Sensualità e ironia al Teatro Comunale di Firenze: binomio vincente!

Con la Carmen Suite e Il Campanello si chiude il 2009 operistico del Maggio Musicale Fiorentino

Binomio all’insegna dell’innovazione al Teatro Comunale, che vede sul palco la Carmen Suite, balletto in un atto di Alberto Alonso, e Il Campanello di Gaetano Donizetti.

La Carmen Suite di Alberto Alonso, ripresa da Victor Barykin, vede in scena una sensuale Eleonora Abbagnato nei panni fatali dell’esotica Carmen, Femme Fatale che incanta con punte, guizzi di gambe, arabesque, mani sui fianchi e colpi di spalla spagnoleggianti che ben caratterizzano il richiamo erotico del personaggio, che avvolge e avviluppa i due amanti, ovvero Jean-Sèbastien Colau nei panni di un Don José scisso nei movimenti tra la prima rigidità del suo senso del dovere e la successiva mollezza e drammaticità dell’essere amante tradito e Bruno Milo, il Toreador rigido e di lineare e impostato candore marionettistico di vesti e movenze.

Il balletto prende vita in un’arena dove le tre figure principali del dramma si incontrano e scontrano fino al tragico finale, il tutto circondato da figure duplici nei movimenti e nei costumi, nel classicissimo dittico di opposti quali amore/morte, dovere/piacere. Una quarta figura misteriosa, chiusa in una scura calzamaglia, ora sinuosa ora con le braccia ad angolo che richiamano la silhouette del toro, rimanda insieme alla tauromachia e al destino, con il quale la Sigaraia gioca e si confronta sfrontatamente, per infine subirne le tragiche conseguenze in un ultimo fatale incontro “di corrida” con Don José.

L’opera si avvale di una moderna ventata simbolista accresciuta dalla partitura di Bizet rivisitata in chiave contemporanea da Rodion Ščedrin, che pone protagoniste le percussioni ed un ritmo incalzante.

Il Campanello è una divertente farsa in un atto, composta da Donizetti, autore anche del libretto, nel 1836 in soli otto giorni per salvare dal fallimento la piccola compagnia che agiva al Teatro Nuovo di Napoli. Nella sua prima versione, con la parte di Don Annibale Pistacchio in napoletano, l’opera andò in scena il 1° giugno 1836 riscuotendo un grande successo. Un anno dopo il compositore bergamasco la rimaneggiò, togliendo i recitativi in prosa, aggiungendo e modificando un paio di numeri musicali e soprattutto facendo cantare il protagonista in italiano: in questa seconda versione, che è quella scelta dal Maggio, “Il campanello” venne applaudito sempre nella città partenopea il 23 maggio 1837 al Teatro del Fondo, l’attuale Mercadante.

La vicenda narra la disastrosa prima notte di nozze dell’anziano farmacista Don Annibale, continuamente disturbato da richieste di medicinali da parte di bizzarri seccatori, in realtà sempre la stessa persona, il giovane Enrico travestito, innamorato corrisposto della giovane sposa Serafina, amante che spera così di non far consumare la prima notte di nozze e poter in seguito annullare il matrimonio.

L’opera si rimette nuovamente in luce dopo un’assenza fiorentina di sessant’anni come vero capolavoro di freschezza, leggerezza, ilarità, farsa gustosa e sapientemente parodia che richiama ora Cimarosa, ora Rossini, maestri dell’opera buffa, ma superati da un Donizetti che ricerca lineamenti più umani e sfaccettati per i suoi personaggi, come Don Annibale e dà sfoggio di conoscenze medico-farmaceutiche alte e precise, come attesta il duetto Mio signore venerato! vera apoteosi comica e al contempo ricchissima di termini specialistici della medicina ottocentesca.

Tra i giovani interpreti spicca il basso Salvatore Salvaggio nei panni di un compunto e bonario Don Annibale dalla linea melodica sapientemente espressiva; il baritono buffo Mauro Bonfanti, un Enrico funambolico, ottimo sul piano vocale per timbro ed estensione, ilare e macchiettistico nel travestimento e nella mimica;  Irene Favro è la giovane Serafina dalle movenze comicamente caricaturali ma con uno spessore vocale quasi romantico; Camelia Kader è una Madama Rosa possente ed entrante che seppur personaggio secondario si fa notare.

La farsa donizettiana mostra un nuovo, spumeggiante allestimento realizzato in collaborazione con Maggio Fiorentino Formazione; Fabrizio Maria Carminati dirige sapientemente l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino; la regia è firmata da Jean-Louis Grinda, attuale Direttore generale dell’Opéra di Monte Carlo, le scene e i costumi da Raffaele Del Savio, uno dei più prestigiosi rappresentanti della gloriosa scuola italiana di scenografi-pittori, per decenni Direttore degli allestimenti del Maggio, le luci da Laurent Castaingt.

La nuova produzione del Campanello costituisce il gran finale del Corso di Alta Formazione per Cantanti lirici e del Corso di Specializzazione per Scenografi realizzatori, tenuto da docenti qualificati tra i quali Bruno de Simone e Raffaele Del Savio, corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo attraversola Regione Toscana e l’Assessorato al Lavoro e alla Formazione della Provincia di Firenze.

Gran successo tra l’ilare pubblico.