
[rating=3] L’ultima volta che ho visto Corto era in Spagna nel 36,aveva deciso di arruolarsi nelle Brigate internazionali. Qualcuno ha visto una giubba da marinaio indosso ad uno fucilato da quei cani dei miliziani. Ma credo a Bocca Dorata quando dice che di giubbe ce ne sono tante e che Corto ha sette vite come i gatti.
A parlarmi di lui era sempre Hugo Pratt, quando è morto mi ha rassicurato dicendo che qualcun altro avrebbe preso il suo posto, perchè Corto aveva bevuto dal Graal e quindi la sua vita sarebbe stata di una lunghezza eccezionale e per questo altri avrebbero dovuto narrare le sue avventure. Ci sono voluti ventanni,ma per chi ama il mare e l’avventura,il tempo dellattesa è relativo.
Poi Canales e Pellejero hanno preso la china laddove Pratt l’aveva appoggiata. E hanno tirato fuori una storia della gioventù di Corto,una storia che non avevo mai sentito. America del nord, 1915, sulle macerie di una corsa delloro che ormai è solo un ricordo sbiadito,giungono gli echi aggressivi della prima guerra mondiale. Corto deve attraversare il grande nord ed arrivare fino in Akaska per portare una lettera ad una donna, amica di Jack London.
Lo scrittore promette a Corto un misterioso tesoro in cambio del suo favore. Ad accompagnarlo per un breve tratto è Rasputin, incontrerà poi un pugile malinconico,un inuit che pensa di essere la reincarnazione di Robespierre e un pugno di ribelli irlandesi.
Si muoverà tra le montagne e i ghiacci silenziosi,tra orsi bruni e inuit sul piede di guerra,a vegliare su di lui soltanto questo strano sole di mezzanotte. Vedo i paesaggi solenni in cui si muove Corto,sono nitidi,dettagliati,scolpiti nel foglio. Ne riesco ad avvertire un silenzio maestoso che mi incute timore e rispetto al solo guardarlo.
No, non è il tratto a farmi rimpiangere lantico aedo, bensí la parola. Chiara, precisa, colta. Ma il mistero dovè? Ritrovo il Corto sornione e anarchico di sempre, amante delle cause perse e generoso fino al midollo, ma lesoterismo, il mistero, la magia dove sono andati?
Ma i vecchi si sa, sono nostalgici per natura e se poi hanno avuto la ventura di veleggiare in mari aperti e di avere la pelle rugosa indurita da un sole gentile e da un vento amico,allora il gioco è fatto. Ma sanno apprezzare il ritorno di un vecchio amico, seppur diverso da come lo ricordavano.