
Benedicta Boccoli, Maurizio Micheli, Antonella Elia, Ninì Salerno, quattro in una casa nuova: quella di questi ultimi due, una coppia nella quale egli è l’attore cinematografico con un nuovo film in gestazione e lei con un vestito color arancio a spacchi vertiginosi e accessori in oro come le decorazioni dell’abito suggeriscono, apre la scena. Casa a mattoncini a vista, una vetrata che arreda la scena, con la vista dei campi da tennis, scale, un bagno color giallo fluo, sono gli arredi della nuova casa da mostrare ai due cari amici, Benedicta Boccoli e Maurizio Micheli appunto.
Questi è scrittore di sceneggiature, ed il pretesto è anche la nuova stesura oltre che l’appartamento a creare l’incontro. Quattro amici, due coppie, una combinazione a quattro elementi fa il gioco dello spettacolo. Tutti amici, nessuno si stima. Tutti innamorati più del momento, piuttosto che dell’altro. Ogni situazione, elemento, arredo, comportamento è luogo di critiche, commenti ed ilarità da parte degli altri. Se non c’è stima e non c’è amore allora l’attrazione e lo scambio delle coppie fanno la trama: l’uno con l’altra, l’altro con l’una e se non si sa come uscirne anche lui e lui, ovvero lei con lei.
Colori, vestiti un po’ trash, righe e pois, situazioni esasperate, canzoni di Pupo e Iva Zanicchi, sedie carnascialesche, cerchietti sul tavolino, disordine di coppia e riallocazione senza fine delle relazioni; le battute e le comicità di grande uomo di spettacolo del regista ed attore in scena Maurizio Micheli, le abilità coreografiche di Benedicta Boccoli, il savoir-faire comico di Ninì Salerno, le avvenenti moine di Antonella Elia creano due atti di affabile compiacimento scenico di collaudate abilità dei protagonisti.
Termini in disuso come acquietarsi, piuttosto che calmarsi, echi di barese e un ritmo di risate di provata riuscita, creano la serata al Teatro Parioli orfano sin dalle parole della moglie in proscenio all’apertura di sipario, del direttore artistico nonché grande nome della commedia napoletana Luigi De Filippo, un altro saluto della grande dinastia partenopea, fanno il divertimento di un parterre di grandi nomi dello spettacolo italiano, come è doveroso di una prima. Ma anche gli altri affecionados del teatro o comunque spettatori gradiscono questa sicura comicità.
Sentimenti parecchio diffusi e molto popolari, quali antipatia, mancanza di stima, indifferenza e disprezzo sono gli ingredienti che portano dall’amore all’odio totale e feroce. Ci si innamora ma non ci si crede. Si ha voglia di divertirsi ma ci si annoia. Si potrebbe cambiar vita ma non è facile. Pretesti di una serata diversa, nel testo di Norm Foster, e l’applauso c’è per “Il piu’ brutto weekend della nostra vita” ora a casa di una coppia, ora a casa dell’altra.