
[rating=4] Shilock, l’ebreo del “Mercante di Venezia” rappresentato al Teatro Bellini ha un momento di rabbia, di sgomento, di lucida freddezza ed è il momento in cui si rivede Shakespeare sempre attuale che ci fornisce materia di riflessione su di noi e sul nostro presente.
“Io sono un ebreo. Non ha occhi un ebreo? Non ha mani, un ebreo, organi, membra, sensi, affetti, passione? Non è nutrito dallo stesso cibo, ferito dalle stesse armi, assoggettato alle stesse malattie, curato dagli stessi rimedi, riscaldato e raffreddato dallo stesso inverno e dalla stessa estate, come lo è un cristiano? Se ci pungete, non sanguiniamo? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo?”
Con queste parole, anche lo spettatore poco attento riflette sullo scontro etico, sociale e culturale; sui conflitto fra amicizia e amore. Potere del denaro. Lealtà e giustizia. I temi, sono sempre gli stessi, usura, amori, inganni, vendette, il condimento preferito dall’umano dell’epoca, ma che riflette, spesso il nostro presente. La trama, semplice, ma precisa nei contenuti: Bassanio chiede un prestito all’amico Antonio per conquistare la ricca Porzia. Antonio concede il suo aiuto, ma, vista la propria indisponibilità, si rivolge a sua volta all’ebreo Shilock e si fa garante. Il prestito viene concesso, purchè la somma venga restituita entro tre mesi, pena una libbra di carne di Antonio stesso. Venezia all’epoca è un mercato frenetico dove mercanti di ogni tipo approfittano, comprando e vendendo, calpestando tutto e tutti. Due universi destinati ad incontrarsi: uno maschile, indaffarato a costruire un impero finanziario, e uno femminile, tutto volto al desiderio di inventare alternative di piacere al mondo del dovere.
La sapiente regia di Valerio Binasco dà quel tocco di classe in più che necessita una tragicommedia come questa. Ottimo il cast con i vari Andrea Di Casa, Fabrizio Contri Milvia Marigliano, Simone Luglio, Elena Gigliotti. Le musiche originali di Arturo Annecchino portano lo spettatore ad integrarsi nel mondo del regista, già menzionato e del sempre attuale Shakespeare.