19 giorni alla scoperta di mastodontici ghiacciai, potenti cascate, splendide lagune ghiacciate, tra campi di lava dall’aspetto lunare e frastagliate scogliere baciate dall’oceano, dentro vulcani spenti e grotte di ghiaccio, sulla vetta di terrificanti crateri, alla ricerca di puffin e balene: il nostro tour completo dell’Islanda, la terra del ghiaccio e del fuoco, un viaggio naturalistico e avventuroso accompagnato dai sapori autentici della cucina nordica, tra accomodations paradisiache ed uniche, e feste indimenticabili. Lasciatevi guidare e ispirare!
1. I GIORNO – Reykjavik

La più comoda destinazione per inizare un tour dell’Islanda è sicuramente la capitale nordica di Reykjavik. Noi la raggiungiamo nel pomeriggio, dopo essere atterrati all’aereoporto di Keflavik, perfettamente servito per i voli internazionali, utilizzando il comodo autobus di Grey Line che svolge anche trasferimento in alberghi, guesthouse e campeggi e che impiega circa 50 minuti per la tratta aereoporto internazionale di Keflavik-Reykjavik.
Per i nostri primi due giorni nella capitale abbiamo scelto Kalli’s Apartments, il comfort unico di un appartamento in pieno centro, a due passi da attrazioni e ristoranti, dove ci si sente come a casa grazie soprattutto alla calda accoglienza di Systa, la proprietaria, importante artista locale il cui estro vivacizza e rende davvero unici gli appartamenti e le cui opere possono essere ammirate in importanti edifici della città, come la Nordic House, la Biblioteca Nazionale e Universitaria, la sede del Porto di Reykjavik, ma anche presso le cappelle ospedaliere a Vestmannaeyjar, sull’isola di Heimaey oltre a molte altre suggestive location.
Come primo approccio, muniti di cartina, passeggiamo per le strade della città, ammirando le sue abitazioni colorate, il volo dei gabbiani, antiche dimore di legno d’ebano con il tetto in paglia, curiosando dalle finestre addobbate con gnomi, elfi e luci natalizie.

In serata raggiungiamo il ristorante Grillid all’ottavo piano del Radisson BLU Saga Hotel, per un’immersione completa nella nordic cousine con una vista mozzafiato su Reykjavik: un’esperienza sensoriale vivamente consigliata, con il binomio davvero unico di gusto e vista che colpisce nel segno.
2. II GIORNO – Tra le montagne colorate di Landmannalaugar

Sveglia di buon’ora, abbigliamento trekking (scarponi, zaino tecnico, acqua, panini, giacca impermeabile, guanti, cappello, bastoncini trekking), arriviamo davanti alla splendida Harpa Concert Hall dove l’autobus di Sterna travel ci attende per la grande avventura di Landmannalaugar.
Lungo la strada, in buona parte sconnessa, ammiriamo il Monte Hekla, il vulcano più attivo d’Islanda, le colorate montagne di riolite e le distese nere del campo di lava di Laugarhraun, attraversiamo a tutta velocità numerosi guadi, fino a raggiungere il campo base di Landmannalaugar: da qui parte il trekking Laugavegurinn di cinque giorni definito il più bello del mondo. Noi ci accontentiamo di gustarcelo per un giorno: acquistata la cartina dei percorsi trekking, scegliamo quello di circa 3/4 ore che ci guida tra meravigliose montagne colorate, sorta di tavolozza di un abile pittore grazie alla presenza di riolite, una lava satura di minerali che si è raffreddata molto lentamente dando origine a incredibili sfumature cromatiche. Dopo una impervia scalata controvento, raggiungiamo la cima del variopinto Brennisteinsalda, da cui si gode una vista mozzafiato, tra lingue di neve, campi di lava e montagne cangianti. Quindi ridiscendiamo verso il campo base, tra bocche fumanti e sedimenti di zolfo, per attendere le 18 nelle calde acque della sorgente termale a 200 m dal rifugio: un rito che non va scalfito.

Il ritorno a Reykjavik è per le 22.30/23.00, soddisfatti da una tale bellezza della natura, vera perla degli Altopiani: ad accoglierci uno spettacolare tramonto sul porto di Reykjavik, che illumina la sfaccettata Harpa e tinge di rosa il Viaggiatore del Sole (Solfar) di Jon Gunnar Arnason, la splendida scultura che ricorda nelle sue semplici linee una barca protesa verso l’Oceano.
3. III GIORNO – Il Circolo d’Oro

Salutiamo con nostalgia l’artistico Kalli’s Apartment e presa la macchina da Thrifty Car rental, partiamo on the road su una splendida Ford Kuga 4×4 cambio automatico, con wifi interno e navigatore: la nostra nuova casa! Destinazione della giornata: il Circolo d’Oro. 20 gradi e uno splendido sole ci accompagnano alla scoperta della prima meta: il Parco Nazionale di Pingvellir, Patrimonio dell’Umanità, sito storico più importante d’Islanda, sede dell’antico Parlamento islandese, l’Alpingi, primo Parlamento democratico del mondo. Qui si incontrano la placca tettonica nordamericana e quella euroasiatica, dando origine ad una splendida vallata verde con fiumi, il grande lago Pingvallavatn e meravigliose cascate. Il parcheggio costa circa 5 euro, bagno a pagamento (pagabile anche con bancomat!).

Seconda tappa Geysir (ovvero ‘eruzione’), la sorgente calda da cui tutti gli altri geyser del mondo hanno preso il nome: rimasto attivo per oltre 800 anni, oggi dà pochi segni di vita. Il vicino Stokkur però con intervalli di 5/10 minuti vi stupirà con getti dai 15 ai 30 metri: se volete evitare una bella doccia, ammiratelo a debita distanza.
Ultima tappa della giornata Gullfoss, la cascata più famosa d’Islanda con il suo spettacolare doppio salto di 32 metri che la fa precipitare in una stretta e profonda gola che si spalanca nell’altipiano: la sua potenza (portata media di circa 140 m³/s in estate e 80 m³/s in inverno) e bellezza lascia senza fiato.

In serata, con il sole ancora alto, raggiungiamo il nostro memorabile rifugio della notte: il Buubble, l’hotel 5 milioni di stelle, ovvero una bolla incantata incastonata in uno boschetto di abeti. La struttura, davvero geniale, è quella di un igloo trasparente, in cui si entra con un sistema doppio di cerniere per evitare di disperdere l’aria al suo interno, proprio come un piccolo pallone aerostatico. Al suo interno, circondati da verdi abeti, cullati dal flebile cinguettio degli uccellini, con sopra di noi l’infinito blu del cielo, ci sdraiamo sul soffice letto, in un intimo ambiente minimal, con lampada di legno ed una piccola stufa elettrica. Per i bisogni primari, a pochi passi dalla bolla, dietro il profumato boschetto, una struttura di design, tutta in legno, con due bagni con docce, un tavolo ed una cucina, per gli ospiti. L’esperienza è davvero unica: per goderla appieno, d’estate, vi consigliamo di portarvi due mascherine per gli occhi, il sole si alza presto la mattina (verso le 4.00!).

4. IV GIORNO – Verso l’isola di Heimaey

Ci svegliamo con tutta calma per goderci appieno l’esperienza davvero indimenticabile della bolla, quindi, ci rimettiamo in viaggio tra splendidi panorami, lungo la valle del fiume Pjorsa, fino alla deliziosa cascata Hjalparfoss, i cui due salti sulle colonne di basalto ci accolgono sorridendo sul laghetto blu. Vale la sosta.
Ci dirigiamo verso Landeyjahöfn, per prendere il traghetto per Vestmannaeyjar. Saliamo a bordo verso le 19.45 ed in circa mezz’ora di traversata raggiungiamo Heimaey: ad accoglierci le sue numerose e splendide isole sormontate da casette solitarie, pareti di roccia sorprendenti (klettur) che si gettano a picco nell’oceano e le siluette, disperse tra le nebbie, dei maestosi e al contempo minacciosi vulcani che la sovrastano.

Il porto della piccola cittadina di Heimaey ci accoglie nella sua fortezza di lava, tra alte scogliere frastagliate che ci incantano letteralmente, mentre i due vulcani, che hanno dato origine all’isola mettendola a rischio in più di un’occasione (l’ultima anche molto recente se si pensa al 1973) ci osservano dalla loro altezza.
In serata ci lasciamo sorprendere dalle deliziose e ricercate varietà culinarie di Slippurinn, il vivace ristorante all’ultimo piano di una vecchia officina, dall’ambiente oggi intimo e confortevole, che ci immerge nei nordici sapori d’Islanda: dai cocktails che non ti aspetti al rabarbaro e alla betulla, agli antipasto di alghe marine in sfoglie croccanti, dai delicati sapori di scampi e pesci locali, fino a quello deciso dell’agnello, il tutto accompagnato da vini di pregio e dolci capaci di stupire. Un autentico viaggio culinario delle Westmann Islands.

5. V GIORNO – Heimaey: l’isola dei puffin

Svegli di buon’ora, ci dirigiamo subito all’atteso appuntamento con gli abitanti più buffi e popolari dell’isola: i puffin, sulla punta più meridionale, Storhofdi, la penisola rocciosa collegata all’isola da uno stretto istmo. Qui, muniti di fotocamera e scarpe da trekking, li inseguiamo su scogliere meravigliose, tra pascoli punteggiati di pecore, mentre le pulcinella di mare si librano e sbattono le ali con quel suono e gesto così inconfondibile, gettandosi sull’oceano o atterrando ‘comicamente’ sul ciglio erboso dei promontori: uno spettacolo meraviglioso, che ci incanta.

Dopo questi incontri tanto magici, più probabili da giugno a metà agosto, salutiamo i protagonisti indiscussi delle Vestmannaeyjar per avvicinarci all’altra prima donna dell’isola: il vulcano. Passando tra i campi di lava di Eldfellshraun, la nuova area creata dalla colata lavica del 1973, dopo una sosta nel giardino di lava incantato di Gaujulundur, una vera piccola oasi, giungiamo sotto Eldfell, il vulcano più recente, comparso improvvisamente il 23 gennaio 1973. Con una breve salita, raggiungiamo il cono vulcanico, alto 221m, da cui si gode una vista splendida su tutta l’isola: qui potrete scaldarvi mani e piedi in caldi anfratti del cratere che emettono ancora vapori.

Quindi ci dirigiamo a Eldheimar, il moderno museo aperto nel 2014 che ripercorre le fasi della terribile eruzione del 1973, dall’evacuazione degli abitanti dell’isola, alla lotta per salvare la città fino ai successivi scavi e alla ricostruzione. Al suo interno potrete osservare una casa dissotterrata da 50m di lava, con le pareti crollate ed i mobili capovolti: un’impressionante visione catastrofica. Il museo ospita anche una mostra dell’eruzione del 1964 di Surtsey, isola oggi sito dell’UNESCO.

In serata ci regaliamo una nuova esperienza culinaria, all’Einsi Kaldi, il raffinato ristorante al piano terra dell’Hotel Vestmannaeyjar, in uno storico edificio oggi con un design ricercato e ‘vulcanico’ nelle sue linee naturali e nordiche, i cui piatti evocano mareggiate e scogliere sopraffini. Il ristorante è famoso anche per il servizio di catering e per gli eventi che organizza nei luoghi più suggestivi ed inusuali delle Westmann Islands, come musei ed isole inabitate.
6. VI GIORNO – Passeggiando sui ghiacciai verso Vik

Alle 8.50 riprendiamo il battello salutando già con nostalgia la magica isola, che si prepara ad accogliere la più importante manifestazione all’aperto di tutto il paese, la tre giorni del Pjodhatid con musica, danza, falò e fuochi d’artificio. Heimaey ci dà l’arrivederci con un guizzo in lontananza di una balena, mentre le pulcinella al largo zampettano rapidamente spaventate dal traghetto e i klettur svettano controluce.
Rimontiamo in macchina, per ammirare la Seljalandsfoss, la magnifica cascata che con un salto di 60m si getta in un laghetto verde: premunitevi di k-way e pantaloni impermeabili per osservare la magnifica cascata anche da dietro il salto d’acqua.

In tarda mattinata raggiungiamo l’Arcanum Glacier Cafè per partire per un’emozionante passeggiata sul Sólheimajökull, suggestivo ghiacciaio, organizzata dagli esperti Mountain Guides. Muniti di picchetti, ramponi e cintura di sicurezza, percorriamo un breve sentiero che sfiora la laguna e i suoi iceberg solitari, arrivando ai piedi delle lingue glaciali. Tra rivoli d’acqua, grotte di ghiaccio, cristalli macchiati di polveri laviche, sorsi di pura acqua cristallina e fanghi della bellezza, la passeggiata di circa tre ore si rivela davvero emozionante.

Dopo caffè e hot dog, ci catapultiamo su un set alla Lost sulla spiaggia di Solheimasandur dove nel 1973 l’aeroplano Douglas DC-3 fu costretto ad un atterraggio di emergenza: il relitto svetta improvviso tra le piatte dune di sabbia nera, dopo una lunga passeggiata di circa 40 minuti capace di minare la vostra sicurezza circa la sua esistenza. Ma non abbiate paura: lasciatevi guidare dalla frotta di turisti e non sbaglierete strada!

Quindi ci dirigiamo verso la piccola e accogliente Vik, per ammirare uno splendido tramonto a Dyrholaey, dove svetta l’enorme arco di pietra, passaggio obbligato verso l’oceano, le splendide spiagge nere e le pulcinella di mare, che, voltando lo sguardo, improvvisamente, sul far della sera, emozionati, scopriamo a pochi centimetri da noi, sulle creste erbose e sferzate dal vento del promontorio.
7. VII GIORNO – Dalle spiagge nere di Vik a Kirkjubaejarklaustur

Svegli di buon’ora, prendiamo la strada n.215 per raggiungere la meravigliosa spiaggia nera di Reynisfjara, con le sue splendide colonne di basalto, le numerose grotte ed i maestosi faraglioni di Reynisdragur, troll sorpresi dai primi raggi del sole e tramutati in pietra nel tentativo estremo di raggiungere la riva. Aguzzate vista e orecchie: dalle scogliere giovani puffin spiccano i loro prodi voli verso l’oceano, con buffi atterraggi e decolli.

Ripresa la road n.1, facciamo una breve sosta a Laufskalavarda, la distesa suggestiva di tumuli di pietra, simbolo di buona fortuna, nel sito storico che ospitava una grande fattoria prima della distruzione portata dall’eruzione del vulcano Katla nel 894. Anche noi, come di rito, mettiamo una pietra portafortuna su un tumulo e ci apprestiamo ad entrare nella regione dei Sandar, le pianure sabbiose di origine glaciale, diretti verso Kirkjubaejarklaustur, detta più semplicemente ‘Klaustur’.

Poco più a ovest di Klaustur, svoltiamo sulla 206, e lungo la strada per Laki, ci fermiamo ad ammirare Fjaðrárgljúfur, lo spettacolare canyon scavato dal fiume Fjadra due milioni di anni fa, raggiungibile con un breve sentiero.
Arriviamo così a Klaustur, dove una gradinata scavata nella collina posta alla fine del villaggio ci porta sulla cima della Systrafoss (cascata delle sorelle), una doppia cascata sulla cui sommità si ammira un bel panorama del villaggio e del Landbrotsholar, un vasto campo punteggiato di piccoli crateri verdi nati dall’arrivo della lava nelle zone paludose. Da qui si può procedere con un trekking lungo il lago Systravatn, dove un tempo si facevano il bagno le suore del convento, fino alla Stjornarfoss e al Kirkjugolf, un lastricato basaltico naturale.

8. VIII GIORNO – Verso Hofn, sugli iceberg di splendide lagune ghiacciate

Riprendiamo la 1, direzione Skaftafell, lo splendido Parco Nazionale di Vatnajökull, che ospita vedute mozzafiato su cascate, ghiacciai e vette aguzze. Noi scegliamo come primo itinerario quello più semplice e battuto che ci conduce in meno di un’ora ad ammirare tutta la maestosità dello Skaftafellsjökull, l’immenso ghiacciaio punteggiato di sabbia lavica. Quindi torniamo indietro e con un nuovo breve sentiero di 1,8 km saliamo fino alla Cascata nera più fotografata d’Islanda, la Svartifoss, che si getta con un salto di 12 m tra lucide colonne di basalto nero.
Rimontiamo quindi in macchina verso le lagune ghiacciate tra panorami davvero maestosi che incantano con le loro montagne afferrate dalle nebbie, punte brillanti di ghiacciai e distese laviche.

Prima meta la minore delle lagune ma non meno affascinante, la Fjallsarlon, i cui iceberg navigano placidamente proprio di fronte al possente ghiacciaio, scambiandosi trasparenze e abbagli. Quindi arriviamo alla maggiore Jökulsarlon e restiamo letteralmente incantati ad ammirare i 25mq di laguna sulla cui superficie galleggiano spettacolari iceberg. Montiamo sull’Amphibian Boat per un tour semplicemente unico tra gli azzurri giganti striati di nero, assaggiando il ghiaccio antico, ammaliati dalle figure incantate che emergono dai ghiacci, col volto sferzato dal vento, il sole riflesso a filo d’acqua, e le sterne in volo sopra di noi.

Dopo aver salutati gli iceberg dal loro imbocco del fiume Jökulsa fino al raggiungimento del mare dopo una pausa sulla nera spiaggia (qui, con un pizzico di fortuna, potrete ammirare banchi di foche), riprendiamo la 1 diretti verso l’accogliente Hofn.
La serata termina da Pakkhus, il ristorante più artistico del villaggio, posto in un elegante magazzino sul porto, che serve pesce freschissimo con piatti ricercati propri della nordic cousine: un climax nei sapori nordici più puri, che ‘esplode’ nel dessert, lo skyr volcano. Non vi dimenticare di assaggiare la birra locale unica nel suo genere, la Vatnajökull, prodotta con acqua proveniente dal millenario ghiacciaio e aromatizzata con timo artico.

9. IX GIORNO – Alla scoperta di Hofn diretti a Seydisfjordur

Svegli di buon’ora, andiamo alla scoperta del bel villaggio insieme ad una guida d’eccellenza, Hulda, che con il suo cappello giallo da marinaio inconfondibile, ci guida nell’area del porto, tra gli edifici più antichi, come il centro informazioni, alle origini del magico villaggio di pescatori, in officine adibite a musei dove scopriamo la foto e la storia del padre di Hulda, vera celebrità locale, che al villaggio ha lasciato in eredità la nostalgica barca in legno Akurey, su cui saliamo e ci lasciamo emozionare dai ricordi narrati. Un tour emotivamente ricco, di storia e natura, con una spettacolare vista sul Vatnajökull e sull’oceano, che termina con un assaggio gastronomico sulle tipicità locali riviste da Pakkhus. Per maggiori informazioni consultate il sito di Hofn Local Guide: oltre alla bella passeggiata di circa 2 ore nel cuore di Hofn, potrete scegliere un itinerario sulle orme delle antiche rovine di Ægissíða o un tour personalizzato ad hoc per avventure ‘lente’ nei dintorni del villaggio, senza stress e cellulare.

Quindi ci immergiamo nel mondo delle langoustine da Humarhofnin, il lussuoso ristorante dedicato esclusivamente agli scampi, che serve lo squisito e freschissimo crostaceo in tutte le salse, in piatti arricchiti di insalata e serviti con pane e burro, il tutto in un ambiente arancione perfettamente in tinta. Noi scegliamo il grande mix of whole langoustine and tails, servito con tanto di istruzioni e pinzette per degustare il crostaceo nella sua interezza, insieme ad un bel bavaglio e salviette calde per non sporcarsi e ripulirsi le mani.
Rimontiamo in macchina, direzione Seydisfjordur: per strada ci fermiamo in visita a Djupivogur, un pittoresco villaggio di pescatori che vanta il porto più antico del paese, esposizioni d’arte e la monumentale opera d’arte Eggin í Gleðivík di Sigurdur Gudmundsson che mostra 34 grandi uova in marmo sul molo, in rappresentanza di tutte le specie di volatili presenti in Islanda.

In serata raggiungiamo la bohemienne Seydisfjordur, con le sue casette di legno colorate risalenti all’Ottocento, importate prefabbricate dalla Norvegia, il suo bel lago dove si affacciano e riflettono le abitazioni colorate e le montagne innevate, e Blaa Kirkjan, la Chiesa Blu: passeggiando per le sue stradine artistiche, l’impressione è quella di trovarsi su un set cinematografico, con punte surreali per l’estate di comignoli da cui esce il fumo caldo di caminetti accesi.
10. X GIORNO – Verso Myvatn

Col diradarsi della nebbia serale, salutiamo di buon mattino il creativo villaggio, per andare alla scoperta di Borgarfjörður eystri, che cela la dimora della Regina degli Elfi, ovvero l’Alfaborg (Roccia degli Elfi) da cui si domina il bel panorama circostante, la Lindarbakki, ovvero la casa risalente al 1899 più ‘pelosa’ d’Islanda, con i suoi verdi ciuffi che ingombrano quasi totalmente tutta la sua superficie. Con un pizzico di fortuna, potrete riconoscere anche la sua arzilla proprietaria intenta nelle sue faccende. Infine, 5 km dopo la chiesa del villaggio, sull’isola raggiungibile dalla terraferma di Hafnarholmi, ritroviamo una splendida colonia di pulcinella di mare, che si lascia osservare senza paura nelle sue attività quotidiane: un’emozione indescrivibile.

Quindi ci dirigiamo verso Myvatn e per strada, sull’incrocio delle strade 925 e 926, vicino alla centrale idroelettrica di Lagarfossvirkjun, ci imbattiamo in una meravigliosa Geirsstadakirkja, replica di una chiesa di fattoria del periodo vichingo (930-1262), tutta completamente in legno, erba e terra, al cui interno potrete ammirare gli antichi metodi di costruzione ed una bella croce in legno e dove potrete fare una pausa pic-nic sul tavolino e panchine poste davanti alla struttura.

Dopo l’incontro con canyon e piccole cascate, ci inoltriamo nella regione del lago Myvatn, esplorando la lunare Hverir, dalla bellezza ultraterrena con il suo suolo color ocra, i soffioni, le fumarole e le pozze di fango bollente, dirigendoci quindi, tra terre fumanti, celestiali bagni naturali e campi di lava, verso Skutustadagigar, a sud del lago.

Qui pernottiamo a Litla Stella, un delizioso cottage tutto in legno di betulla, con parquet, area relax con divano e plaid, cucina, bagno con doccia (acqua calda naturale rigorosamente geotermale) ed un letto accogliente, tutto decorato con cura e gusto. Un piccolo angolo di paradiso, immerso nel giardino con fragole e rabarbaro vista montagne, con un hot tube fumante a disposizione dove immergersi in relax e a due passi dagli pseudocrateri che circondano il laghetto di Stakholstjorn. Noi li raggiungiamo sul far del tramonto, avvolti da una luce calda e fatata, con il calmo lago incrostato da miriadi di uccelli marini.
11. XI GIORNO – Da Myvatn a Fjalladyrd

Salutiamo il bel cottage ed andiamo alla scoperta dell’enorme campo di lava di Dimmuborgir, dove nere formazioni ricordano chiese e castelli, formando pinnacoli ed archi. Quindi visitiamo la Grjotagja, la grotta piena di splendida acqua azzurra e trasparente a 45°, diventata famosa grazie a Trono di Spade: è qui infatti che scoppia la passione tra Jon Snow e Ygritte. Vi si accede con una stretta fessura nella roccia, occhio a star sufficientemente bassi per evitare brutti bernoccoli.

Non possiamo salutare Myvatn senza una visita a Krafla, la regione vulcanica attiva tra le più pericolose, con i suoi immensi campi di lava, i più imponenti d’Islanda, le fumarole, i crateri, una centrale elettrica geotermale che rifornisce tutta la zona di acqua calda e dall’inconfondibile odore di zolfo e Viti, il cratere che custodisce una pozza d’acqua verde dove è vietato fare il bagno.
Nel pomeriggio raggiungiamo il punto informazioni di Myvathn per andare alla scoperta della grotta di Lofthellir con un tour a dir poco elettrizzante organizzato da Saga travel. Dopo circa 40 minuti in fuoristrada e una passeggiata di 20 minuti tra spettacolari campi di lava ed una fitta pioggerellina, raggiungiamo la grotta: muniti di elmetto con luce e stivali di gomma, da veri speleologi, strisciamo lungo un pertugio aiutati da alcune funi ed entriamo nella grotta, dove ci attendono percorsi carponi e scivolate su lastre di ghiaccio, per raggiungere meravigliose sculture di ghiaccio che la nostra guida ci fa apprezzare in pieno, ora con giochi di luce ora con un buio completo che ci permette di porre attenzione sui magici suoni dei cristalli. Un’esperienza davvero unica, ma che consigliamo solo a chi è in ottima forma fisica, non soffre di claustrofobia ed è munito di giacca, pantaloni e guanti caldi e impermeabili per poter scivolare, arrampicarsi e strisciare sul ghiaccio senza il rischio di bagnarsi e ghiacciarsi (dentro la grotta siamo sugli 0 gradi). Sconsigliato portarsi una macchina fotografica ingombrante: rischiereste di non riportarla integra indietro.

In serata raggiungiamo Möðrudalur, dove ci rifocilliamo nell’ospitale Fjallakaffi, il ristorante accogliente tutto in legno che serve piatti tipici e locali, con cibi provenienti dalla stessa fattoria, freschi e genuini, abbinati a presentazioni ricercate. Pernottiamo presso il nuovo edificio di Fjalladyrd inaugurato a luglio 2017, con camere spaziose e arredate con gusto nordico, minimal ed elegante, bagno privato e luci d’effetto, regolabili, che puntellano il soffitto in legno come una cascata di stelle. Per maggiori informazioni: www.fjalladyrd.is

12. XII GIORNO – In superjeep ad Askja

Partenza alle 7.30 per il tour di Askja in superjeep con il giovane esperto Óðinn: un’avventura emozionante tra distese laviche a dir poco lunari, attraversando i due impetuosi fiumi glaciali di Kreppa e Jökulsá á Fjöllum e numerosi e impervi guadi, tra incantati arcobaleni, secondo la tradizione nordica passaggio verso il Walhalla. Raggiungiamo così il parcheggio di Askja dove, percorrendo circa 2,5 km, raggiungiamo il cratere del vulcano Dyngjufjöll, sito della caldera Askja. Qui, tempo permettendo, potrete ammirare il lago Öskjuvatn color blu zafferano, nel cuore del cratere, circondato da montagne innevate e le acque lattiginose di Viti, il più piccolo cratere al suo fianco, nelle cui acque è possibile fare il bagno.

Dopo esserci rifocillati al rifugio, che mette a disposizione degli ospiti una bella cucina, rimontiamo sulla superjeep per inoltrarci nel cuore della riserva naturale del Herdurbeidarlindir, sulle tracce del famoso fuorilegge islandese Fjalla-Eyvindur, che qui si rifugiò per sfuggire alla legge.
Verso le 18.30 torniamo a Mödrudalur accolti dalla simpatica capretta di Fjalladyrd per una ricca cena al Fjallakaffi e goderci un bellissimo tramonto sui tappeti erbosi della fattoria, prima di ritirarci per la notte.
13. XIII GIORNO – Verso Husavik

Dopo una bella colazione con protagonista un caldo pane fatto in casa, affettati, cereali, succhi, latte e caffè, ripartiamo direzione Husavik.
Lungo la strada, ci fermiamo per una visita resa breve dall’incessante pioggerellina in una delle aree protette più vaste d’Europa, il Parco Nazionale di Vatnajökull, nell’area dello Jökulsárgljúfur, che cela lo spettacolare canyon di Asbyrgi, a forma di ferro di cavallo e la possente Dettifoss, entrambi facilmente raggiungibili con brevi passeggiate a piedi.

Quindi raggiungiamo Husavik, la capitale islandese del whale watching, dove il maltempo ci costringe a saltare l’escursione in barca organizzata da North Sailing alla scoperta della magnifica natura della baia di Skjalfandi per osservare le balene, i delfini e gli uccelli marini nel loro habitat naturale. Ci rifugiamo così al Fosshotel di Husavik, la perfetta sistemazione contro le intemperie, dove il design ed il comfort sono di casa, per riposarci e cenare.
14. XIV GIORNO – Da Akureyri al paradisiaco Raven Hill Lodge

Dopo un’ottima colazione internazionale, partiamo alla scoperta della Godafoss, la Cascata degli Dei, una delle più belle cascate d’Islanda, considerata sacra perché i tre getti principali di 12m rappresenterebbero la sacra triade: Odino, Thor e Freyr. Una potenza e bellezza davvero unica.

Quindi passiamo da Akureyri, la seconda città d’Islanda, a due passi del Circolo Polare Artico, dove svetta l’Akureyrarkirkja, progettata dallo stesso architetto della chiesa simbolo di Reykjavik: un edificio bianco e imponente, che si raggiunge con una bella scalinata circondata da fiori. Passeggiamo tra casette colorate, animati caffè e librerie, bei ristoranti, semafori con illuminazioni fatte a cuore ed il Lystigardutinn, il giardino botanico dai colori e profumi nordici più settentrionale del mondo: un’ottima base per visitare il Nord dell’Islanda.

Ci dirigiamo allora verso Dalvik, più precisamente in quel piccolo angolo di paradiso che è il Raven Hill Lodge, immerso in una verde valle circondata da montagne innevate, con lodge privati dal tetto ricoperto di erba, tutti rigorosamente di legno e con quel gusto che scalda il cuore di baita di montagna. Qui troviamo un caldo hot tube, un’ottima accoglienza, una cena sopraffina e la ‘sala giochi’: un edificio in legno con ping pong, attrezzature per ginnastica e yoga, ed una splendida sala da biliardo. Da qui il proprietario Jökull Bergmann, fondatore e guida per l’Arctic Heli Skiing, prima e unica guida di montagna certificata UIAGM-IFMGA, organizza avventure in elicottero sull’Artico fino alla Groenlandia, oltre a tour di heliski nella Troll Peninsula che raggiungono l’oceano sotto il cielo di mezzanotte striato dai colori accesi dell’aurora boreale: un’esperienza davvero unica e mistica. La stagione inizia da fine febbraio e si protrae fino alla fine di giugno. Per maggiori informazioni: www.arcticheliskiing.com
15. XV GIORNO – Il Great Fish Day di Dalvik

Salutiamo Pavle e Sonja che, con il loro piccolo bimbo, si prendono cura degli ospiti del Raven Hill Lodge con una gentilezza unica, per catapultarci nella festa più importante dell’estate islandese: il Great Fish Day di Dalvik. Qui i produttori di pesce ed altre importanti società, la più grande della quali è la Samskip, organizzano sul porto ogni secondo weekend di agosto una grande abbuffata di pesce per tre giorni, dalle 11 alle 17, gratuita per tutti i visitatori. Ci ritroviamo così circondati da banchi che offrono hamburger di pesce, pesce secco, sushi, pesce fritto, zuppe di pesce, insomma pesce in tutte le salse fino a bibite aromatizzate, caffè, gelato e gadget tra palchi dove si esibiscono giovani cantanti e spettacoli per bambini, con sullo sfondo l’acqua azzurra dell’oceano e alle spalle montagne innevate: un’esperienza sensazionale e inebriante! Un consiglio: arrivate presto, prima di mezzogiorno, per evitare file chilometriche per accaparrarvi il vostro pasto. Anche il villaggio partecipa con gioia a questa festa e le case si addobbano con pupazzi di vecchi marinai, reti da pesca, troll e folletti. Se trovate un palloncino alla porta, bussate ed entrate: vi verrà offerta una squisita zuppa di pesce!

Rimontiamo in macchina a malincuore, per raggiungere i due piccoli villaggi di Ólafsfjörður e Siglufjörður, che si affacciano sul fiordo Eyjafjörður. Munitevi di tanta pazienza perché da Dalvik per raggiungere il primo villaggio dovrete attraversare uno stretto tunnel di 3 km a una sola corsia, con aree di cambio ogni 20m: aspettate il vostro turno e non fatevi prendere dalla furia, rischiereste di creare un ingorgo insormontabile!
La strada ed i villaggi regalano però scorci unici e, aguzzando lo sguardo, con un po’ di fortuna, potrete avvistare addirittura qualche balenottera.

Nel tardo pomeriggio visitiamo l’Hvítserkur, il possente faraglione dalla forma di Elefante, sulla costa orientale della penisola di Vatnsnes: in realtà, secondo la leggenda, sarebbe un troll pietrificato dalla prima luce dell’alba mentre tentava di distruggere il monastero di Pingeyrar. Con la bassa marea, potrete toccargli le mastodontiche zampe ricoperte da alghe e conchiglie, passeggiare ai suoi piedi, raccogliere conchiglie sulla nera spiaggia su cui poggia. Non dimenticate, guardando il faraglione, di dirigervi alla sua destra, dalla spiaggia o attraverso un breve sentiero: spesso, da quelle parti, riposano cullate dagli ultimi raggi di sole, sul bagnasciuga, colonie di foche, che si crogiolano indisturbate, tra comiche e inverosimili pose da vere equilibriste. Uno spettacolo da non lasciarsi scappare!

In serata ci fermiamo nell’ottimo Hótel Laugarbakki, in una bella stanza dal design nordico, ampia e confortevole, con bagno, doccia e wi-fi, in un’area tranquilla immersa nella natura.
16. XVI GIORNO – Hvammstangi: sulle tracce delle foche

Rifocillati da una bella colazione continentale, andiamo verso Hvammstangi alla ricerca delle sue note colonie di foche nei punti panoramici Svalbard e Illugastadir: le osserviamo da lontano, con binocoli, tra le fredde acque dell’oceano, insieme a una variopinta moltitudine di uccelli.

Salutiamo le foche, direzione penisola di Snaefelness. Prima tappa la cittadina portuale di Stykkisholmur, costruita intorno al pittoresco porto naturale dove si ripara l’isoletta di basalto di Sugandisey, col bel faro e da cui si gode una splendida vista sul Breiðafjörður e sui gabbiani e pulcinella di mare in volo.

Quindi raggiungiamo Olafsvik, con una sosta obbligatoria allo spettacolare Kirkjufell, il famoso monte a punta tra i più fotogenici d’islanda, che si erge sullo sfondo della Kirkjufellsfoss, una cascata anch’essa tra le più fotografate.
Arrivati a Olafsvik, il piccolo villaggio di porto ci regala un tramonto rosa semplicemente unico, preceduto da un doppio arcobaleno che riflettendosi sulle acque del porto si trasforma in una X dai mille colori, il cui arco racchiude la cittadina: meraviglia dopo meraviglia!

17. XVII GIORNO – Ritorno a Reykjavik

Di buon mattino raggiungiamo la vicina Rif, dove nidificano numerosi uccelli: guidate con attenzione, spesso le sterne nidificano al bordo delle strade ed i loro folli voli le portano contro le auto di passaggio.
Quindi, attraversando il parco nazionale dello Snaefellsjökull, arriviamo al cratere Saxholl, la cui vetta è facilmente raggiungibile con una ripida scalinata di pochi minuti: la vista, dall’alto, è splendida e domina le distese laviche di Neshraun.

Proseguendo sulla 574 avvistiamo la spiaggia di sabbia nera di Djupalonssandur: con un breve percorso a piedi tra spettacolari formazioni rocciose, che comprendono una chiesa degli elfi e una troll femmina pietrificata, raggiungiamo la spiaggia cosparsa di pietre levigate dagli agenti atmosferici e dai resti del peschereccio Eding che qui fece un terribile naufragio. Al ritorno, testiamo la nostra forza con le famose 5 pietre da sollevamento utilizzate secondo la tradizione per scegliere i veri marinai che si sarebbero allontanati da Dritvik verso il mare aperto, passiamo sotto l’arco roccioso di Gatklettor e rimontiamo in macchina.

Circa 2 km a sud, scendiamo verso il faro di Malarrif, da cui si possono ammirare gli straordinari pinnacoli rocciosi di Londrangar, ovvero la chiesa degli elfi, quindi proseguiamo verso Arnarstapi, dove svetta il monumento dedicato a Bardur, lo spirito guardiano della regione. Da qui partono numerose escursioni per il ghiacciaio Snaefellsjökull.

Salutiamo la penisola di Snaefelness, vera sintesi delle bellezze d’Islanda, e raggiungiamo Reykjavik dove, dopo aver lasciato la mitica Ford Kuga, ci rilassiamo al Fosshotel Reykjavik, dal design elegante e dal comfort unico, il più grande albergo dell’Islanda, a pochi passi dalla città vecchia, che offre anche un’ottima cena a buffet in un ambiente intimo e rilassato.
18. XVIII GIORNO – Inside the Volcano

Sveglia alle 6.30, facciamo colazione e alle 7.30 ci vengono a prendere per una nuova emozionante avventura: un viaggio Inside the Volcano, all’interno del vulcano inattivo Thrihnukagigur, il solo ad oggi visitabile!
In autobus raggiungiamo il Blue Mountains Country Park, dove ci attrezziamo con un impermeabile giallo e partiamo, sotto l’acqua, verso il Thrihnukagig: una camminata di circa 45 minuti tra distese laviche che il clima, sommergendolo di pioggia e nebbia, rendono surreale. Sembra quasi di essere una fila di astronauti sulla luna!
Finalmente raggiungiamo il rifugio ai piedi del vulcano: ci togliamo l’impermeabile, ci asciughiamo e riscaldiamo, quindi indossiamo un elmetto con luce e cablaggio di sicurezza e saliamo lungo la ripida scalinata che ci porta sulla cima del vulcano. Qui, messi in sicurezza con un’imbracatura, saliamo sull’ascensore aperto, collegato ad una gru, che lentamente, ci porta all’interno della camera magmatica, tra pareti cangianti, per 6 minuti di discesa fino a 120 m di profondità, nel cuore del vulcano preservatosi per oltre 4000 anni. Solitamente, dopo l’eruzione, la lava, raffreddandosi, chiude il cratere, ma nel vulcano Thrihnukagig il magma nella camera è del tutto scomparso, una cosa più unica che rara. Come veri speleologi, la visitiamo nei circa 30 minuti a disposizione, scrutandone ogni più piccolo e affascinante anfratto. Quindi ci imbrachiamo nuovamente e saliamo verso la superficie, passando per quella cavità di circa 4 × 4 m di larghezza che ne rappresenta il conico ingresso. Tornati al rifugio, ci rifocilliamo con una calda zuppa di carne, prima di riprendere il bagnato cammino verso l’autobus.

Rientriamo a Reykjavik verso le 14, stanchi ma soddisfatti. Nel pomeriggio possiamo scegliere tra la ben nota Laguna Blu ed un tour della città: scegliamo quest’ultimo, per passeggiare nella vecchia Reykjavik fino al lago Tjörnin, visitato da oltre 40 specie di uccelli migratori. Quindi ci dirigiamo al vecchio porto, per una cena davvero esperienziale al Matur og Drykkur, all’interno del Museo delle saghe: in un intimo locale dal design raffinato e tipicamente nordico, le specialità vanno dalle chips di alghe alla zuppa di halibut, fino alla scenografica e un po’ inquietante testa di merluzzo, dal gusto però davvero squisito, ed al cuore d’agnello, con dolci unici come lo skyr con granita di rabarbaro e le piccole ciambelle caramellate. Un viaggio tra i sapori nordici inimitabile.

19. XIX GIORNO – Reykjavik

L’ultimo giorno lo dedichiamo a Reykjavik: per visitare la città con tutta tranquillità, vi consigliamo la Reykjavik City Card, che consente l’ingresso alla maggior parte delle gallerie d’arte e dei musei, oltre a viaggi illimitati sugli autobus Straetò e sul traghetto per Videy. Noi visitiamo l’Harpa Concert Hall, una delle architetture più belle della città, vero scintillio dalle mille sfaccettature che si rispecchia sul porto, con una visita guidata di circa 30 minuti, dove ne esploriamo i bei interni, la sala da concerto, e ne ripercorriamo la storia. Harpa offre inoltre spettacoli di qualità e proiezioni stupefacenti, come quella dell’Iceland Expo Pavillion: un unico film a 360 gradi dove le pareti e il soffitto formano un’unica unità visiva cubica che circonda globalmente lo spettatore, trasportandolo per 15 minuti tra le meraviglie dell’Islanda.

Quindi, prima di salutare la splendida isola, pranziamo al Glò, il ristorante biologico e vegetariano nel cuore della città vecchia, dove è possibile scegliere ricchi piatti aromatizzati con erbe e piante nordiche dal ricchissimo salad bar, in combinazioni nuove e gustose, come i cannelloni o le lasagne rivisitate vegan aromatizzate con erbe nordiche.
Ultimi sapori del nord per chiudere un tour capace di scalfire e rimodellare corpo e spirito: 200 km di trekking e oltre 3000 km on the road per panorami a dir poco mozzafiato e avvenuture adrenaliniche semplicemente uniche.

Stupendo!!!