“Drugs Kept Me Alive” di Jan Fabre all’Arena del Sole di Bologna

Martedì 5 e mercoledì 6 marzo, alle ore 21, nella Sala Grande dell’Arena del Sole di Bologna, Troubleyn/Jan Fabre (Antwerp, Belgio), in coproduzione con Maribor 2012 (European Capital of Culture – Solovenia), presenta Drugs Kept Me Alive, testo, regia, scenografia Jan Fabre, drammaturgia Miet Martens, con Antony Rizzi, musiche Dimitri Brusselmans, costumi Andrea Kränzlin, coordinamento tecnico Geert Van der Auwera, tour management Helmut Van den Meersschaut e Katrien Bruyneel.
Spettacolo presentato in collaborazione con AterDanza.

Un grande mago del teatro moderno, Jan Fabre – artista tra i più innovativi della scena contemporanea, promotore di una ricerca artistica tesa ad oltrepassare le barriere espressive – affida una pièce sull’estasi e l’abisso ad Antony Rizzi, performer e danzatore che ha lavorato in diversi spettacoli dello stesso Fabre e con altri coreografi di primo piano della danza contemporanea come William Forsythe.

Tra danza e teatro, Drugs kept me alive è il monologo di un sopravvissuto, un uomo la cui vita scorre a filo con la morte, che ha tentato ogni possibile via di uscita ma ha deciso di giocare d’azzardo: più la morte si avvicina, più pillole, bustine e miscele gli sono necessarie. Sprofonda così nel magma di ciò che lo tiene in vita: il desiderio logorante di intossicarsi. La sua immaginazione crea fate morgane, miraggi che lo avvolgono dolcemente provocandogli un’immensa felicità. È proprio questa continua intensità a nutrire la sua ossessione fino all’estasi. Ma anche un’altra potente droga kept him alive, lo ha tenuto e continua a tenerlo in vita: il suo sense of humour…

«Sono una farmacia danzante!» esclama il performer in uno spazio scenico delimitato da centinaia di boccette di farmaci. Eccentrico e schizzato, con cappello, guanti e scarpe bianchi, accennando passi di danza, Antony Rizzi si presenta al pubblico con il proprio nome e cognome e si racconta, attraverso un linguaggio esplicito e l’enumerazione di droghe – ecstasy, ketamina, GBH, poppers, speed, cocaina, 2C-B, 2C-1, 2C-7, ecc… – la cui assunzione sembra il rimedio per “riuscire ad ammantare di arte la miseria del mondo”. Tra centinaia di bolle di sapone delle più disparate grandezze si snoda con leggerezza lo spettacolo fino allo spettacolare quanto poetico finale.

Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, coreografo, regista teatrale e scenografo belga, sempre teso verso una ricerca artistica che oltrepassi le barriere espressive. Diplomatosi all’Istituto di Arti Decorative e all’Académie Royale des Beaux-Arts di Anversa, città natale dove ha diretto i suoi primi spettacoli teatrali nei primi anni 80, nel 1984 presenta alla Biennale di Venezia The Power of Theatrical madness, spettacolo che connota ancora più chiaramente il suo stile eccessivo e “crudele”, e conferma la tendenza totalizzante e interdisciplinare della sua ricerca, sempre tesa a espandere gli orizzonti in ogni disciplina su cui applica la sua visione artistica. Troubleyn/Jan Fabre è la compagnia teatrale, con un’intensa attività internazionale, che vede Fabre nelle vesti di direttore artistico sin dalla sua fondazione nel 1986.

Drugs Kept Me Alive è in lingua inglese con sovratitoli in italiano. Nello spettacolo viene utilizzato un linguaggio esplicito.

Maggiori informazioni: www.arenadelsole.it

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