
Molti lo conoscono come Piuttostoche, il “nome d’arte” con cui anima la sua pagina Instagram dai tempi della pandemia, regalando video ironici e sagaci sull’essere trentenni oggi. Ma Pierluca Mariti è molto più di un fenomeno social: se ce lo aveva già dimostrato con il suo primo tour teatrale Ho fatto il classico, ora lo riconferma con il suo secondo spettacolo, Grazie per la domanda, in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 3 al 5 ottobre.
Ma a quale domanda risponde Pierluca – per gli amici Pierluigi, o perché no, Piercula (those who know, know…)?
A quella del suo psicoterapeuta, naturalmente. Perché a 35 anni ha finalmente deciso di andarci, per raccontare i traumi che hanno costellato la sua vita. Come quando, a otto anni, la madre gli riferì l’invito della vicina di casa per una festa di Carnevale: il piccolo Pierluca si presentò vestito da “drag queen stanca”, per poi scoprire che la festa non era in maschera.
Con la sua ironia tagliente, la simpatia naturale e un sarcasmo irresistibile, Piuttostoche snocciola momenti tragicomici della sua vita in cui, però, è impossibile non riconoscersi. Ridendo, il pubblico si libera insieme a lui dei propri piccoli traumi: madri ingombranti, pubertà complicate, lavori precari.
Il punto più alto dello spettacolo arriva con la lettura e il commento dei suoi temi scolastici – dalle elementari al liceo – un format già sperimentato sui social ma che dal vivo fa letteralmente piangere dalle risate.
Con Grazie per la domanda, Piuttostoche porta in scena due ore esilaranti di comicità intelligente e terapeutica: uno spettacolo da cui si esce ridendo, sì, ma anche con il cuore un po’ più leggero.