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Strada Provinciale 33 di Giulia Bartolini all’Altrove Teatro Studio di Roma

L'ultima creazione tutta al femminile della Bartolini, raccoglie applausi nella capitale

Le Protagoniste di "Strada provinciale 33" di Giulia Bartolini

Una strada “maledetta” che sbiadisce poco a poco fino all’ingresso di una vecchia casa di campagna, dove tre sorelle consumano l’infanzia. Poche battute e già si è dentro la storia, quella di Strada Provinciale 33, la nuova creazione di Giulia Bartolini, che si conferma una delle più interessanti registe della sua generazione. In scena al Teatro Altrove Studio di Roma le sorelle un po’ checoviane un po’ dark alla Stephen King, ma pure maschere felliniane:  Giulia Trippetta (Olive) e Francesca Astrei (Irine), si ritrovano dopo molti anni trascorsi nella semplicità e forse anche miserevolezza di un paesino di poche anime, a rivedere la terza sorella, quella di mezzo, Grazia Capraro (Mary), sparita a 19 anni e improvvisamente tornata nelle loro vite.

La durezza dell'”altra”, cresciuta lontano, in città e tutto d’un tratto piombata a limare la dolcezza di Irine e le paure di Olive, scombina i destini “segnati” di questa triade di donne legate e distanti. Fra battute divertenti, sfoghi, confronti serrati, queste tre anime diverse, vestali dell’attesa, ritrovano per un attimo il filo rosso, in fondo solo allentato, delle loro vite, unite dal sangue. Proprio quella strada provinciale che adesso è in procinto di essere cancellata per sempre, spinge Mary e ripercorrere passi all’indietro, nella memoria di ragazzina, fino a quel fatale incontro proprio sulla misteriosa provinciale 33.

Per un attimo le sorelle si ritrovano, a parlare di sè stesse, di quello che non hanno o avrebbero voluto dimenticare, delle loro esistenze così vicine eppure lontane, che sembrano per sempre intrecciate. Ma è solo un attimo, la ruggine ostile di Mary non può essere cancellata, così come i pregiudizi di Olive e le insicurezze della piccola Irine, ma neppure quella strada, dove allora proprio Mary la fuggitiva traccerà un nuovo destino, una nuova memoria, una nuova leggenda “maledetta”.

“Strada Provinciale 33” in scena all’Altrove Teatro Studio di Roma

Un testo interessantissimo, pieno di ritmo e sentenze ironiche memorabili che sanno entrarti dentro, lasciando poi sul finale volutamente impalpabile, quasi quello stesso senso di vuoto e abbandono che le tre protagoniste, ciascuna a suo modo, proietta nel personaggio. Grande ritmo, brave le attrici, ottimo il testo. Regia scarna ma in fondo efficace, dove dice tutto già l’immagine di apertura con Mary davanti al tavolo della vecchia cucina di casa con la valigia in mano. Strada Provinciale 33 è uno spettacolo carico di suggestioni, dove la parola spesso cede il passo al non detto, a uno sguardo o un gesto che viaggiano diretti come frecce verso l’inconscio, le emozioni più profonde, falsamente lontane, che di quando in quando abbiamo bisogno di spiare dentro noi stessi.

La produzione è ancora una volta Khora Teatro, che in questo ultimo anno lascia uno sguardo aperto su nuove creazioni contemporanee più off e spesso tutte al femminile. Un’apertura di stagione interessante quella dell’Altrove, che ancora una volta si presenta al pubblico romano come uno degli spazi meglio “occupati” da talento della capitale. Bella accoppiata!

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