Da blogger a scrittrice: il primo romanzo di Susanna Casciani

Il caso editoriale di Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore

[rating=3] Susanna Casciani è nata a Firenze, classe ’85 e attualmente insegna in una scuola primaria di Pistoia. Ha iniziato a scrivere su internet circa dieci anni fa, su Tumblr ma di quei primi acerbi pensieri non è rimasto nulla data la sua mania di cancellare periodicamente il blog e di aprirne dopo poco tempo un altro con un nome diverso, rendendo spesso difficile seguirla anche ai suoi lettori più fedeli.

Nel 2010 ha trovato un po’ di stabilità e ha aperto la pagina Facebook Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore, diventata in breve tempo un vero e proprio cult della rete e seguita oggi da quasi 200.000 persone.

Il successo e la diffusione virale delle sue frasi, diventate dei veri e proprio aforismi, ha portato il mese di marzo scorso alla pubblicazione di un romanzo dall’omonimo titolo, edito da Mondadori e arrivato nella prima settimana tra i primi dieci libri più venduti su Amazon.

La storia che la Casciani racconta è quella di Anna, 27enne timida e impacciata, che viene lasciata da Tommaso, giovane architetto che lavoro come insegnante di storia dell’arte in un liceo; i due vivono insieme, stanno progettando le vacanze estive quando lui le dice di non amarla più e va via di casa, la ragazza è a pezzi e decide di iniziare un diario in cui conta i giorni passati dalla rottura e raccoglie i pensieri indirizzati al quell’amore ormai lontano.

Inizia così questo romanzo e la trama già ad una prima occhiata non spicca in originalità, anzi è una storia d’amore come tante e anche Anna è una ragazza come tante; non fa nulla di eclatante nel momento in cui viene scaricata, non cambia la sua vita facendo grandi cose nè inizia un viaggio spirituale in giro per il mondo come la protagonista di Mangia, Prega, Ama.

No, lei soffre e basta, come qualunque ragazza normale piange, si dispera, si arrabbia, si crogiola nella dolcezza di quel dolore e piano piano si rialza, un passo alla volta, senza fretta, anzi indugiando in maniera masochistica in quella sofferenza così come capita a tutti di legarsi ad un ricordo e di non volerlo lasciare andare anche quando si sa che è il momento di voltare pagina.

La bravura della Casciani è questa: è la semplicità e la naturalezza con cui sa descrivere sentimenti dalle tinte sempre tenui, i suoi personaggi potrebbero essere paragonati a dei disegni ad acquerello non troppo definiti e per questo adattabili a tutti.

Ogni lettrice o lettore può riconoscersi in Anna e Tommaso e versare inconsapevolmente qualche lacrime mentre affronta la lettura di questo romanzo che scorre tra le dita leggero.

Ammetto il mio iniziale scetticismo nel vedere trasformata una pagina Facebook in un romanzo e non nascondo il fatto che talvolta ho trovato la scrittura della Casciani eccessivamente semplice, ma è anche vero che come dicono gli americani less is more, e per fare un buon libro non è detto che ci voglia necessariamente una scrittura difficile e una trama complicata o originale; in questo caso la spontaneità e la “normalità” che trapelano da Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore sono i suoi punti vincenti.

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