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“Transfiguration” al Teatro Studio di Scandicci per Fabbrica Europa

Giovedì 16 maggio alle 21.00, con replica il 17 maggio allo stesso orario, va in scena al Teatro Studio di Scandicci lo spettacolo Transfiguration di e con Olivier de Sagazan. La performance inedita vicina al rito, all’interno del Festival Fabbrica Europa 2013, vede Olivier de Sagazan, poliedrico artista francese nato in Congo, mettere in scena la trasformazione di un volto che a poco a poco perde i suoi tratti umani.

L’allestimento epurato, concentra l’attenzione dello spettatore sull’artista, da solo sul palcoscenico con l’argilla, come unico materiale. Un nuovo viso viene modellato sotto i nostri occhi, un’identità che si forma e si deforma. Si tratta già qui di una mutazione, di una metamorfosi che simpatizza con il mostruoso per tentare di svelare la parte di stranezza nascosta in lui.

L’artista plastico ribalta in modo spettacolare l’esistenza del personaggio che incarna, un impiegato d’ufficio senza storia alla ricerca spasmodica della sua vera identità.

Questo entusiasmo per la scomposizione lascia intravedere il bisogno fondamentale di togliere i tabù da questo “sacro volto” per ritornare a una semplice “testa di carne” come diceva Deleuze a proposito delle figure dipinte dall’artista Francis Bacon.

L’espressività di quest’atto sottoposto allo sguardo dello spettatore provoca le coscienze e ricorda sia l’immensa fragilità del viso che l’innominabilità che lo anima.

Una vera e propria catarsi che viene sperimentata lontano dai sentieri già percorsi e ricostruisce dal vivo il volto di un mondo incredibilmente ibrido e tumultuoso!

Olivier de Sagazan, nato in Congo nel 1959, è naturalizzato francese. Dopo aver studiato biologia si dedica completamente all’arte nelle sue varie forme. Per oltre 20 anni ha sviluppato una pratica ibrida che integra pittura, fotografia, scultura e performance. Nella sua serie performativa Transfiguration, iniziata nel 2001, de Sagazan costruisce strati di creta e dipinge la faccia e il corpo per trasformare, trasfigurare e smontare la propria figura, rivelando una creatura umana-animalesca che cerca di staccarsi dal mondo fisico. Allo stesso tempo inquietante e profondamente commovente, questo nuovo corpo di lavoro fa crollare i confini tra il senso fisico, intellettuale, spirituale e animalesco.

L’artista afferma: “Sono interessato al livello che la gente pensa sia normale, o anche trito, per essere vivo.” Olivier de Sagazan si è esibito in gallerie d’arte, musei e festival cinematografici in Francia ed Europa, Canada, Corea. Il suo stile espressivo inimitabile è stato oggetto di una produzione letteraria e critica importante (Pierre Bergougnioux, Ronan de Calan, Bernard Noël, Michel Surya, Marcel Moreau, Philippe Verriele, Bernard Vauchelles, David Le Breton e molti altri).

Trasfiguration rimanderebbe alla catarsi; sarebbe questo modo di toccare il cranio per verificare che è al posto giusto, che la testa è ritornata dal regno della morte. Ciò crea delle immagini molto forti e si resta nel campo plastico, tanto è vero che la deformazione subita dalla testa affascina. […] È tutta l’identità che crolla quando il volto si nasconde sotto l’argilla; è tutta la relazione con l’homo sapiens sapiens che viene a mancare quando l’altro non trova più gli occhi da fissare e le labbra da leggere”. Philippe Verrièle, Transfiguration, Democratic Book et PUA, 01.2010

Il volto umano non ha ancora trovato la sua faccia ed è compito del pittore trovargliela.
Antonin Artaud

Performance plastica
Durata: 40 minuti

Maggiori informazioni: www.fabbricaeuropa.net

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