[rating=4] Nel tranquillo sobborgo di Chamberlain, nel Maine, vivono la fanatica religiosa Margaret White (Julianne Moore) e sua figlia Carrie (Chloë Grace Moretz). La giovane è una ragazza buona, dolce e timida, ma emarginata dalle compagne di scuola, che, nonostante i tentativi della sua insegnante di ginnastica di proteggerla (interpretata da Judy Greer), non fanno altro che umiliarla con scherzi di cattivo gusto. In particolare, la povera Carrie viene presa di mira dalla perfida Chris Hargensen (Portia Doubleday), la ragazza più popolare dell’istituto. Dopo uno di questi scherzi durante l’ora di ginnastica, l’unica ragazza pentita, Sue Snell (Gabriella Wilde), per farsi perdonare chiede al suo ragazzo Tommy di accompagnare Carrie al ballo della scuola. Dopo un iniziale momento di gioia per essere stata eletta reginetta del ballo, Carrie subisce per l’ennesima volta uno scherzo crudele da parte di Chris e del suo ragazzo e furibonda, la ragazza scatena i suoi poteri telecinetici su tutti i presenti.
Diretto da Kimberly Peirce, Lo sguardo di Satana- Carrie (Carrie) è un ottimo rifacimento dell’originale, tratto da uno dei classici dello scrittore Stephen King; riproduce in chiave leggermente più contemporanea la storia della protagonista, Carrie White, una ragazza emarginata dai suoi compagni di scuola, derisa e umiliata per tutta la sua vita, alle prese con una madre ossessiva e fanatica religiosa. A dispetto della prima Carrie (magistralmente interpretata da Sissy Spacek), Chloë Moretz è una Carrie più dolce, dall’aspetto più gradevole e forse per questo, ad un primo impatto, può farci dubitare sulla sua interpretazione e adeguatezza per un film del genere, ovviamente in confronto all’originale.
Tuttavia, stupisce la sua capacità di cambiare totalmente aspetto ed espressione nel momento in cui si ritrova ad affrontare la feroce rabbia repressa, scatenando tutta la sua furia vendicativa tramite i suoi poteri telecinetici, in un modo che non avremmo mai immaginato. Nei gesti e nello sguardo ritroviamo l’inquietudine e il terrore presenti nel vecchio film, resi con ancora maggiore artisticità rispetto a quest’ ultimo. Un esempio piuttosto esplicativo ne è la scena all’interno della scuola durante il ballo, quando una Carrie sconvolta e furente, dà fuoco con i suoi poteri ad una delle sue meschine compagne. La stessa armoniosità la ritroviamo quindi nella stessa vittima, che girando su se stessa disperata e in preda alle fiamme, crea un cerchio infuocato che la rende quasi una danzatrice che volteggia in un infernale incubo.
Kimberly Peirce riesce, durante il film, a collegare le scene tra loro in modo da unirle in un’unica, terribile premonizione di ciò che accadrà a breve: un esempio? la goccia di sangue che cade sulla guancia della maligna Chris, artefice del crudele scherzo pensato per la povera Carrie.
Buon uso dello splatter, più evidente qui rispetto al passato, che ben si fonde con le azioni, studiato nel dettaglio per ricrearne il più possibile il realismo, al contrario di altri horror in cui si bada solo ai copiosi litri di sangue che scorrono, spesso senza logiche e quindi, senza senso.
Ottima prova anche per l’attrice Julianne Moore, che riesce ad interpretare fedelmente sia il carattere che i gesti, le espressioni e la follia della madre di Carrie, ai tempi interpretata da Piper Laurie. Le due attrici ben riescono a rendere quella che sarebbe l’ipotetica vita insieme per una madre frustrata e traumatizzata, legata alla religione in una maniera totalmente distorta, rendendo la vita di sua figlia, per la quale prova sentimenti contrastanti, paradossalmente un vero e proprio inferno. E nonostante ciò, Carrie amerà sempre profondamente la madre, la sua àncora e il suo unico legame affettivo, la sua unica sicurezza in un mondo che la disprezza, e questo amore morboso e folle riserverà ad entrambe, un triste e tremendo destino.
