
Serata d’autore martedì 10 luglio al teatro romano di Fiesole con il primo ospite internazionale del Vivere Jazz Festival, rassegna musicale di grande spessore all’interno del programma di Estate Fiesolana 2012, ovvero Richard Galliano con il suo originale “Omaggio a Nino Rota” .
Nella suggestiva atmosfera delle gradinate in pietra prospicienti le morbide colline fiorentine, un pubblico, parafrasando Montale, pallido ma assorto, prende loco sulle calde pietre, in cerca di refrigerio dopo la rovente giornata. E una ventata fresca arriva dalle anelate struggenti note della musette di Richard Galliano, alito vitale per gli appassionati.
Un etereo tributo al connubio Rota-Fellini, con melodie che provengono da capolavori come “La strada”, “Otto e mezzo”, “Amarcord”, “La dolce vita”, “Giulietta degli spiriti”, “Le notti di Cabiria” e “I vitelloni”. Un viaggio attraverso le pagine più belle del cinema italiano legate ad una simbiosi creativa senza precedenti né successori nella storia del cinema, ovvero la fraterna amicizia tra Rota e Fellini, che ha portato il compositore dal 1952 al 1979, anno della sua morte, a musicare con esiti miracolosi tutti i film del regista.
Il compositore e musicista Richard Galliano, il cui cognome attesa origini italiane, considerato dalla critica mondiale tra i più grandi suonatori di fisarmonica francese, la musette , rende gloria all’indimenticabile compositore miscelando suoni jazz al lirismo del french touch con tocchi sudamericani, accompagnato alla tromba da Flavio Boltro, al clarinetto da Mauro Negri, al contrabbasso da Furio Di Castri, alla batteria da Mattia Barbieri, in un insieme che ora dialoga, ora lascia solista ogni singolo strumentista per un intimo colloquio musicale a cinque che utilizza strettamente cellule tematiche rotiane, rielaborate e sciolte in un magico e divertito fluttuare jazz che porta scoppi entusiasti di applausi.
Ecco allora che nell’evocazione conscia delle più note atmosfere del compositore milanese, emerge meraviglioso nella sua purezza un Piccolo valzer che ci fa perdere nelle reminiscenze de “La strada”, mentre vediamo sognanti “Giulietta Masina che balla” e, parafrasando Galliano, possiamo affermare con certezza che “il concerto è buono”, anzi direi ottimo!
Unica pecca la resa audio non completamente veritiera e carica di riverberi.
La serata si chiude con un unico, sudato, bis nostalgico, “Nino”, una composizione originale dello stesso Galliano, omaggio struggente a Rota, che evapora fascinosamente mentre il quintetto, continuando l’esecuzione, saluta con un “sospiro” il pubblico e lascia il palco.