
“Le roi s’amuse” di Victor Hugo, andato in scena all’interno del cortile di Michelozzo del Palazzo Medici Riccardi di Firenze, sotto gli occhi di Carla Fracci, Assessore alla Cultura provinciale, è di sicuro assieme al “Rigoletto” uno degli eventi di punta dell’edizione 2011 de Il Genio nel territorio. Dall’esperienza delle precedenti edizioni, dove la kermesse portava il nome de “Il Genio Fiorentino”, è nato un cartellone ricco di eventi, spettacoli e concerti, rigorosamente gratuiti (che di questi tempi è cosa rara) che nutrono di cultura l’ampio territorio della provincia fiorentina.
Lo spettacolo “Le roi s’amuse” rappresenta una durissima critica ai costumi politici del tempo, “Il re si diverte” (questa la traduzione del titolo del dramma di Hugo), e tratta di un monarca insensibile alla giustizia sociale, un re senza coscienza, egoista, crudele, con il suo buffone Triboulet e dei cortigiani viscidi e asserviti. Un soggetto che al tempo fu considerato irrispettoso alla classe aristocratica, censurato e osteggiato per anni perché bandiera del libero pensiero e della legalità, rimesso in scena solo dopo 50 anni dalla prima.
La pièce di Hugo tratteggia una società asservita, sporca, corrotta e impoverita di ogni valore. Si rappresenta una vicenda di ordinaria amoralità con un re libertino, uno storpio buffone, Triboulet al contempo sovversivo e adulatore; completano il quadro uno stuolo di cortigiani, sottomessi ma sprezzanti, che cedono le mogli alle voglie del monarca ma non tollerano le burle del buffone, di cui si vendicheranno, colpendolo nel suo unico vero affetto, quello per una figlia segreta che gli rapiranno pensandola amante del gobbo. Rappresentato per la prima volta il 22 novembre 1832 alla Comédie-Francaise, per una serie di vicissitudini fu un fallimento colossale.
Giuseppe Verdi si innamorò della storia e nel 1851 raccoglierà il dramma teatrale di Hugo trasformandolo nel capolavoro immortale “Rigoletto”.
La messinscena di “Le roi s’amuse” per l’ideazione di Beppe Menegatti risulta squisita e leggera per tutta la durata del dramma, a tratti disturbata da unmixage di suoni e musiche poco legati e troppo ridondanti che finiscono solo per danneggiare la percezione.
Brillante e di alta qualità il cast degli attori, da dove emerge la prova sanguigna di Amerigo Fontani culminante nella maledizione lanciata verso Triboulet, la duplicità del Re interpretato compiutamente da Lorenzo Degl’Innocenti ed il dramma del buffone nella maschera eccelsa di Virginio Gazzolo, che fluisce dal riso al pianto mostrando la furia del lupo e concludendo con il guaito del cane.
In un allestimento scenografico minimalista, formato da tre grandi dipinti (che agiscono da quinte) raffiguranti lo scenario parigino, spiccano gli splendidi costumi di scena e una location naturale, quella del cortile di Michelozzo, che dopo il Bargello si delinea come nuovo spazio estivo degli eventi culturali fiorentini.
Nonostante la distanza che ci separa dalla prima rappresentazione del dramma, il tema delle libertà degli individui e dei soprusi dei potenti ci risveglia oggi più che mai il bisogno di riflettere su questa pièce di infinita attualità.
In tempi di ristrettezze economiche e tagli alla cultura, lo spettacolo è stato un gran regalo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze verso tutti i cittadini e turisti che hanno potuto assistervi gratuitamente e che hanno gradito con calorosi applausi.
Il programma del “Genio” prosegue con “Rigoletto”, nei giorni 8, 10, 12 e 13 settembre.