After the end: il brivido di una discesa negli inferi

[rating=4] Un uomo, una donna e la lotta per la sopravvivenza. Luoise e Mark sono due venticinquenni, antitetici per mentalità ed esperienze di vita, ma entrambi caratterizzati da due elementi comuni: una sottile predisposizione ai rapporti sadomaso nonché una latente scintilla di follia, pronta a covare sotto una forma divertita di perbenismo radical chic londinese.

Sarà un’esplosione nucleare, responsabile della distruzione dei quartieri di Londra e della morte di buona parte della popolazione, il punto di svolta della vita di Mark e Louise. Due settimane da vivere in un bunker antiatomico: prospettiva di vita accettata con civile e stoico sacrificio, all’inizio, per poi affondare nel più totale e assoluto imbarbarimento.

Uno studio sull’uomo. La fine della civiltà, posta come scenario utopistico, per una pièce che sfodera tutto il carattere e l’approccio di uno studio sull’uomo e sulle regole sociali. Dennis Kelly è l’artefice di un testo che sa fondere con misura ed algida sintesi eventi politici, sociali e dinamiche relazionali.

Dialoghi serrati e comportamenti, conformi agli stereotipi televisivi e pubblicitari, rivelano l’incapacità manifestata dagli individui di aderire alla parte più autentica di sé. Solo lo smottamento emotivo, provocato dalla lotta per la sopravvivenza, riuscirà a mettere in luce la vera natura di Mark e Louise.

After the end

Il finale a sorpresa, in realtà intuibile già a metà spettacolo, non toglie, tuttavia fascino e valore ad una commedia amara e provocatoria quanto interamente giocata sulla crudeltà e l’utilitarismo delle convenzioni sociali.

Due attori ed un gioco al massacro. L’interpretazione di Valeria Perdonò e Alessandro Lussiana sorprende piacevolmente per acutezza e frivolo cinismo. Ai dialoghi casuali e gentili (dei quadri iniziali) seguono silenzi, lacrime e il rimpianto per una vita comune, spazzata per sempre dall’orizzonte esistenziale. Alessandro Lussiana propone, invece, la lettura di un personaggio complesso e ambiguo: in apparenza nerd inoffensivo è in realtà un uomo incapace di vivere la realtà dei rapporti sociali e pronto ad imporre stenti crudeli in nome di una presunta “missione di salvezza”.

La regia di Luca Ligato è tesa ed estremamente lucida nel susseguirsi di quadri: sempre più concitati, febbricitanti nello stile e nei tempi di recitazione. Al pubblico il piacere di sfiorare, con piena consapevolezza, il brivido di una discesa negli inferi.

La Scena essenziale è fissa, quanto plasmata e concretizzata, dalla prossemica dei due interpreti. Lo spazio arioso e ordinato dell’arrivo è pronto a mutarsi in un ring emotivo e carico di umori. Il cibo sparso per terra ( usato come arma di ricatto), la catena (feticcio del potere esercitato) e la radio premio della lotta fra vittima e carnefice testimoniano la fragilità dei legami umani.

Dennis Kelly, classe 1970, è un acclamato sceneggiatore il suo nome è noto ai più per la serie televisiva “Utopia”. La produzione teatrale di Kelly ha inizio nel 2003, con il testo “Debris”. Attualmente il drammaturgo ha all’attivo quindici pièce: fra drammi e commedie. Per l’appunto, “After the End”, acclamato al Traverse theatre di Londra, dopo i successi ottenuti a Roma è stato finalmente proposto a Milano, in occasione della rassegna “Nuove storie”. Una chance imperdibile per conoscere e apprezzare nuovi scenari della drammaturgia.

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