
Al NEST – Napoli Est Teatro è andato in scena il 3 e il 4 febbraio lo spettacolo di Marcello Cotugno dal titolo Il corpo giusto, riadattamento teatrale dell’omonimo libro della giornalista, scrittrice e sceneggiatrice Eve Ensler, conosciuta anche come Lady Vagina, parte del corpo a cui ha dato voce nel 2000 con il libro, diventato poi un best seller e una riuscitissima piece teatrale, I monologhi della Vagina, inchiesta delicata, appassionata e divertente sul difficilissimo argomento dello stupro.
Nel 2010 la Ensler dà nuovamente voce alle donne, stavolta per far loro raccontare il disagio di vivere con un corpo costretto a continui paragoni con modelli (anzi modelle, letteralmente) irraggiungibili. “Ho dovuto succhiare, consumare, sfregare, depilare, pompare, bucare, forare, arricciare, tagliare, coprire, schiarire, restringere, stirare, tirare, coprire, appiattire, lucidare, ridurre, morire di fame e alla fine svanire”, dice ad un certo punto l’autrice parlando degli sforzi che ogni donna fa per accettare il proprio corpo, un involucro di carne che pare dover essere continuamente aggiustato anche se non è mai stato rotto.
Cotugno sceglie tre attrici bravissime e molto diverse tra loro per mettere in scena la complessa ma allo stesso tempo rapida e ironica piece: Elisabetta De Vito (memorabile per la sua interpretazione in Non essere cattivo, film di Claudio Caligari del 2015), nei panni della stessa Ensler e le giovani Federica Carruba Toscano e Rachele Minelli, a cui viene affidato l’universo di figure femminili che popolano la scena con i propri racconti e la propria visione del mondo e della bellezza.
L’inchiesta che la giornalista ha compiuto infatti quasi dieci anni fa attraversa il mondo e i suoi canoni di bellezza, diversi di nazione in nazione, di cultura in cultura, intervistando tante donne, tutte in un modo o nell’altro ossessionate dal desiderio di piacere e di essere accettate.
E allora ecco che c’è la modella russa innamorata del suo chirurgo plastico, che mangia di nascosto per continuare ad essere imperfetta e perfezionabile; la figlia di Miss Sudamerica che rincorre tutta la vita l’ideale di bellezza di una madre ossessionata dalla magrezza; due donne afghane che rischiano la morte per mangiare un po’ di gelato e non perdere quei chili in più che le rendono sexy agli occhi dei loro uomini e infine c’è l’autrice stessa, ossessionata dalla sua pancia appesantita dalle gravidanze e dagli anni e diventata ormai un vero e proprio incubo.
Cotugno riesce a maneggiare il testo della Ensler con cura e attenzione, cambiando alcune parti, arricchendolo in altre, ma rimanendo sempre estremamente fedele alla grinta e all’ironia che lo contraddistinguono, a partire dalla scelta azzardata ma felice di far recitare le attrici in reggiseno e mutande per tutto lo spettacolo. Assolutamente spiazzante e riuscitissimo inoltre il finale, forte, aggressivo, portatore del messaggio che i tempi stanno cambiando e che è ora di riprendersi il proprio corpo, rivendicandone la bellezza della diversità e dei segni del tempo che lo attraversano come autografi della storia, di cui andare fiere.
Elisabetta De Vito, protagonista quest’estate dello spettacolo Ferocia al Napoli Teatro Festival, torna sulla scena teatrale partenopea con tutta la grinta e la passione che la caratterizzano, infondendo al suo personaggio quella dose di nevrosi contemporanea e di innegabile forza che contraddistinguono ogni ruolo che interpreta; Federica Carruba Toscano dal suo canto è semplicemente fantastica, perfettamente a suo agio sul palco e abilissima a passare da un personaggio all’altro, dalla risata al pianto, dalla foga alla rassegnazione, a lei va il mio personalissimo grazie per il commovente monologo in sudamericano, una delle parti più riuscite forse di tutta la piece; Rachele Minelli, brava anche lei, risulta un po’ schiacciata tra due personalità forti, fa fatica ad emergere e la sua recitazione appare a volte incerta e titubante, meno coinvolgente di quella delle sue colleghe.
A contribuire al successo e alla buona riuscita dello spettacolo sicuramente anche le musiche dello stesso Cotugno, che vanno dall’elettronica al Nu jazz, e le luci taglienti di Stefano De Vito, a cui si accompagnano le immagine dei magazine e degli spot anni ’50 proiettate sullo sfondo, frutto delle ricerche e delle scelte di Irene Allison.
Nel complesso, Il corpo giusto, è uno spettacolo riuscito, sincero, importante, che riesce a trasmettere il suo messaggio forte e chiaro, ma lo fa con la giusta emotività e determinazione.