
La Compagnia della Fortezza di Volterra festeggia i suoi 30 anni con il nuovo spettacolo Beatitudo, frutto di due anni di lavoro su testi di Jorge Luis Borges, creato dalla mente geniale e visionaria di Armando Punzo. Una genialità che si sposa con un pizzico di follia e con l’immensa vasca ricolma d’acqua che occupa l’intera scena, ossia il campo da calcetto dei detenuti del Carcere di Volterra. Le barriere sono abbattute, ed in un flusso onirico inizia il viaggio labirintico tra le parole di Borges ed i suoi personaggi lievi e poetici, che danzano riflessi sullo specchio incrinato dell’acqua. Le note cariche di pathos dell’eclettico polistrumentista e compositore Andrea Salvadori rendono i tableaux vivants ancor più ammalianti e introspettivi, e guidano lo spettatore verso dimensioni altre e corroboranti.
«Voleva sognare un uomo, sognarlo con minuziosa interezza, e imporlo alla realtà (…) Asciugare le acque di un fiume in piena, prosciugarle prima che inondino le pianure circostanti travolgendo tutto quello che incontrano sul loro cammino, procurando distruzione e morte, è questo il teatro che cerca di arginare la vita che dilaga in noi senza nessun freno, vita che rompe gli argini e si insinua in tutte le pieghe della nostra esistenza per possederci e soffocarci con il suo fluido limo, è questo il teatro che solleva solide barriere e svela in noi spazi inesplorati e segreti, impermeabili e irraggiungibili da queste acque sinistre e violente. Il fiume della vita scorre fino a che non inizia a scorrere la montagna che in esso si specchia immobile, silenziosa e imprevedibile.» (Armando Punzo)