Le “Operette Morali” di Leopardi arrivano al Teatro Storchi di Modena

Dal 27 al 30 marzo il Teatro Storchi di Modena ospiterà Operette Morali di Giacomo Leopardi per la regia di Mario Martone che con quest’allestimento si è già aggiudicato numerosi riconoscimenti fra cui Premio Ubu per il teatro 2011 per la miglior regia, Premio La Ginestra 2011 per la regia  ed infine Premio dello spettatore 2012 Teatri di Vita di Bologna.

Le Operette morali sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, dialoghi e novelle, che Giacomo Leopardi scrive tra il 1824 ed il 1832. In essi troviamo l’anima più profonda dell’autore: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della gloria.

I temi affrontati sono fondamentali, primari: la ricerca della felicità e il peso dell’infelicità, la natura matrigna, la vita che è dolore, noia. In questo panorama di atmosfere astratte e glaciali la ragione si distingue come unico strumento per sfuggire alla disperazione.

Le Operette rappresentano una perfetta orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte: nella visione leopardiana, l’uomo si muove all’interno di una natura cieca, dalla quale non può ottenere nulla. Sprezzante verso l’idea di progresso, scientifico e spirituale, il poeta irride le conquiste dell’umanità come pure finzioni, chimere di un progresso senza costrutto. Cosa rimane dunque all’uomo?

Operette morali - Barbara Valmorin © SIMONA CAGNASSO

«L’idea di Mario Martone – scrive Ippolita di Majo, dramaturg dello spettacolo – di mettere in scena le Operette morali di Giacomo Leopardi, un testo fuori dal canone della letteratura teatrale, nasce dal serrato confronto con la cultura e con la storia d’Italia del XIX secolo che lo ha impegnato negli ultimi anni di lavoro in campo cinematografico. A monte sta l’urgenza, artistica e civile, di riandare alle origini della scrittura teatrale nazionale per interrogarsi sui suoi potenziali e i suoi limiti: da Alfieri a Manzoni, appunto a Leopardi. (…) La forma dialogica consente inoltre a Leopardi una vertiginosa frammentazione dei punti di vista, e in quasi tutti i personaggi, che si susseguono come in un arsenale delle apparizioni, si riflette il suo versatile e molteplice ingegno, la potenza creativa delle contraddizioni che animano il suo pensiero e danno corpo alla sua folgorante ironia.

Si tratta di un testo che non si può definire teatrale in senso classico, ma che è stato pensato come una commedia, in una lingua e con una struttura così vive e moderne da far saltare i riferimenti drammaturgici del secolo in cui è stato scritto per approdare a una profonda consonanza con esperienze fondamentali del teatro del Novecento.

Operette morali - Totò Onnis, Giovanni Ludeno © SIMONA CAGNASSO

Con la messa in scena di Operette morali Mario Martone riprende il filo del suo spettacolo L’opera segreta (messo in scena al Teatro Mercadante di Napoli, nel dicembre del 2004), in cui la parte finale era dedicata al lungo soggiorno napoletano di Leopardi. Il progetto è quello di affrontare il testo nel suo insieme, operando dei tagli all’interno, ma preservandone la struttura complessiva: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente; la potenza delle illusioni e della Gloria.»

Per il ciclo Conversando di teatro
Sabato 29 marzo alle ore 17.00 in occasione delle repliche di Operette morali, la compagnia incontrerà il pubblico presso il Ridotto del Teatro Storchi. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero.

Biglietti: € 25 / 10,50

Maggiori informazioni: www.emiliaromagnateatro.com

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