
Da giovedì 7 a domenica 10 febbraio al Teatro Metastasio di Prato approda il pluripremiato Un tram che si chiama desiderio diretto da Antonio Latella.
Lo spettacolo si è aggiudicato Premio Ubu e Premio Hystrio alla regia ad Antonio Latella, Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni, Premio Ubu e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista a Elisabetta Valgoi per questo allestimento che sin dal debutto ha riscosso un caloroso successo di pubblico e critica.
La regia di Un tram che si chiama desiderio sviluppa la ricerca di Latella sull’America, già fonte d’ispirazione del ciclo Franca mente me ne infischio, work in progress in cinque episodi ispirati a Via col Vento.
Un tram che si chiama desiderio, scritto dal drammaturgo statunitense Tennessee Williams nel 1947 è sicuramente noto al grande pubblico grazie al lungometraggio di Elia Kazan di cui sono protagonisti Marlon Brando e Vivien Leigh. Un’altra coincidenza nel percorso di lavoro di Latella perché proprio la Leigh ha interpretato e reso celebre la Rossella di Via col vento. Blanche, la protagonista femminile, nel lavoro di Latella è interpretata da Laura Marinoni che con il regista napoletano ha già lavorato nel 2007 in Le lacrime amare di Petra Von Kant di R.W. Fassbinder, spettacolo che le è valso il premio Eleonora Duse. Laura Marinoni è stata tra le interpreti di Le Signorine di Wilko diretta da Alvis Hermanis per Emilia Romagna Teatro Fondazione. Un cast di ottimi interpreti che – accanto a Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone e Rosario Tedesco attori che accompagnano da anni il lavoro di Latella – vede in scena Vinicio Marchioni attore perfezionatosi alla scuola di Luca Ronconi cui l’interpretazione de ‘Il Freddo’ nella serie televisiva ‘Romanzo Criminale’ trasmessa da Sky ha donato grande popolarità.. Il disegno registico di Latella in questo lavoro è affiancato da due elementi drammaturgicamente fondamentali: le luci di Robert John Resteghini ed il suono di Franco Visioli che ha elaborato l’importante colonna sonora che ‘abita’ lo spettacolo.
Nel testo Blanche pronuncia una battuta che credo sia rivelatrice: “Non voglio realismi”. Si capisce benissimo che l’autore intende il realismo della messinscena, non certo della scrittura. Tennessee Williams ha bisogno di raccontare la realtà intima che lo circonda attraverso la scrittura teatrale, per poterla astrarre dalla vita quotidiana e renderla simbolica: tale procedimento rappresenta il punto più alto della sua ricerca. Per questo motivo mettere in scena i suoi drammi in chiave realistica rischierebbe di snaturare la crudeltà intrinseca alla sua scrittura. (…) La battuta sul realismo che ho appena citato è la chiave di lettura del mio allestimento. Ho capovolto la storia concentrandomi sulla scena finale in cui Blanche si abbandona al medico che la allontana dalla casa. Da questa prospettiva lei rivive l’intera vicenda a ritroso come in una seduta di analisi. Gli spettatori vedranno quindi l’intero dramma accadere nella testa di Blanche, come se si trattasse della memoria di una vicenda filtrata dai suoi occhi. Credo che da questa prospettiva il testo possa assumere una dimensione contemporanea: la sua mente diventa il luogo dell’azione, lo spazio scenico. (…) La scena è colma di oggetti quotidiani: un tavolo, un frigorifero, una sedia, un letto… Per me era importante ricostruire l’ambiente domestico e poi trasformarlo in ambiente psichico: gli oggetti in scena sono memoria di se stessi, hanno perso la loro funzione d’uso per diventare proiezioni della mente di Blanche. Per questa ragione gli oggetti non ricevono luce ma illuminano, non subiscono il dramma ma contribuiscono a diffonderlo. Mi piace pensare ai primi film di Wim Wenders in cui gli oggetti creavano universi con le loro ombre, con le loro proiezioni… Annelisa Zaccheria ha svolto un lavoro straordinario trasformando la casa in un labirinto della mente, al centro del quale ha posto un faro da 5000 watt che sovraespone costantemente la protagonista. In questo senso, la scenografia diventa drammaturgia, drammaturgia del pensiero… Antonio Latella
Sabato 9 febbraio alle ore 17.00 incontro con la compagnia
TENNESSEE WILLIAMS: UN CLASSICO CONTEMPORANEO
coordina Gabriele Rizza, giornalista e critico teatrale.
Incontro in collaborazione con Associazione Linguaggi
Maggiori informazioni: www.metastasio.net