
In occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, ho deciso di proporre un testo un po’ particolare. Pubblicato per la prima volta nel 1980 e poi ritirato dal mercato per oscenità, venne infine assolto dal tribunale “con formula ampia”. Si tratta di Altri libertini, libro d’esordio di Pier Vittorio Tondelli.
Il testo raccoglie sei racconti ambientati negli anni ’70, in cui un gruppo di giovani è preso nel vortice di droga e sesso, in cerca della propria identità. Attraverso i viaggi ad Amsterdam e Londra, i ragazzi tenderanno continuamente alla libertà, sia con le lotte studentesche – “è questa la scuola, cioè l’esperienza, mica la normalizzazione, te lo dico io che ho imparato più da un pompino che da ventanni di esami” – che con l’affermazione del proprio io: “a noi non frega un cazzo dell’ideologia, ma solo delle persone tout-court e che le alleanze si stringono sui vissuti e mica sulle chiacchere”.
Il “noi” narrativo ne fa un romanzo generazionale, in cui la lotta contro le ideologie diventa una lotta di tutti, all’insegna della riscoperta dei valori e alla cancellazione dei confini tracciati dalle definizioni. Il linguaggio è molto diretto, talvolta blasfemo, ma sempre in linea con il contesto. I punti di ritrovo, che si tratti del Postoristoro, il Cineteatro Lux o il marciapiede delle Splash, è il luogo in cui convergono mondi emarginati, come trans, drogati e omosessuali. Tondelli affronta tutte queste tematiche in maniera priva di formalizzazioni e tabù, restituendoci una fotografia della realtà lucida e nuda da ogni pregiudizio.
Alle tinte più ciniche – “Benny si chiama Benedetto ed era un uomo o meglio un ragazzo ma ora fa la checca con noi ed è il quarto asso del nostro Poker Godereccio e succede alle volte che qualcuna di noi ci fa all’amore, perché è molto dolce, ma bisogna farlo fumare un casino, sei sette spini per metterlo in tiro, a patto naturalmente di tenergli un dito infilato per di là, sennò care mie, nemmeno provarci.” – si alternano quelle romantiche, in cui in tutta semplicità l’autore ci mostra come un omosessuale ami con lo stesso impeto e lo stesso trasporto di un eterosessuale, se non maggiore, date le assurde difficoltà nel poterlo fare senza vergogna: “Mario non vuole che me ne vada quando tento di portarmi fuori per tornare nel mio sacco a dormire. Così ci baciamo eppoi ci alziamo e ci teniamo la mano e passeggiamo sull’erba fredda e rugiadosa fin verso il lago.”
In questa giornata contro l’omofobia, spero che le persone possano riuscire a guardarsi dentro e ad accettarsi, solo così potranno accettare gli altri. Il “diverso” non esiste, siamo tutti esseri umani, forse più che additare le differenze, sarebbe utile chiederci perché è tanto importante sapere i gusti sessuali degli altri? Forse perché non si è ancora compreso i propri.
Credo ancora nel progresso, non quello politico, ma quello delle menti, quello del popolo. Sperando che tutti possiate raggiungere quel luogo: “Sulla mia terra, semplicemente ciò che sono mi aiuterà a vivere.”
Vittorio Tondelli (1955-1991) è stato giornalista, saggista, autore teatrale, animatore culturale, interprete della crisi degli anni ottanta.
Noemi Neri: consulenzaletteraria@libero.it














