Nel Monferrato, tra le sinuose colline di Castelnuovo Calcea, un vigneto si trasforma in opera d’arte, e l’arte si fa paesaggio. L’Art Park La Court è una narrazione viva che si snoda tra filari di Barbera e visioni artistiche, tra la terra e il cielo, in un abbraccio armonioso tra uomo e natura.
Benvenuti alla Tenuta La Court, una delle sei core zones del sito UNESCO “I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”. È qui che, su venti ettari vitati, prende vita uno dei più affascinanti esempi italiani di land art en plein air: un percorso immersivo e fiabesco dove arte, vino e paesaggio dialogano senza sosta.

Il parco è un vero e proprio viaggio sensoriale e simbolico, ideato dal celebre scenografo e illustratore Emanuele Luzzati. Le sue opere, dedicate ai quattro elementi – Terra, Acqua, Aria e Fuoco – accompagnano il visitatore in un cammino che ha il sapore dell’archetipo e della favola.

Si inizia con “Madre Natura”, monumentale scultura nell’aia della Cascina La Court, punto di partenza ideale per intraprendere questo pellegrinaggio artistico. Si prosegue poi al Sito dell’Acqua, dove una sirena di terracotta incanala un rivolo che scende a valle seguendo la naturale pendenza del vigneto. Poi, ecco il Sito del Fuoco, dominato da un sole racchiuso in un astrolabio, antico richiamo agli enigmi dell’alchimia. Infine, il Sito dell’Aria: una voliera gigante in ferro popolata da uccelli ceramici colorati, sospesi nel vento come pensieri in libertà.

Tra i filari, sculture e installazioni punteggiano il paesaggio come apparizioni. Le Teste Segnapalo, firmate da artisti come Balthasar Brennenstuhl e Dedo Fossati, rievocano antiche credenze contadine: spiriti silenziosi posti a protezione delle viti. E poi c’è La Porta sul Vigneto di Ugo Nespolo, un varco simbolico verso una dimensione altra, quella della contemplazione e dell’ascolto.

Il viaggio prosegue verso Cascina Castello, dove l’arte lascia spazio anche al cinema e alla memoria. Qui trova casa l’Archivio Visuale dei Piemontesi Illustri, un omaggio a personalità che hanno segnato la cultura del territorio, celebrati con opere che lasciano un’impronta concreta e duratura: le “Orme”.

Tra le colline, c’è anche spazio per il sogno. La Big Bench disegnata da Chris Bangle, celebre designer americano, è una panchina gigante affacciata sui vigneti, un invito a sedersi e guardare il mondo con gli occhi stupiti di un bambino. Accanto ad essa, il tocco poetico di Giancarlo Ferraris, direttore artistico del parco, che dedica un’opera a Umberto Eco, richiamando l’incontro tra letteratura, pensiero e paesaggio.
Visita libera, accesso gratuito

L’unicità dell’Art Park La Court è la sua accessibilità: il sito è aperto gratuitamente al pubblico e si può visitare in autonomia, camminando tra le opere seguendo il proprio ritmo. Per arricchire l’esperienza, è disponibile un’App dedicata, che guida i visitatori alla scoperta delle installazioni con informazioni, approfondimenti e percorsi tematici. Un modo smart, semplice e coinvolgente per immergersi nell’arte senza fretta, lasciandosi ispirare.

Davvero unica è la natura mutevole dell’Art Park La Court: le vigne cambiano volto con le stagioni, le opere si vestono di nuova luce, e il parco si arricchisce anno dopo anno. È un museo che respira, cresce, si trasforma, proprio come il vino che nasce da questa terra.
In un mondo sempre più veloce, La Court è una pausa. Una parentesi poetica tra le colline del Piemonte.
Per scaricare la App e per maggiori info: https://www.michelechiarlo.it/art-park-la-court/