La separazione del maschio di Francesco Piccolo

Einaudi Edizioni

Francesco Piccolo racconta la storia di un inguaribile poligamo, costantemente in bilico tra libertà e solitudine.

Il protagonista ha tradito la moglie con amiche, colleghe di lavoro, conoscenti, ma anche banalmente con la baby sitter, insomma, con chiunque si rendesse disponibile, proprio chiunque, anche la suocera. Ha rapporti sessuali mentre la figlia dorme nell’altra stanza, prima e dopo il matrimonio, seguendo l’impulso irrefrenabile di possedere una donna, non per questo sostiene di amare meno la moglie.

Le molteplici vite parallele che vive in un equilibrio precario, gli danno da una parte un senso di onnipotenza, dall’altra la paura continua di essere smascherato, quella stessa paura che lo induce a tradire ancora, provando il brivido eccitante della trasgressione.

In fondo è una questione culturale, forse non appartiene al popolo italiano, almeno dichiaratamente, ma oltre all’onda degli ultimi libri erotici o pseudo tali, usciti per esempio per Mondadori e Rizzoli, ma non solo, si diffondono sempre di più di siti internet attraverso i quali poter trovare quelle alternative tanto ambite. Locali di cui prima non si parlava, vengono presentati nei programmi tv, luoghi in cui potersi abbandonare a scambi di coppie e sesso di gruppo. Ma la tendenza a rendere sempre più pubblico questo stile di vita, non viene solo dai libri o da internet, i primi promotori sono i politici italiani, allora perché un libro come quello di Francesco Piccolo, dovrebbe suscitare scandalo?

La storia sembra essere la confessione di un uomo comune, che è anche un marito, un padre, un amante. Un uomo che vive scomponendo la vita in piccoli pezzi, secondo un istinto di sopravvivenza sui generis, che prevede tante ancore di salvataggio. Una quotidianità costruita sul terreno instabile della bugia.

Ogni volta che torna a casa, l’uomo si aspetta la scena che avrebbe portato all’epilogo. L’unica soluzione era che Teresa morisse, infatti, “se fosse morta, non avrebbe mai mai scoperto nulla. Se fosse morta, non l’avrei delusa. Se fosse morta, in pratica, non ci saremmo lasciati.”

Quella scena, tanto immaginata, temuta e quasi desiderata, arriva. Teresa dice di averlo visto. Per un attimo tutto si congela, dove ha sbagliato? L’aspirapolvere passata sul letto ha forse lasciato qualche capello di troppo? L’odore del sesso è rimasto attaccato alle lenzuola testimoniando l’atto criminoso? No, niente di tutto questo, Teresa non l’ha visto con nessuna, però è vero che lo ha visto e questo ha messo in crisi il loro rapporto. È qui che Piccolo trova un abile escamotage per ribaltare la situazione, da un momento all’altro ci si aspetta che la pentola scoppi e lo fa, ma non per il motivo più logico che tutti presumono, ossia non perché la moglie scopre i tradimenti. Allora perché?

È qui la bellezza irritante di tutto il libro, nella disarmante imprevedibilità dell’altro. Non sappiamo mai chi abbiamo accanto.

@Neri_Noemi

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