Lamagara, un linguaggio denso e “terrestre”

[rating=2] Anno di grazia 1769. Nel Regno di Napoli si sta per consumare l’ultimo atroce processo per stregoneria contro una donna calabrese: Cecilia Faragò. Cecilia è colpevole agli occhi dei suoi accusatori prima di tutto di essere femmina, poi malefica perchè conosce il potere delle erbe e benestante grazie all’eredità del marito. A niente serve la difesa  del suo avvocato, la condanna viene emessa ed è morte perchè la donna ha fatto una “magaria” ai danni di un curato.

Cecilia evoca con un canto in dialetto calabrese le ombre della notte e le stelle del mattino, prima fra tutte lucifero, stella mattutina portatrice di luce. Accarezza la terra, ci infila le mani dentro fino al gomito e, stringendola in mano, ricorda le parole della madre, sua maestra nella scoperta delle erbe “tutti gli uomini dovrebbbero sposarsi e nessuna donna dovrebbe farlo”.

Gli uomini sono presuntuosi vogliono magari dirci anche di chi sarà il regno dei cieli, lei è donna, considerata inferiore perchè nata da una costola dell’uomo, soggetta alla volontà dell’uomo come dice san Paolo nella sua lettera ai Corinzi. Un ultimo accorato appello, una difesa delle donne fatta da una donna che in qualche modo diventa quasi una profetessa, che difende le sue sorelle, mostra loro la via, supplicando infine Diana di riportarla  a casa.

Lamagara

E intanto rievoca un mondo ancestrale, fatto di una terra spoglia, brulla, difficile alla quale a fatica si strappa qualcosa di cui sopravvivere, una terra viva di superstizione e credenze popolari arcaiche testimonianza di una religione della terra che fu, molto prima dell’avvento del cristianesimo.

Una messa in scena che si serve di funi elastiche fissate alle pareti di colore bianco e nero che Faragò- Bianchi usa con maestria, mescolando la parola al gesto. Il linguaggio è denso e “terrestre” e il corpo diventa insieme alla parola uno strumento di narrazione che tenta di accompagnare lo spettatore in questo viaggio, non riuscendoci però completamente.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here