Quel non so che …Mammamiabella! al Teatro 7

In scena a Roma fino al 9 marzo

Mammamiabella!
Mammamiabella!

Di spalle lui e lei seduti nei banchetti di un asilo chiacchierano con ansia e non celata commozione di ‘quel non so che’ che è in arrivo pronti a diventrar nonni. Si la figlia ai genitori ha rivelato di attendere proprio quello che fino al momento fatidico non può che essere definito inconsciamente ‘quel non so che’.

La scena si illumina tutta e siamo un parco giochi per bambini ed ecco irrompono in pannolenci, pupazzoni, orsi, buffi personaggi, alla cui visibile e consueta simpatia si aggiunge la maestria di musicisti di grande prestigio e rarità: recitano cantano e suonano in movimento come menestrelli di viva e sorprendente caratura, quasi ‘Otto e Barnelli’ di Arbore memoria: Riccardo Taddei alla fisarmonica, Vincenzo Meloccaro al sassofono e flauto traverso, Alessio Renzopaoli ,quasi un datato one man show, alle percussioni. Sulle loro note la protagonista Valentina Olla, nonché autrice, ma che brava, consulta il test … non è covid come suggerirebbe l’amico, magari un po’ più gioioso e gay, si è ‘incinta’ il periodo ‘senza’ è finito.

Inizia lo spettacolo e la sua vicenda, e dal paragone con la gravidanza con gli altri mammiferi si ride e si scherza ma ora tutto si fa serio. Dapprima a chi svelare il segreto, la mamma, i genitori, gli amici sinceri e poi forse, ma sì ce ne si ricorda il padre, e quindi che dire a chi inevitabilmente ti chiederà, man mano che il fisico manifesterà le mutazioni. Bello ritrovarsi mamma tutto il mondo intorno, come la scena a firma Andrea Taddei, diventa un parcogiochi dove vedi ovunque correre il tuo bambino, come affrontare le depressioni a fronte di un corpo che continua a gonfiarsi fino al punto da non sopportarti davanti ad uno specchio, ma i vantaggi ci sono dovunque ti cedono il posto a sedere o chi ti vede sulle strisce pedonali ti cede il passo, via basta file sarai sempre la prima.

Dalla regia di Elena Sofia Ricci e dall’idea di Sabrina Pellegrino nasce uno spettacolo dove si canta soprattutto si ride tanto ma si pensa a cosa crea una gravidanza e qui questa o ‘lei’ di cui sopra, sarà mamma, amica, ginecologa, vicina di casa, impiegata dell’INPS, e il citato lui o Federico Perrotta padre, suocera, amico gay, impiegato INPS. Impeccabili che tempi, bravura e ironia! Dodici mesi prima ecografia egli si ingrassa di pizzette ed ella inevitabilmente di ‘quel non so che’ che continua a impadronirsi del corpo e dei comportamenti sempre più goffi. Storia vera quella messa in scena da Federico e Valentina.

Tutti che ti fanno mangiare per due si rammarica la protagonista e genitori, suoceri e vicini in continuo soccorso con derrate alimentari di spropositate dimensioni e quantità come se i supermercati fossero un una chimera, ed ella e le sue volubili umoralità di difficile tolleranza i rammarichi del ragazzo padre. E tra effettive problematiche e comiche gag, che le situazioni creano, arriva il momento della scelta del ginecologo sarà meglio donna, o uomo o addirittura amico e gay. E se L’INPS può garantirti qualche agevolazione, vantaggio o copertura assicurativa perché non andarci e qui la nostra con tanto di pancione sale e scende le scale delle strutture alla ricerca del modulo giusto piuttosto che del terminale funzionante e si ride a crepapelle, ma poveretta è sempre lei ad affaticarsi.

Quinto mese prima amniocentesi: due ore fermi davanti a uno schermo a decifrare ‘quel non so che’ e i suoi movimenti nella pancia della mamma, a cercare di individuarne il sesso. Sara meglio un figlio femmina o un figlio maschio e che nome gli diamo e tra reali dilemmi e inevitabili ironie il pubblico ride e si diverte attento. La protagonista pensa ad educarlo come i suoi genitori le hanno insegnato e similmente il ragazzo ormai genitore ricorda il padre scomparso e di come sarebbe stato felice od anche si fa sua madre in un abruzzese strettissimo di difficile comprensione a ripercorrere motti e arguzie di tali culture.

Che divertimento poi alle prove per la corsa in ospedale al momento della rottura delle acque, le ansie e le insonnie di lei e le difficolta a dormire sereno di lui, spesso svegliato da falsi allarmi o voglie, ma alla fine in sala attesa ripercorrendo le esperienze di conoscenti amici o amiche ecco in video per l’occasione Serena Rossi, Paola Minaccioni, Irene Ferri, Antonietta Bello, Monica Nappo, per impreziosire di tali personaggi il già ritmato tracciato scenico. E’ femminuccia e si chiamerà Valeria e qui tra uno scroscio di applausi il neo-babbo contento che sia una bambina sempre in perfetta simbiosi con lui e quindi sempre di tal sesso desiderato il nascituro, pensa era tutto più facile se fosse stato maschietto. Solito cruccio ma lo spettacolo è finito e quello che conta è piaciuto e tanto e tra orsi e pupazzi che suonano dal vivo e attori in proscenio che cantano il congedo festoso.