
L’atmosfera avvolgente del Teatro delle Spiagge, curiosamente posto sopra un supermercato in un’area extra urbana appena fuori il centro di Firenze, rende questo luogo un rifugio dai circuiti teatrali più convenzionali. Offrendo un programma originale e di qualità, sa distinguersi per il clima informale, reso ancora più caldo da una piccola sala, raccolta e amicale. Vi possiamo trovare molta nuova drammaturgia e occasioni per scoprire Compagnie più o meno giovani.
Il 22 e 23 settembre sono stati ospiti Andrea Mitri e Mauro Monni, attori e autori dal curriculum articolato, con una produzione fresca fresca di debutto a Trieste, Ite Missa Est. Un testo opera dei due interpreti personalmente in scena, l’uno nei panni di un ex calciatore argentino, l’altro in quelli di un sacerdote in crisi spirituale. Un dialogo serrato tra i due – tuttavia talvolta carente di picchi emotivi -, che per esorcizzare le brutture di un’epoca (siamo negli anni Settanta, in piena dittatura argentina) incrociano le loro esistenze e si confessano al pubblico, confidandosi apertamente. Sia percorrendo un excursus notevole su vicende, trame politiche, omicidi, colpi di stato, assurdità massoniche; sia svelando le fragilità di due uomini risucchiati dalla Storia.
Si sfiorano, si scavalcano, si scontrano e poi si incontrano le due trame, rette parallele piene di similitudini, reazioni comuni, domande sul senso di creazioni mostruose come la Banca Vaticana, buco nero per far sguazzare certi fondi della criminalità organizzata. Gli scandali si susseguono con la precisione di una mitragliatrice, in una ragnatela perfetta che va da Licio Gelli ai Mundial 1978, in una clima esausto dalla tensione; mentre il pubblico ha modo di rivivere lo spaccato di un’epoca in cui le madri ogni giovedì si riuniscono in Plaza de Mayo e in senso antiorario marciano per chiedere giustizia. Un culmine di rabbia, speranza, impotenza che emerge, risale a galla con la narrazione dei fatti esposta con pacata e cruda ironia dal calciatore, impersonato da Andrea Mitri. Il personaggio del sacerdote, Mauro Monni, si illumina invece di una umiltà difficile da scovare, facendo riaffiore quel senso di un Cristianesimo puro e reale, sfregiato dalla contingenza, la corruzione, l’elezione di Papi che appoggiano i reati più truci e folli dei leader politici.
Buone le prove attorali, in particolare quella di Andrea Mitri, capace di sostenere l’attenzione e un’aurea di continuità nel continuo oscillare dello spettacolo – in bilico tra parti recitate, musicate e proiezioni video. Più efficace dell’immagine, qui, è proprio la parola. Brillano le parti descrittive dedicate il calcio, campo di battaglia e cartina al tornasole molto più grande e pericolosa del gioco stesso.