
A Central Park è quasi il tramonto, un uomo con un cane gironzolano senza meta per il parco. Giorgio, scrittore italiano in cerca d’ispirazione, vuole liberarsi a tutti i costi di Melampo, il cane “ereditato” da un’amica per scappare da New York. Aspetta una donna che dovrebbe venire a prendere il cane, ma le cose andranno diversamente, perché di quella donna, Liza, si innamorerà, restando così bloccato nella “Grande Mela”.
Se Giorgio rappresenta la nevrosi dell’intellettuale che non riesce più a dare un senso alla realtà, Liza è il tentativo estremo di superare il linguaggio verbale,fonte di equivoci, per passare a quello non verbale, fatto d’istinto e quindi più vero. Un tentativo estremo e tragicomico di dare un equilibrio alla coppia.
Una scenografia bella ed essenziale fatta di sedili di legno disposti simmetricamente, che grazie al sapiente gioco di luci di Alessandro Pezza, diventa ora Central park, ora una spiaggia di Westport, ora l’interno del loro cottage invaso dai vestiti sparsi sul pavimento, I due protagonisti Giorgio- Lizzani e Liza- Crisafio sono autentici, mettono da parte qualsiasi cliché recitativo e ogni sera ricreano tutta la complessità del loro rapporto di coppia dove la nevrosi dell’uomo si scontra con la fragilità della donna. Bravi anche Stefano Messina e Rita Tersigni.
Una regia, quella di Massimo De Rossi, efficace che indirizza gli attori verso una recitazione lineare, in linea con i dettami di Flaiano; ridondante invece la “cornice pirandelliana” degli attori e del regista che stanno preparando una commedia che sembra avere più una funzione espositiva, che narrativa.
Un omaggio discreto a un Flaiano che non amava i rumori assordanti e che compose questa commedia a New York sperando di farne un film per la Warner Bross. MELAMPO è una favola moderna, dal sapore malinconico “Hai visto la luna? Sembra un ladro che ruba le stelle”.