Spassosa Cin Ci Là al San Babila

[rating=2] Spassosa e divertente “Cin Ci Là” della Compagnia Grandi Spettacoli in scena al Teatro San Babila di Milano. Un genere d’altri tempi, che a Milano però non è mai tramontato del tutto, l’operetta arrivò in Italia nell’ottocento proprio nel capoluogo meneghino, ed è qui che videro i natali gli spettacoli più famosi ancora oggi in voga.

Cin Ci Là, del 1925, è uno spettacolo di pochissime pretese, di facile e riuscita ironia e colorato di un orientalismo di maniera. Gli autori, Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, quest’ultimo famoso come primo violino della Scala di Toscanini, erano esperti navigati del genere leggero.

L’operetta era stata commissionata dal Teatro dal Verme e subito ne ebbe larghissimo eco e notevole successo. Del resto l’epoca non si era ancora incupita e la piccola borghesia milanese poteva ancora divertirsi con questo genere di spettacoli di dubbia, o assente, moralità.

La vicenda, ovviamente ridicolizzata, si svolge nella Cina coloniale. Cin Ci Là è un’attrice libertina e volubile, di cui è innamorato il gracile e ingenuo Petit Gris, di Parigi, e proprio nella capitale francese la bella e facile donna aveva attirato, e soddisfatto, le mire carnali del sovrano di Macao.

La storia prende gli inizi in Estremo Oriente: la principessa Myosotis e il principe Ciclamino si sono sposati, ma finché non consumeranno il matrimonio vigerà il Cion-ki-sin, periodo di austerità e severità. I due principini però sono stati educati alla più bigotta moralità e il sovrano di Macao, preoccupato dal Cion-ki-sin, pensa bene di affidare all’esperta Cin Ci Là lo svezzamento del giovane e maldestro principe. Con una serie di paradossali e comici equivoci Petit Gris, giunto in Cina sulle orme dell’amata Cin Ci Là, si ritrova a fare a sua volta da mentore erotico alla principessa, senza contare le angustie del mandarino di corte, che altri non è se non il legittimo, vero e unico marito di Cin Ci Là, pluritradito e pluriscornato. Alla fine, dopo che i principini avranno erroneamente consumato con i rispettivi insegnanti amatori, l’equilibrio viene ristabilito grazie alle tresche della stessa Cin Ci Là, che può così continuare a ricercare i suoi piaceri in giro per il mondo, a sua volta inseguita dall’indomito Petit Gris.

L’allestimento in scena al Teatro San Babila non è certo di quelli di prima categoria, ma se lo scopo era divertire il pubblico, è senza dubbio riuscito.

Non ai massimi gradi il livello artistico dell’esibizione. Elena D’Angelo, soprano nei panni della protagonista, spicca per verve teatrale e buon timbro acuto da soubrette, ma non cura a dovere i registri mediobassi. Bravissimo attore, ma cantante non eccezionale, il tenore Umberto Scida, senza dubbio un ottimo comico e un intrattenitore di buona malizia. Poco entusiasmanti anche Francesco Tuppo, il principe Ciclamino, e Miyuki Hayakawa, la principessa Myosotis, di scarsa espressività e dalla tecnica piuttosto imprecisa.

Apprezzabile l’orchestrazione per quartetto d’archi, pianoforte, flauto, clarinetto, tromba e batteria del maestro Marcella Tessarin, che non ha però curato a dovere l’esecuzione, in diversi tratti del tutto grossolana. Niente da dire per quanto riguarda il coro, nei brevi interventi in cui si è cimentato senza lasciare traccia. Da rivedere invece la qualità del corpo di ballo, assolutamente sotto tono.

Molto bene la regia, che riesce a rendere con semplicità e mezzi ridotti una commedia densa di colpi di scena. Il fondale fisso situa la trama in Oriente e i costumi realistici, e kitsch al punto giusto, confermano l’ambientazione. Forse qualche oggetto in più potrebbe rendere maggiormente efficace la recitazione degli interpreti.

Le battute dei dialoghi interpolate dalla Compagnia Grandi Spettacoli, per quanto spicce e di una comicità sempliciotta, non scadono mai nel volgare e non sono mai così banali. Si può dire che la poetica dell’operetta, volta ad un’estetica tranciante e osé, viene perfettamente rispettata, sebbene tarandola al ribasso.

Una Cin Ci Là che ha riscosso il tripudio di pubblico, con tanto di bis, interruzioni d’applauso, acclamazioni alla ribalta, battimani a tempo sulle note dell’aria “Oh Cin Ci Là” e ripetute grosse risate durante tutta la serata. Un piacevole spettacolo, dopotutto, di una affiatata e simpatica compagnia.

Sempre di Grandi Spettacoli andrà in scena a febbraio la Vedova Allegra di Lehar, di cui già pregustiamo il divertente allestimento.

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