
Qualcuno forse si chiederà come mai ai libri che recensisco, io affidi quasi sempre il massimo dei voti. Questo dipende dal fatto che amo parlare e condividere suggerimenti circa i libri che secondo la mia modesta opinione rappresentino l’eccellenza editoriale per l’infanzia, oppure che rappresentino una valida alternativa a quanto solitamente proposto. Penso che caratteristiche imprescindibili della buona letteratura per l’infanzia, o meglio della letteratura per immagini, debbano essere la poesia, lo stupore, la fantasia e la tecnica narrativa. Con ciò non si cerca la “bella” immagine, bensì l’immagine che sappia portarci altrove e sappia farci guardare dentro come ad uno specchio, facendo trovare da noi stessi una morale senza imporla.
Quindi siamo di fronte ad un altro capolavoro, forse il suo più alto fino ad ora, di Blexbolex: Vacanze appunto, edito da orecchio acerbo.
Giusto per tracciare per sommi capi chi sia il genio alle spalle di questo libro, ecco quanto segue. Bernard Granger, questi il nome e il cognome di Blexbolex, quando s’iscrive all’École européenne supérieure de l’image di Angoulême convinto di fare il pittore, non immagina certo che ne uscirà serigrafo. Il suo segno, riconoscibile a distanza, elimina del tutto il contorno per costruire figure e paesaggi con la giustapposizione di veri e propri volumi bidimensionali: in un illusionismo ottico continuo, il bianco di una camicia si confonde con il bianco della pagina eppure l’occhio riesce comunque a distinguere sia il foglio sia la blusa. Una delle tante magie di Blexbolex, autore di fama mondiale i cui libri sono tradotti e apprezzati ovunque. In Francia pubblica i suoi libri, ma è in Germania che dirige un atelier alla School of Art and Design di Berlin-Wessensee.
I suoi libri, considerati da molti veri oggetti d’arte, sono stati spesso premiati. “Imagier des gens” nel 2009 a Lipsia ha ricevuto il prestigioso titolo di Libro più bello del mondo.
Per Vacanze, BlexBolex ha dedicato due anni interi esclusivamente alla ricerca della forma più vera per descrivere la storia di una bambina (ma così pure la nostra storia o lo è quella dei nostri figli) che non riesce ad aprire l suo cuore all’amicizia, quella vera. Così alla fine la lezione è dura per lei e forse anche per noi, ma sappiamo quanto sia importante imparare dai propri errori. Le 138 pagine (numero assai considerevole per un “silent book”) raccontano in un intreccio caleidoscopico e rapinoso la storia delle vacanze estive di questa bimba. Ma è giusto lasciare ad ognuno la possibilità di leggere le immagini per conto proprio e trovare la propria personalissima chiave di lettura.
Nel catalogo di orecchio acerbo dello stesso autore: “Ballata” (2013), “Stagioni” (2010; 2017) e “Immaginario” (2008).