sentimenti, ed è proprio tornando ai sentimenti, recuperando la capacità di esprimerli, che si possono ricostruire i legami.

Il nuovo allestimento firmato da Luca De Fusco, attraverso una regia fedele all’originale, “senza spostare alcuna nota”, offre un affresco quanto mai intenso sulle dinamiche, i segreti, le contraddizioni e le tensioni più intime dei personaggi, esplorando i meccanismi delle relazioni parentali e svelando la profonda umanità e tenerezza dei personaggi stessi che troveranno poi nella riconciliazione un simbolo di compattezza di fronte alle difficoltà.

Sabato, domenica e lunedì ph Tommaso Le Pera
Sabato, domenica e lunedì ph Tommaso Le Pera

Quindi risulta di grande attualità, perché descrive la crisi di una famiglia, la difficoltà di ricomporre una convivenza logorata e allo stesso tempo il desiderio di riuscirci, affronta il tema del cambiamento dei rapporti tra le generazioni e all’interno della coppia, sullo sfondo ancora una volta la crisi del dialogo. Sente l’aria dei tempi che cambiano e tira in ballo molti temi: vi troviamo la celebrazione di un rito tradizionale e il soffio di un vento contestatario dei giovani, la convivenza di generazioni e l’esplosione dei conflitti interni, primo fra tutti, lo scontro lento e lacerante tra marito e moglie.

C’è lo sguardo contemporaneo di un regista capace di adattare l’opera di Eduardo con rispetto, ma senza timore, e c’è l’indagine su uno dei temi più cari a Eduardo: la famiglia. De Fusco mette in scena questo testo mantenendosi sempre in tensione tra leggerezza e profondità, imprimendo grande intensità alla storia e, al contempo, mantenendo quell’aura classica ed un po’ fuori tempo che contraddistingue il teatro eduardiano.

Una prova registica, la sua, perfettamente amalgamata con le interpretazioni dell’ottimo cast, quattordici attori guidati da Teresa Saponangelo (nel ruolo di Rosa) e Claudio Di Palma  (nel ruolo di Peppino) che danno vita ad un gruppo di famiglia in un interno napoletano con una grande prova di recitazione. Tra tutti si distinguono Gianluca Merolli (Rocco), Francesco Biscione (Antonio Piscopo, padre di Rosa), Anita Bartolucci (Amelia Priore. sorella di Peppino)), Paolo Cresta (Raffaele Priore, fratello di Peppino). Tutti i personaggi esprimono perfettamente la dicotomia tragica e farsesca delle commedie di Eduardo, mantenendo tutta la modernità di un testo teatrale di quasi sessant’anni fa.

Bellissimo e funzionale lo spazio scenico circolare creato da Marta Crisolini Malatesta  (suoi anche i costumi), con ampie porte finestre da cui entrano ed escono i personaggi, che vengono spalancate per far entrare la luce, ma poi sono chiuse nei momenti di maggiore tensione, quasi a voler celare i conflitti e le incomprensioni, un arredamento senza fronzoli, con una sobrietà che guida lo spettatore a concentrarsi soprattutto sul lavoro degli attori.

“Sabato, domenica e lunedì” lascia nello spettatore un pensiero ottimista riguardo la sopravvivenza della famiglia, è una commedia senza tempo, in cui si sorride, ci si commuove e si riflette, anche e soprattutto, sul ruolo della donna, è una commedia che conferma quanto il teatro di Eduardo sia ancora vivo e necessario.

Questo allestimento acquista, inoltre, un valore simbolico e affettivo, poiché il suo debutto ha coinciso con una ricorrenza che tocca da vicino la famiglia De Filippo perché il 27 novembre ricorreva infatti il decennale della scomparsa di Luca De Filippo, un’occasione per rinnovare l’omaggio ad una eredità artistica intramontabile.

Da non perdere anche la mostra ad ingresso gratuito allestito nella Sala Squarzina del teatro, che ripercorre l’intera storia di “Sabato, domenica e lunedì” e si snoda in un unico filo conduttore narrativo, dalle locandine ai costumi, dalle fotografie ai documenti; una intensa esplorazione non solo cronologica, ma conoscitiva dell’universo di Eduardo che nelle sue opere ha sempre fatto della famiglia lo specchio della condizione umana.