CARMEN: il titolo d’apertura per il 96° Opera Festiva di Arena di Verona

Carmen: ombre e poche luci sul nuovo spettacolo di Hugo de Ana per Arena di Verona

CARMEN Photo credit: Ennevi

Si apre con un titolo di grandissimo richiamo e molto gradito al pubblico, il 96° Opera Festival Arena di Verona: Carmen di Georges Bizet, questa volta a firma di Hugo de Ana.

Sicuramente tra tutti i lavori e capolavori racchiusi in quel grande contenitore che chiamiamo “Opera”, CARMEN sfoggia uno dei posti più alti in classifica per gradimento di pubblico e frequenza nei teatri e nelle arene estive, basti pensare che è l’opera più rappresentata in Arena dopo AIDA. Proposta “sicura” quella di Arena con questa CARMEN, che però resta ad oggi una delle opere più difficili da rappresentare forse proprio perché troppo facilmente si può cadere nel luogo comune e sopratutto perché buona parte della riuscita grava proprio sulla protagonista che porta in scena un ruolo “monstre” forse ancor più sul piano interpretativo che su quello meramente vocale. Arena di Verona quindi tenta la sfida. Archiviato lo spettacolo ormai celebre di Zeffirelli, si chiede ora un miracolo ad Hugo de Ana. Miracolo che zoppica e che in parte delude.

Anna Goryachova è CArmen
Credit photo: Ennevi

Il regista pone la vicenda nei cruciali anni Trenta del secolo scorso in una Spagna in lotta verso la libertà esattamente come la nostra eroina, Carmen appunto, che qui si dovrebbe fare specchio di quella lotta che invase le strade di allora, una donna alla ricerca di una emancipazione non solo di se stessa ma così pure di tutte le donne che nel corso della guerra civile di Spagna cercano di ottenere attivamente una nuova libertà e un nuovo status sociale. Pur non risultando un’idea particolarmente nuova e cedendo al favore del pubblico cui sono concessi alcuni gratificanti “effetti speciali”, tutto sommato visivamente lo spettacolo regge bene e nella sua attualizzazione viene spogliato da molti cliché. Tutto è molto curato, viene fatto anche un sapientissimo uso delle masse, coro e figuranti, che recitano tutti in prima persona diventando attori dello spettacolo. Bene dunque, ma qualcosa non funziona: la sensazione è di vedere un bellissimo scatolone vuoto. Si assiste ad una intuizione di CARMEN, non ad una vera analisi di un testo così complesso come l’opera di Georges Bizet. A questo spettacolo mancano infatti i personaggi… o meglio, manca agli interpreti quello scavo introspettivo che in uno spettacolo come questo sarebbe stato d’obbligo, più che in altri, per aiutarli a calarsi completamente nella messinscena.

Anna Goryachova, bellissima figura, resta nel solco della tradizione e fa e dice tutto quello che il pubblico vorrebbe vedere e sentire da una Carmen, ma non sarebbe più questo il contesto giusto allora. Sul piano vocale il mezzosoprano si può dire che disponga di un bel timbro omogeneo e di una buona tecnica, difetta tuttavia nel registro acuto di smalto e luminosità.

Carmen e Don José
Photo: Ennevi

Le fa contraltare il Don José di Brian Jagde che canta molto bene. La voce non è molto bella e ben emessa, galleggiando sull’aria riempie l’arena riuscendo a venire a capo della difficile aria del terzo atto con molto onore. Anche lui tuttavia resta leggermente estraneo al suo personaggio che è risolto a intermittenza.

Accanto ai due protagonisti risulta ottima la Micaela di Mariangela Sicilia che ha siglato una prova maiuscola sia vocalmente (con ampie arcate di fiato e messe di voce magistrali) che scenicamente: sempre attenta a vestire una recitazione credibile e concentrata, è l’unica del cast ad aver fatto sua l’intuizione di de Ana.  Il soprano presenta il suo personaggio in una evoluzione drammatica che la porta, questa volta davvero, verso una figura di una donna che si trasforma. Il giovane soprano ha davanti a sé una strada luminosa, che lo studio porterà col tempo ad essere una vera delizia per i palati più raffinati.

Ialocanda di Lillas Pastias
Photo Ennevi

Il ruolo del torero Escamillo è sostenuto da Gocha Abuladze che nonostante i discreti mezzi ha risolto nell’anonimato il proprio personaggio.

Buono il resto del cast: Ruth Iniesta e Arina Alexeeva rispettivamente Frasquita e Mercédès, Davide Fersini in Dancairo, Enrico Casari in Remendado, Luca Dall’Amico come Zuniga e Biagio Pizzuti, Moralès.

Francesco Ivan Ciampa dirige molto bene con tempi serrati e cercando giuste sonorità nell’orchestra che lo segue negli intenti, registrando una buona prova nel complesso. Ottima anche la prova del coro di Arena di Verona istruito da Vito Lombardi che si trova spesso a cantare ai lati del palco dovendo fare i conti con l’acustica di un palcoscenico enorme. Da segnalare anche la prova del coro di Voci bianche A.LI.VE diretto da Paolo Facincani. Scarna, e ridotta all’osso, la partecipazione coreografica allo spettacolo del corpo di ballo.

Alla fine il pubblico entusiasta ha decretando la riuscita buona della serata.

PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Direzione
Solisti
Coro
Orchestra
Scenografia
Costumi
Pubblico
Articolo precedenteDa settembre parte la Stagione dei Campioni al Teatro de’ Servi a Roma
Articolo successivoDouble Vision al Festival of Voice di Cardiff: l’abito non fa il monaco
carmen-il-titolo-dapertura-per-il-96-opera-festiva-di-arena-di-veronaDirettore d'Orchestra Francesco Ivan Ciampa <br>Regia, Scene e Costumi Hugo de Ana <br>Coreografia Leda Lojodice <br>Lighting design Paolo Mazzon <br>Projection design Sergio Metalli <br>Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani <br>Maestro del Coro Vito Lombardi <br>Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino <br>Direttore Allestimenti scenici Michele Olcese <br>Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona <br>Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici dell’Arena di Verona <br>Carmen <br>Anna Goryachova (22, 29/6 – 11, 17, 21/7 – 3, 9/8) <br>Carmen Topciu (6/7, 22, 25, 28, 31/8) <br>Geraldine Chauvet (12/8) <br>Micaela <br>Mariangela Sicilia (22, 29/6 – 6, 11/7) <br>Ruth Iniesta (17/7) <br>Serena Gamberoni (21/7 – 3, 9, 12/8) <br>Eleonora Buratto (22, 25, 28, 31/8) <br>Frasquita <br>Ruth Iniesta (22, 29/6 – 6, 11, 21/7 – 3, 9/8) <br>Barbara Massaro (17/7 – 12, 22, 25, 28, 31/8) <br>Mercédès <br>Arina Alexeeva (22, 29/6 – 6, 11, 17, 21/7 – 3, 9/8) <br>Clarissa Leonardi (12, 22, 25, 28, 31/8) <br>Don José <br>Brian Jagde (22, 29/6 – 25, 28, 31/8) <br>Walter Fraccaro (6, 11/07) <br>Luciano Ganci (17/7 - 22/08) <br>Francesco Meli (21/7 – 3, 9, 12/8) <br>Escamillo <br>Alexander Vinogradov (22/6 – 6, 11, 17, 21/7 – 3/8) <br>Gocha Abuladze (29/06) <br>Erwin Schrott (9, 12, 22, 25/8) <br>Alberto Gazale (28, 31/8) <br>Dancairo <br>Davide Fersini (22, 29/6 – 6, 11, 17, 21/7 – 3, 9, 12, 22/8) <br>Biagio Pizzuti (25, 28, 31/8) <br>Remendado <br>Enrico Casari (22, 29/6 – 6, 11, 17, 21/7) <br>Roberto Covatta (3, 9, 12, 22, 25, 28, 31/8) <br>Zuniga <br>Luca Dall’Amico (22, 29/6 – 9, 12, 22, 25, 28, 31/8) <br>Gianluca Breda (6, 11, 17, 21/7 – 3/8) <br>Moralès <br>Biagio Pizzuti (22/6 – 21/7 – 3, 9, 12, 22/8) <br>Nicolò Ceriani (29/06) <br>Gocha Abuladze (6, 11, 17/7 – 25, 28, 31/8)